Venerdì 29 Marzo 2024

I numeri di un anno di lavoro del Comando Provinciale dei Carabinieri della provincia di Foggia

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 Lo scambio di auguri con la stampa è l’occasione per fornire un resoconto dell’attività svolta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Foggia nell’anno che volge al termine, con le operazioni e gli interventi più significativi.

Sono state 1483, in totale, le persone arrestate dai Carabinieri a Foggia e provincia dal primo gennaio 2016 a oggi.

I servizi antidroga che hanno visto impegnati i Carabinieri del Comando Provinciale di Foggia hanno portato all’arresto di 180 persone, con il sequestro di circa 15.988 kg. di sostanze stupefacenti. Sono stati 707 i giovani – e anche meno giovani – segnalati al Prefetto quali assuntori di stupefacenti. Sul fronte del contrasto al fenomeno della droga “fai da te”, i Carabinieri hanno arrestato 34 persone che coltivavano, in proprio, canapa indiana con il sequestro di 191.077 piante.

Il sequestro più importante è stato quello effettuato dai Carabinieri della Compagnia di Cerignola che il 30 agosto u.s. hanno recuperato 5.260 kg. di marijuana, custodita in un fondo agricolo, con l’arresto di 2 persone.

Per bloccare i predatori di rame, il cosiddetto “oro rosso”, dal primo gennaio a oggi i Carabinieri, a Foggia e provincia, hanno arrestato 11 persone, tra italiani e stranieri. Il rame recuperato dai Carabinieri e restituito ai proprietari ammonta a 2.880 kg..

Intensa anche l’attività di controllo del territorio volta a contrastare il fenomeno della detenzione illegale di armi da fuoco che molto spesso servono ad armare la criminalità. In tal senso i Carabinieri hanno sequestrato 71 fucili, 54 pistole, 5.695 munizioni.

Un sentito pensiero lo rivolgiamo a tutti i Carabinieri e agli appartenenti alle Forze dell’Ordine e Forze Armate che nel 2016 hanno sacrificato la loro vita nell’adempimento del Dovere.

Infine, doveroso è il ringraziamento a tutti i rappresentanti degli organi di informazione per l’attenzione dimostrata all’Arma.

Un sincero augurio di buon lavoro e di un sereno Natale con l’auspicio di un nuovo anno foriero di tante soddisfazioni.

OPERAZIONI DI RILIEVO ________________________________________________________________________

7 gennaio 2016: fermo di indiziato di delitto per tentato omicidio e altro.

Alle ore 12.00 circa, in Manfredonia, il ventiquattrenne Flaviano Fariello veniva attinto alle gambe da due colpi d’arma da fuoco esplosi da un uomo del quale si rifiutava di riferire l’identità. Le immediate indagini messe in atto dai Carabinieri di Manfredonia consentivano comunque di appurare che nel corso di un litigio in strada, avvenuto poco prima tra la vittima e il ventinovenne Maurizio Ciociola, pregiudicato già sottoposto alla misura di prevenzione della

sorveglianza speciale di Pubblica Sicurezza con obbligo di soggiorno, per futili motivi, quest’ultimo aveva estratto una pistola e aveva esploso i due colpi verso Fariello, colpendolo alle gambe, prima di dileguarsi. Dopo aver raccolto inconfutabili elementi a suo carico, i Carabinieri della Compagnia di Manfredonia procedevano quindi, di iniziativa, al fermo di P.G. di Maurizio Ciociola per i reati di tentato omicidio, detenzione e porto abusivo di arma da fuoco e inosservanza degli obblighi imposti dalla misura di prevenzione.

12 gennaio 2016: spara e picchia violentemente altro pregiudicato. Arrestato dai Carabinieri di Rodi Garganico.
I Carabinieri della Stazione CC di Rodi Garganico hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dall’Ufficio del G.I.P. presso il Tribunale di Foggia su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di Rocco Matteo Pio Mongelluzzi, trentaduenne di Rodi Garganico, gravemente indiziato dei reati di lesioni personali aggravate e porto abusivo di arma da fuoco.

I fatti risalgono al 05 agosto 2015 quando Mimmo Viterbo, ventinovenne sottoposto alla misura della sorveglianza speciale di P.S., si era presentato presso il Pronto Soccorso di Rodi Garganico in forte stato di agitazione, con lesioni alla testa e con una ferita d’arma da fuoco al piede sinistro.

L’uomo aveva riferito ai militari intervenuti sul posto che poco prima era stato avvicinato in una strada interpoderale dal Mongelluzzi che, con una pistola, senza motivo alcuno, gli aveva sparato un colpo al piede sinistro e l’aveva poi anche ripetutamente colpito alla testa con il calcio della pistola.

