Venerdì 19 Aprile 2024

Per quanti non lo conoscevano: ricordo dell’artista Franco Tretola

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Ultimamente non si ritrovava più con la politica e con l’indifferenza culturale locale, pur se Manfredonia, ritenuta a tutti gli effetti sua città adottiva, negli ultimissimi anni aveva iniziato secondo lui a muovere i primi passi per affacciarsi nel mondo dei beni culturali che trascina i veri flussi turistici. Questo in sintesi l’argomento di cui abbiamo discusso ai primi di agosto quando sono stato a trovarlo nel suo nuovo laboratorio, in Vico Clemente, alle spalle delle Fabbriche dell’ex convento della chiesa di san Francesco.

Conobbi Franco nei primi anni ’80 al mio rientro da Firenze, dopo l’Università e la leva in Marina. Su richiesta del mitico Sasà, al secolo Eugenio La Scala, collaborammo per un paio di edizioni all’allestimento della Festa de l’Unità e dei palchi per gli spettacoli.

Negli anni ’90, per alcuni anni, partecipa con suoi progetti di interior design e arredi d’interno con creazioni e decorazioni artistiche ad “Abitare il Tempo”, prestigiosa mostra che si tiene da oltre trent’anni a Verona. Evento unico in Europa che riunisce tutte le categorie di prodotti a più alto livello, in cui tradizione e avanguardia, classico e contemporaneo convivono e dove ha esposto prototipi (tavoli, lampade, panchine in pietra, ecc.) realizzati da note ditte del nostro territorio con l’impiego di materiali diversi dal marmo al legno ai metalli (ottone e acciaio in particolare).  Modelli unici realizzati, per lo più artigianalmente, a grandezza normale e suscettibili di perfezionamenti, per la costruzione in serie.

Il mio apprezzamento era disinteressato, da architetto l’ho ammiravo quando nel suo laboratorio lo vedevo tracciare, disegnare, colorare a tempo pieno come un vero artista, un creativo deve fare. Non si parlava solo d’arte, anche di politica, di problemi sociali e da un semplice aggettivo le sue “panoramiche” partivano verso orizzonti di altri continenti, dall’inquinamento (dell’aria) sforavamo su Milano o Londra, dai colori del cielo del Golfo ai colori tersi del continente africano, e così via. Franco era uno che leggeva molto, spesso faceva citazioni di autori o di giornalisti soprattutto di lingua anglosassone (a me, francesista di studi, sconosciuti), oltre all’amore per la pittura io ero fermo ai testi e riviste di architettura, e, a Ignazio Silone (Una manciata di more) e a Italo Calvino (Le città invisibili). A tale proposito mi meravigliai quando mi citò una frase di Marco Polo, ripresa da Calvino: D’una città non godi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda. E questo vuol dire tanto sulla sua cultura eclettica.

Amava delle volte parlare in francese e spesso, col suo savoir fair, ci salutavamo in francese: anche questo mi mancherà. Qualche tempo dopo, nell’estate del 1998 lo ritrovai intento, a Palazzo Celestini in Manfredonia, ad allestire la mostra “Cartoline dalla mente” con opere e installazioni, promossa dall’Assessorato alla Cultura e dalle Civiche Biblioteche Comunali, con presentazione in catalogo di Guido Pensato e contributi di Gaetano Cristino. La stessa mostra venne allestita, nel corso del 1999, a Palazzo Sirena di Francavilla al Mare.

Di queste mostre mi piace ricordare quanto ha scritto Vicenzo Di Lascia su Franco… Dalla città di Manfredi alla Francavilla di D’annunzio, di Flaiano, di Michetti… l’arte come creazione, l’arte come intuizione, l’arte come innovazione, evoluzione innovatrice in originaria forza vitale. Ma, anche Luciana Zingarelli …Pragmatico e istintivo Tretola riporta senza eccessive mediazioni il suo temperamento nella sua attività artistica, che è insieme liberazione di energie creative e ricerca di un ordine e di una disciplina interiori. Esiti lucidi e forsennata perfezione del dettaglio, coesistono nelle sue opere: dalle libere textures di colori a cera, ai rilievi di carta, agli “encausti” dove il gesto appare imbrigliato nella ripetizione rassicurante e al servizio di una lucentezza docile al tatto.

