Giovedì 28 Marzo 2024

Silence Breakears Onda Catartica verso Dove?

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Con immensa gioia mista a sorpresa abbiamo appreso che la prestigiosa rivista americana Time ha deciso di assegnare il titolo di “Persona dell’Anno” 2017 alle Silence Breakers, ovvero le donne che hanno rotto il silenzio e denunciato le molestie sessuali subite. La motivazione: “ la galvanizzante azione delle donne che abbiamo voluto a rappresentare tutte le altre in copertina, come anche degli uomini che hanno fatto lo stesso (sull’onda del “Io anche”) ha scatenato uno dei più veloci cambiamenti culturali dagli anni Sessanta ad oggi”; così ha detto il direttore di Time, Edward Felsenthal. “Ci sono individui che ispirano il mondo e queste donne hanno spinto tutti a smettere di accettare l’inaccettabile” ha concluso.

Abbiamo anche noi avuto la sensazione, prima della proclamazione del giornale americano, che qualcosa sarebbe cambiato, e per sempre, nella relazione uomo-donna a seguito dell’onda crescente delle denunce delle donne (e di alcuni uomini) circa gli abusi di potere espressi sessualmente da chi è più in alto, per status politico, economico o professionale.

Pertanto speriamo che anche nella nostra città spiri al più presto un nuovo vento che spazzi via le nuvole cariche di ogni sorta di abusi e molestie da parte di uomini di potere, anche operanti nelle istituzioni. Non siamo “un’isola felice” nemmeno in questo.

Noi donne di Manfredonia Nuova insieme al prof. Michele Illiceto del Centro di Cultura Santa Chiara abbiamo provato a dare un contributo in tal senso in un recente convegno tenutosi il 25 novembre scorso, in occasione della giornata internazionale di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne. “Mettere al mondo il Mondo ( citazione dal libro Diotima di Luisa Muraro), per una nuova relazione uomo donna”, è stato un titolo simbolico, ma anche estremamente significativo e fattuale. Dobbiamo un ringraziamento sentito alla giornalista Grazia Amoruso, moderatrice attenta per questo evento; per la sua disponibilità e cura mostrate sin dalle fasi del gruppo di lavoro, prima del 25 novembre, e alle prof.sse Grazia Lagattolla, Carlotta Fatone e Sipontina Santoro per il contributo di idee donato.

L’incontro è stata l’occasione per affrontare alla radice il tema della violenza sulle donne sul piano filosofico teologico, storico, socio politico e psicologico. Il prof. Illiceto ha rivisitato il senso della creazione nella genesi e ridefinito il ruolo di Eva nella relazione con Adamo e con Dio attraverso le parole del femminile come cominciamento, deponenza, raccoglimento, accoglienza, interiorità, intimità, alterità, ospitalità, attraversamento, infinito.

Nella sua relazione il prof. Illiceto ha tenuto conto del contributo delle teologhe e del pensiero di Luce Irigaray che hanno portato uno sguardo nuovo nell’interpretazione di tanti passi biblici, sollecitando una larga condivisione nel mondo della chiesa alla luce anche dell’insegnamento di Papa Francesco sul ruolo della donna nella chiesa e nel mondo.

La prof.ssa D’Errico nella sua relazione ha considerato gli elementi di preoccupazione di un mondo che mostra gravi crepe nell’economia, nella politica, nell’ambiente per sostenere che occorre una nuova civiltà nella relazione uomo-donna dalla quale solo può nascere un nuovo umanesimo che ponga al centro delle relazioni sociali i valori del femminile come la cura, il far crescere, l’amore e una visione politico culturale in cui la vita viene prima del denaro, del potere ecc.

Mettendo in discussione la cultura del dominio frutto del patriarcato che ha portato l’umanità sull’orlo dell’estinzione ha mostrato la strada che l’umanità deve percorrere per evitare il disastro ambientale, sociale, culturale ed etico morale.

La dott.ssa Vittoria Gentile ha invece esplorato l’archetipo del femminile abbinato, millenariamente, a quello della maternità e della cura. Un abito mentale talmente consolidato e “obbligato” da essere talvolta discriminatorio verso quelle che scelgono o, semplicemente, non possono indossarlo. L’onda catartica di cambiamento che auspichiamo non potrebbe passare anche dalla possibilità di una minore rigidità verso una migliore consapevolezza, e confronto, anche su questi aspetti? La dott.ssa ha infine, citando la scrittrice Loredana Lipperini, sottolineato che non esiste un modo unico e giusto di essere genitori e che i figli sono tutti uno diverso dall’altro e ciascuno imperfetto, come “imperfetti” coloro che li hanno generati.

Non è all’immagine narcisistica e ideale della perfezione e dell’adeguatezza nel ruolo che dobbiamo tendere, ma alla responsabilità, intesa proprio come capacità di rispondere gli uni verso gli altri. Come un’onda che, concentricamente, si allarghi dalla famiglia alla comunità e al culturale che ci pervade.

Ma l’onda catartica dei movimenti tumultuosi e liberatori del momento ha bisogno di maturare nella testa e nel cuore di tutti per farsi nuova, e più stabile corrente di cambiamento.

Le donne di Manfredonia Nuova

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