I Carabinieri hanno quindi rintracciato e perquisito Mongelluzzi, sequestrando le scarpe dello stesso, macchiate di sangue. I successivi accertamenti tecnici hanno permesso poi di stabilire che si trattava del sangue della vittima.

21 gennaio 2016: un’altra lite con conseguenti spari. I Carabinieri di Manfredonia fermano il settantottenne responsabile
Alle ore 16.00 circa, a Manfredonia, i Carabinieri della locale Compagnia hanno tratto in arresto in flagranza di reato per tentato omicidio e detenzione illecita di arma da sparo (clandestina) il settantottenne Mario Saliani il quale, al termine di una lite scaturita da futili motivi, aveva esploso

L’anno 2016 scandito mese per mese dalle operazioni dell’Arma dei Carabinieri di Foggia e provincia.

alcuni colpi di fucile contro il quarantanovenne Alfredo Renato. Immediatamente giunti sul posto, i militari riuscivano infatti a ricostruire l’intera vicenda e, al termine di un’accurata perquisizione dei luoghi rinvenivano, occultato, il fucile cal. 12 a canne mozze, costruito artigianalmente e privo di qualsiasi segno identificativo, utilizzato da Saliani.

1 febbraio 2016: tre arresti per detenzione di oltre mezzo chilo di cocaina.

A Vieste i militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale hanno arrestato, su ordinanza di custodia cautelare, Marco Raduano ed altre due persone, per la detenzione di 530 grammi di cocaina che, destinata ad attivita’ di spaccio in Vieste e zone limitrofe, avevano nascosto in un luogo che si illudevano non fosse possibile ricondurre alla loro disponibilità.

3 febbraio 2016: droga, pistola di grosso calibro e ordigni pronti all’uso … finisce dritto in galera senza passare dal via.

A San Severo i Carabinieri del locale Comando Compagnia, al termine di un lungo periodo di discreto monitoraggio, con numerosi servizi di osservazione, pedinamento e controllo, hanno proceduto a perquisire l’abitazione di Antonio Cristiano, quarantunenne pregiudicato del luogo, terminando le operazioni con il suo arresto. Durante la perquisizione venivano infatti scoperti 14 kg. di hashish, e addirittura una pistola Colt cal. 45 con matricola abrasa, oltre a numerose cartucce dello stesso calibro, e ben otto ordigni artigianali già confezionati e pronti per essere utilizzati.

3 marzo 2016: rapina in casa con omicidio. Arrestato un cittadino bulgaro.

Il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale ha sottoposto a fermo di indiziato di delitto il cittadino bulgaro domiciliato a San Severo Ivanov Yolo Bogdanov, responsabile dell’omicidio a seguito di rapina, avvenuto il precedente 14 febbraio a San Severo ai danni di Antonio Carafa, pensionato, che era stato trovato all’ interno della sua abitazione riverso a terra coperto di sangue, con numerose ferite alla testa e tre ferite da punta e taglio al collo ed una alla nuca, nonché numerose fratture al cranio.

3 marzo 2016: deteneva armi e munizioni illegalmente, arrestato dai Carabinieri di Rodi Garganico.
I Carabinieri della Tenenza di Vieste, nell’ambito di una serie di controlli finalizzati alla ricerca di armi, hanno arrestato il quarantasettenne Pasquale Basta. I militari operanti, dando tempestivo riscontro a una circostanziata attività info-investigativa, hanno effettuato una perquisizione presso l’abitazione viestana dell’uomo, scoprendo un vero e proprio arsenale nel garage. Dietro un mobile, infatti, ben nascosti all’interno di un sacco di plastica, erano custoditi tre fucili cal. 12, di cui due a canne mozze, con matricola abrasa e perfettamente funzionanti, oltre a due pistole prive di marca e matricola, presumibilmente antecedenti al 1920 ma perfettamente conservate e funzionanti. I Carabinieri hanno poi rinvenuto anche 6 cartucce da caccia cal. 12 e 14 cartucce da caccia cal. 20, anche questa illegalmente detenute dall’interessato.

6 marzo 2016: tentano di rapinare in casa una coppia di pensionati. Due arresti

I Carabinieri della Stazione di Torremaggiore hanno dato esecuzione a due ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti del cinquantottenne Vincenzo Parracino e del quarantasettenne Alfredo Farino, entrambi pregiudicati.

