Giovedì 25 Aprile 2024

Non ci sono più quattrini alla Corte del Re

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Il fatto che più di un Comune si trovi a dover gestire una difficile situazione di bilancio comunale non deve essere certo considerato un’attenuante o un alibi sulla gestione delle nostre ultime Amministrazioni Comunali. Le casse comunali sono vuote e il piano di rientro proposto dal nostro Comune alla giustizia amministrativa crediamo sarà di difficile attuazione, ma ci auguriamo di sbagliare. Il clientelismo, ossia quel sistema di rapporti tra persone basato sul favoritismo (soprattutto in campo politico), in nome di un reciproco interesse, la disorganizzazione gestionale di un movimento politico, amministratori della nostra città da venti anni, quindi con notevole esperienza, hanno prodotto un buco di bilancio di tutto rispetto. Non è facile amministrare la macchina pubblica soprattutto quando il cittadino per primo risulta complice di un sistema politico che rafforza i suoi consensi chiudendo un occhio e spesso entrambi. E’ ciò che è accaduto anche a Manfredonia. Nel 2015 il Consiglio Comunale di Manfredonia approvò il recupero del disavanzo straordinario di amministrazione pari a 17 milioni di euro da spalmare in 30 anni con una quota annua di 590 mila euro. Crediti di difficile esazione, tasse non pagate da persone indigenti (ossia nullatenenti) o da attività fallite. Somme che oggi e per trent’anni dovranno pagare (anche con la riduzione dei servizi pubblici) coloro che abitualmente pagano le tasse. A questo si aggiunge il disavanzo constatato dalla Corte dei Conti nel 2016 per un valore di 5 milioni e mezzo da risanare nei prossimi tre anni compreso il corrente. Un’operazione che ambisce a recuperare € 2.112.143,13 nel 2017, 1.946.043,33 nel 2018 e 1.478.520,88 nel 2019. Le cause di una tale situazione sono diverse, tra queste c’è che nella predisposizione dei bilanci si cercava di sopravvalutare le entrate per poter giustificare maggiori uscite, ma prima o poi i nodi arrivano al pettine e adesso sbrogliare la matassa non sarà facile, ma soprattutto l’arduo compito sarà tutto a carico dei contribuenti, quelli che ancora pagano le tasse, quelli che vorrebbero una città con maggiori servizi. E’ mancata una corretta attività ricognitiva per verificare le reali somme da riscuotere, un’azione più energica sui conteziosi tributari. Il Comune si è affidato alla cieca, alla costosissima e politicizzatissima società Gestione Tributi SpA senza presidiare, con uffici comunali preposti, l’attività svolta dalla società incaricata di riscuotere le tasse, che per anni ha lasciato correre l’evasione fiscale di furbetti in combutta con la politica. Parcheggi, suolo pubblico, pubblicità, locali pubblici, oneri di urbanizzazione, un fiume di soldi non rivendicati e per i quali non ci spieghiamo come mai la Guardia di Finanza non abbia avviato una puntigliosa attività di verifica. Solo oggi, dopo le opportune verifiche della sezione regionale della Corte dei Conti, ci si è attivati nel cercare di mettere ordine ai conti, ai doveri e anche ai diritti spesso violati, quelli di coloro che hanno sempre dovuto rispettare le regole del buon vivere. E’ il gioco del potere e della politica capace di produrre, per sviste, situazioni come quella che ci accingiamo a vivere. Abilmente i responsabili trovano rifugio nella burocrazia, vera artefice di un tale effetto (secondo loro). Pesante il drastico taglio dei contributi alla cultura. Il Carnevale di Manfredonia dovrà inventarsi un evento che fino allo scorso anno beneficiava di un contributo comunale di oltre 200 mila euro e che quest’anno dovrà ingegnarsi per non interrompere questa tradizione che è anche e soprattutto opportunità di business per tante attività commerciali della città. Non ci sarà un centesimo nemmeno per la festa patronale. Responsabilità politiche ma anche di noi cittadini che avremmo dovuto denunciare e partecipare maggiormente alla vita politico-amministrativa. La voce delle forze di opposizione: Forza Italia, Manfredonia Nuova e 5 Stelle, che in totale contano 6 persone, sono troppo fioche per poter essere ascoltate da una città distratta e poco partecipe alla vita politica. Ci piacerebbe dire che i venti del cambiamento iniziano a soffiare… che in città intellettuali e liberi pensatori chiedono riforme all’attuale gestione politica. La verità è che dopo aver combattuto un regime, oggi ne stiamo subendo un altro: il Regime del permissivismo e del libero arbitrio. Lo dicono i fatti.

Raffaele di Sabato

 

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Commenti

  • Abbiamo quello che ci meritiamo.
    Abbiamo svenduto il nostro voto e svilito la nostra dignità.
    Il mondo è composto da mettìnguli e prendìnguli.
    Indovinate chi siamo noi???
    Non dovrebbe essere difficile.
    Pensate a chi abbiamo votato e quali competenze avesse.
    Povera Manfredonia, Poveri Noi e Poveri i nostri figli…
    MA LA COLPA E’ NOSTRA!!!

    Prendìngulo 25/07/2017 8:06 Rispondi
  • Ogni re nel suo regno ,e ogni pagliaccio nel suo circo

    Partito della zappa 25/07/2017 0:39 Rispondi
  • Alla fine c’ars a pizz e mo c frekn.

    avast 24/07/2017 19:17 Rispondi
  • Volevo aggiungere che l’articolo è molto esaustivo e l’analisi che contiene è piena di fatti e considerazioni nonché verità che entreranno a far parte della storia di questa città. Complimenti…..

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    svolta 24/07/2017 18:05 Rispondi
  • In un’unica parola: ANARCHIA, politica ed amministrativa a cui si aggiunge quella di alcuni cittadini collusi ed amici dell’una e dell’altra…., mentre i cittadini civili rispettosi delle regole ed onesti pagano sempre il dovuto.

    svolta 24/07/2017 17:59 Rispondi
  • VERGOGNA! Siamo in mano ad una classe politica che con i propri cv non verrebbe presa neanche dalle imprese di pulizia.

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    matteo 24/07/2017 17:02 Rispondi

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