QUARANTENNALE DELLO SCOPPIO DELL’ENICHEM 1976.
INIZIATIVA “ARSENICO 40 – ORA, LA SALUTE”.
Lo scorso 18 agosto, presso il Centro Diurno “Alda Merini” di Manfredonia è stato costituito, tra i rappresentanti del Comitato Cittadino Progetto salute, il Comitato di volontariato denominato “Quarantennale dello scoppio dell’Enichem del 1976”. Il Comitato si è costituito per finalità di organizzazione la manifestazione “Arsenico 40° – Ora, la Salute” che si è svolto nei giorni 23-24-25-26 e 30 settembre2016 presso il Chiostro del Comune ed il LUC “Peppino Impastato”. A quarant’anni dall’incidente nel petrolchimico, per ricordare quell’evento che preoccupò e mobilitò il mondo scientifico, economico e politico e i cui strascichi diretti sono ancora all’ordine del giorno della cronaca d’oggi, l’Amministrazione Comunale, con l’intento di compiere insieme ai cittadini una riflessione complessiva su quanto accaduto e sui cambiamenti prodotti, ha compartecipato all’organizzazione delle manifestazioni promosse dal Comitato di volontariato denominato “Quarantennale dello scoppio dell’Enichem del 1976”. Visto il regolamento comunale per la concessione di contributi a Enti, Associazioni e Comitati operanti nel campo culturale, turistico, ricreativo e del tempo libero presenti sul territorio comunale, è stato concesso al Comitato di volontariato denominato “Quarantennale dello scoppio dell’Enichem del 1976” un contributo pari a € 10.000,00 per la realizzazione delle iniziative previste. Già anticipata la somma di € 5.000,00 in forma di acconto.
con quel contributo del comune si potevano fare le striscie pedonali,specialmente vicino le scuole vist che a manfredonia sono un lusso.
Tutto fumo negli occhi, il tutto mirato per acconsentire l’ingresso di Energas nel nostro territorio con il meno clamore possibile.
Cosa vogliamo fare, è la politica……
Plaudo all’iniziativa ma il risultato deludente, poca gente alle conferenze, indifferenza generale e spreco inutile di denaro pubblico.
come il murales che è stato disegnato in largo diomede e che doveva essere posizionato in piazza, mentre è rimasto desolatamente il largo diomede, alla vista di pochi e senza alcun rispetto per i ragazzi che con passione lo hanno realizzato.