Il provvedimento veniva emesso dal G.I.P. del Tribunale di Foggia sulla scorta dei numerosi elementi probatori raccolti dai militari dell’Arma relativamente ad una tentata rapina in abitazione avvenuta nel gennaio scorso nel centro dell’alto tavoliere.

In particolare i militari, dopo aver ricevuto la denuncia di una
coppia di pensionati ultrasessantenni che nella notte tra il 18 e il 19 gennaio avevano subito un tentativo di rapina da parte di due individui travistati, che si erano introdotti nella loro abitazione e che sotto la minaccia di una pistola, avevano tentato di farsi consegnare del denaro, desistendo solo dopo aver verificato che effettivamente nella casa non ve n’era, grazie alla precisa descrizione dei due fornita dalle vittime, orientavano immediatamente le indagini nei confronti dei due odierni fermati, già conosciuti alle Forze dell’Ordine. Nel corso delle indagini, in virtù degli elementi probatori emersi nei confronti dei due soggetti, veniva emessa ordinanza di custodia cautelare in carcere. I due uomini, dopo la notifica del provvedimento, sono stati condotti presso la casa circondariale di Foggia.

11 marzo 2016: ci si aspettava di trovare della droga, i Kalashnikov ed esplosivo sono stati una sorpresa.
A San Severo i Carabinieri della locale Compagnia, al termine di una prolungata attività di osservazione e pedinamento intrapresa a seguito di numerose segnalazioni circa un sospetto viavai di persone da e per un’abitazione nella centrale via Volturno, appena capito che l’occasione si

presentava propizia hanno bloccato per strada e sottoposto a perquisizione personale Gennaro Tumolo, pregiudicato sanseverese del ’76. L’uomo veniva trovato in possesso di un panetto di hashish di circa 93 gr., occultato nella tasca interna del cappotto. I militari a quel punto decidevano di approfondire le indagini estendendo la perquisizione dapprima alla sua abitazione, con esito negativo, e successivamente al box auto, all’interno del quale i militari

avevano osservato il Tumolo accedere più volte, apparentemente senza motivo.
Proprio all’interno del box i Carabinieri hanno scoperto un autentico arsenale detenuto dal quarantenne:

  • −  tre fucili mitragliatori Kalashnikov, in ottime condizioni e perfettamente funzionanti, con iserbatoi già carichi ed inseriti;
  • −  un revolver con matricola abrasa;
  • −  177 cartucce calibro 7,62 e 30 calibro 38 special;
  • −  7 micce a combustione lenta, del tipo utilizzato per il confezionamento di ordigni artigianali;
  • −  5 kg. di hashish;
  • −  500 gr. di cocaina, già confezionata in singole dosi;
  • −  2 bilancini di precisione;
  • −  una pressa artigianale utilizzata per il confezionamento dello stupefacente. Il Tumolo è stato pertanto tradotto presso il carcere di Foggia.

11 marzo 2016: il tentato furto in casa si trasforma in violenta rapina. arrestato un 35enne.

I Carabinieri della Tenenza di Vieste hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dall’Ufficio del G.I.P. presso il Tribunale di Foggia su richiesta della Procura della Repubblica nei confronti del trentacinquenne Francesco Gala, accusato del reato di rapina aggravata.

I fatti risalgono allo scorso 1° febbraio quando, attorno all’una di notte, l’uomo aveva forzato la porta d’ingresso di un’abitazione ubicata al piano terra nel centro di Vieste e si era intrufolato, asportando da un portafoglio, che aveva trovato all’ingresso, la somma di 70 euro. Il proprietario di

casa, che nel frattempo si era svegliato, aveva tentato di recuperare la refurtiva ma il rapinatore non aveva esitato a colpirlo con calci e pugni allo scopo di guadagnarsi la fuga, provocandogli contusioni al collo, al gomito destro e al ginocchio destro.

La descrizione fornita ai Carabinieri dalla vittima ha permesso di far luce sulla vicenda e di risalire al Gala che, dopo le formalità di rito, è stato sottoposto al regime degli arresti domiciliari, a disposizione dell’ Autorità Giudiziaria mandante.

15 marzo 2016: giovanissimi ma già con una carriera criminale alle spalle. Inutile e stupida violenza per pochi Euro. In due finiscono in carcere.
I Carabinieri della Stazione di Apricena hanno proceduto all’esecuzione di due ordinanze di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del tribunale di Foggia per il reato di rapina aggravata in concorso nei confronti di Antonio Masullo, classe ’94, e Gabriele Nardella, classe ’92, entrambi pluripregiudicati residenti nella cittadina dauna.