 

Tra il 2003 e il 2004, su incarico del Comune di Manfredonia, in occasione dei lavori di rifacimento del Lungomare del Sole, tra Manfredonia e Siponto, esegue il montaggio della fontana artistica del Piscitelli, gruppo bronzeo degli anni ’30 del secolo scorso restaurato dall’artista Franco Troiano, e realizza l’opera polimaterica di circa 132 mq., con vari prodotti e materiali: colori acrilici per esterni, metalli, vetro in pasta, in piazza Falcone-Borsellino sulla parete a confine con il porto commerciale. Tale incarico lo vedrà impegnato per oltre un anno.

Nell’autunno 2008, dopo una lunga preparazione, presenta al pubblico “La faccia perduta” in cui espone un numero eccezionale di opere pittoriche e sculture (cinquecento, tutte dedicate alla faccia, al volto umano. Facce dipinte, scolpite nella pietra, modellate, sagomate nell’acciaio con l’impiego di tecnologie al laser. Un numero di volti diversi come se ne possono vedere la per strada di qualsiasi città, nei mezzi pubblici, nei luoghi di lavoro.

Tanto si è scritto su questa mostra, Michele Apollonio accostò il valore etico del tema al suo temperamento costantemente in bilico tra il razionale e lo stravagante, l’ordine e l’analisi audace. Il Comune di Manfredonia diede particolare rilievo alla mostra che venne allestita tra il chiostro di Palazzo San Domenico, la sede dell’Università in via San Lorenzo,  il Palazzo della cultura in corso Manfredi, Piazza del Popolo. L’assessore alla cultura Paolo Cascavilla nell’intervista osservò che vuole stimolare la riflessine sui sentimenti, vuole aiutarci a capire come stiamo cambiando e quanta parte di noi stiamo perdendo.

Grazie Franco per avermi dato occasioni di dialogo, di discussione, di aver goduto della tua amicizia.

Franco Sammarco

Franco Tretola

Molisano di nascita (Campobasso 1943), consegue il diploma di Maestro d’Arte presso l’Istituto Statale d’Arte di Pesaro. Dal 1960 si trasferisce a Manfredonia, completa la formazione artistica frequentando il Corso di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Foggia diplomandosi nel 1978. I frequenti periodi trascorsi all’estero, soprattutto in Africa, hanno conferito un respiro internazionale alla sua arte, che si esprime nelle diverse  attività di pittore, scultore, designer. Dal 1980 entra a far parte del gruppo di artisti del Laboratorio Artivisive di Foggia, collabora e partecipa a varie attività artistico-culturali del gruppo. Nel 1987 apre lo spazio di progettazione Arte & Design nella sua città di adozione, Manfredonia. Dal 1991 è presente con  alcuni dei suoi progetti di interior designer ad “Abitare il Tempo” di Verona. E’ del 1998, a Palazzo Celestini di Manfredonia, la personale “Cartoline dalla mente” promossa dalle Civiche Biblioteche Comunali con presentazione in catalogo di Guido Pensato e contributi di Gaetano Cristino. La stessa mostra sarà allestita, nel 1999, a Palazzo Sirena di Francavilla al Mare.

Tra il 2003 e il 2004, su incarico del Comune di Manfredonia, in occasione dei lavori di rifacimento del Lungomare del Sole, tra Manfredonia e Siponto, esegue il montaggio della fontana artistica del Piscitelli, gruppo bronzeo degli anni ’30 del secolo scorso restaurato dall’artista Franco Troiano, e realizza la vasta opera polimaterica in piazza Falcone-Borsellino, sulla parete a confine con il porto commerciale.

Nell’autunno 2008, dopo una lunga preparazione, presenta al pubblico “La faccia perduta” mostra allestita in quattro prestigiosi luoghi della città, di cui tre installazioni: chiostro di Palazzo san Domenico, Piazza del Popolo e chiostro di Palazzo Celestini. In catalogo con la presentazione di Paolo Cascavilla, assessore alla cultura del Comune, figurano contributi di Antonio Tomaiuoli e Guido Pensato. Tra il 2013 e il 2014 ha esposto opere di designer a Palazzo Delli Santi e nel chiostro di Palazzo San Domenico.

Le foto sono tutte dell’Arch. F. Sammarco che ne consente riproduzione a Manfredonianews.it

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