Il provvedimento è stato emesso sulla scorta delle indagini svolte dai militari dell’Arma a seguito della denuncia di una rapina consumata all’interno della villa comunale di Apricena nella sera del 20 gennaio scorso.
In particolare i Carabinieri avevano ricevuto la denuncia da parte di due cittadini apricenesi, rispettivamente padre e figlio, di 76 e 45 anni, i quali riferivano che mentre stavano facendo una passeggiata all’interno della villa comunale, erano stati aggrediti alle spalle da due giovani a volto

scoperto che, dopo aver scaraventato a terra l’anziano, peraltro invalido, il portafoglio contente 100 Euro, per poi dileguarsi. Immediatamente avevano svolto un’attenta attività investigativa che permetteva loro di giovanissimi anche la commissione di un’altra rapina, consumata con le precedente ai danni di un giovane che, aggredito violentemente, era stato rapinato di 15 Euro.

Gli elementi raccolti avevano quindi permesso di ricondurre in capo ai due fermati la responsabilità per entrambi gli episodi.
I due giovani, con numerosi precedenti per reati contro il patrimonio, venivano pertanto arrestati e condotti presso il carcere di Foggia.

avevano sottratto al figlio i militari della Stazione accertare in capo ai due stesse modalità nella sera

20 marzo 2016: il tentato furto in abitazione finisce in una rapina. Due cittadini serbi in carcere.
I Carabinieri del Comando Stazione di San Paolo di Civitate, con la collaborazione di quelli

dell’Aliquota Radiomobile del NORM di San Severo, hanno arrestato due cittadini serbi, Callia Hobakob, classe ’86 incensurato, e Nenad Mitrovic, classe ’77 pluripregiudicato.
Il fatto è avvenuto nella notte di San Giuseppe, quando un uomo di 51 anni residente nel piccolo centro dauno, mentre si trovava a casa di amici, riceveva una telefonata da parte di alcuni vicini che segnalavano la presenza di strani movimenti presso la sua abitazione. L’uomo contattava immediatamente il 112, che era già stato allertato dalle telefonate di alcuni cittadini, e subito dopo si recava presso la sua abitazione insieme ad un suo amico. Una volta arrivato, la vittima sorprendeva i due soggetti ancora all’interno intenti a mettere le stanza a soqquadro in cerca di preziosi. Vistisi scoperti, i due aggredivano la vittima malmenandola e colpendola con un cacciavite per poi tentare di dileguarsi. Una volta usciti dall’abitazione però si ritrovavano davanti numerosi vicini di casa della vittima, accorsi per le grida di aiuto dell’uomo. Disorientati dalla presenza di tante persone, i due soggetti cercavano di

fuggire ma in quegli stessi istanti sopraggiungevano i militari del locale Comando Stazione che, supportati dai colleghi del Radiomobile, immediatamente bloccavano i due stranieri. Gli accertamenti svolti dai militari permettevano inoltre di verificare che il Mitrovic risultava destinatario di un provvedimento di cattura per una rapina in abitazione commessa in provincia di Lecce e per il quale era stato condannato a tre anni di reclusione. Entrambi i soggetti venivano quindi dichiarati in arresto e tradotti al carcere di Foggia.

1 aprile 2016: arrestati due pregiudicati sanseveresi per un tentativo di estorsione a suon di bombe.

I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di San Severo hanno arrestato, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Bari, due pregiudicati originari di San Severo, ritenuti responsabili di aver fatto esplodere un potente ordigno di fronte all’abitazione di un farmacista a Poggio Imperiale.

L’episodio si era verificato nel cuore di una notte del maggio scorso, quando il piccolo centro dauno era stato svegliato dal boato dell’esplosione. L’ordigno, collocato dinanzi al portone dell’abitazione del titolare della farmacia della cittadina, aveva danneggiato anche gli infissi di alcune abitazioni adiacenti a

quella della vittima. Immediatamente iniziavano le indagini dei militari per individuare gli autori del pericoloso gesto ed emergeva che l’esplosione era finalizzata ad una richiesta estorsiva che, alcuni giorni dopo l’evento, veniva formulata alla vittima. Le investigazioni risultavano particolarmente complesse e articolate per via delle cautele adottate dai rei: quest’ultimi infatti non si sono mai personalmente presentati dalla vittima per formulare le richieste di denaro, e i vari contatti telefonici avvenivano da cabine telefoniche dislocate anche fuori provincia. Ciononostante, i Carabinieri, individuate le varie località da cui erano state effettuate le telefonate estorsive, grazie ad alcune immagini estrapolate da sistemi di videosorveglianza riuscivano a risalire all’identità dei due soggetti. Inoltre, nel corso dello ennesimo tentativo da parte dei rei di ottenere il denaro dalla vittima, i Carabinieri, sulla base delle conversazioni captate, organizzavano un servizio di pedinamento e controllo durante il quale identificavano i due indagati nelle vicinanze della cabina telefonica, dalla quale, proprio alcuni secondi prima, gli estorsori avevano effettuato la telefonata

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alla vittima in cui le ordinavano di preparare 30.000 Euro. In quella circostanza l’intervento dei militari impediva che l’estorsione fosse portata a compimento e forniva ulteriori prove di colpevolezza in capo ai due soggetti. Luigi Nardella, classe ’71, e Christian Angelo Renzulli, classe ’79, entrambi originari di San Severo e pregiudicati, sono stati tradotti al carcere di Foggia e dovranno rispondere dei reati di concorso aggravato in danneggiamento, detenzione e porto di materiale esplosivo, tentata estorsione.

8 aprile 2016: sequestrato il patrimonio illecitamente accumulato da un capoclan.

A Orta Nova i militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro anticipato, emesso dal Tribunale Di Foggia – Sezione Misure Di Prevenzione, a carico di Francesco Gaeta, pluripregiudicato a capo del’omonimo gruppo criminale operante a Orta Nova. A conclusione di una complessa indagine emergevano gravi e concordanti indizi che i seguenti beni fossero il frutto o reimpiego della sua attivita’ illecita:

4 abitazioni della consistenza di 120, 100, 90 e 80 mq;
2 box della consistenza di 85 e 32 mq;
4 terreni della consistenza complessiva di circa 1 ettaro;
quote sociali e relativo complesso aziendale di società

cooperativa operante nel settore del trasporto merci;
saldi attivi di conti correnti bancari pari ad 50.000 Euro circa.

La stima preliminare complessiva dei beni sequestrati ammonta a circa 1.000.000 di Euro.

8 aprile 2016: le continue liti per motivi legate ai confini dei terreni sfociano in un tentato omicidio. Tre i fermati.
Alle ore 10.00 circa, a Mattinata, i Carabinieri della Compagnia di Manfredonia hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto per tentato omicidio in concorso il ventiseienne Andrea Quitadamo ed il ventiduenne Fabio Pio Di Mauro, pregiudicati. Accurate ed immediate attività investigative scaturite a seguito del tentato omicidio ai danni di Antonio Pio Prencipe, gravemente ferito a colpi di ascia, consentivano di appurare le responsabilità dei fermati che, nel frattempo, si erano resi irreperibili a seguito dell’episodio criminale commesso il giorno prima. Gli stessi venivano rintracciati solo alle prime luci dell’alba, dopo ininterrotte operazioni di ricerca e perquisizioni proseguite per tutta la notte in casolari rurali isolati sparsi nell’impervio territorio garganico. Il giorno successivo, a causa delle continuative attività di ricerca condotte dall’Arma, che aveva individuato tra i responsabili anche il ventunenne Bartolomeo La Pomarda, anch’egli nel frattempo resosi irreperibile, lo stesso si presentava spontaneamente presso il Commissariato di P.S. di Manfredonia, ammettendo le proprie responsabilità in ordine ai fatti.

21 aprile 2016: tentano un’estorsione nei confronti di due donne imprenditrici, ma incontrano i Carabinieri. In tre finiscono in galera.
Ad Ascoli Satriano i militari dell’Aliquota Operativa del NORM della Compagnia di Cerignola hanno tratto in arresto Ruggiero e Celestino Lobozzo, rispettivamente sessantaduenne e sessantaquattrenne, entrambi pregiudicati del posto, e Giuseppe Loporchio, trentaseienne anch’egli di Ascoli Satriano, incensurato, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa, su richiesta della Procura della Repubblica di Foggia che aveva concordato pienamente con le risultanze investigative dei Carabinieri di Cerignola, per concorso in tentata estorsione, detenzione e porto abusivo di armi e danneggiamento seguito da incendio. L’attivita’ tecnica di indagine,

corroborata da mirati servizi osservazione, controllo e pedinamento, aveva permesso di raccogliere inconfutabili elementi di colpevolezza a carico dei predetti in ordine ad una trattativa estorsiva posta in essere dagli stessi dal mese di dicembre 2015 nei confronti di Diletta Diviccaro e Antonella Micucci, acquirenti all’asta

dell’azienda agricola “Posta Gambero”, sita nelle campagne di Ascoli Satriano, nella disponibilita’ dei fratelli Lobozzo, al fine di costringere le vittime a restituire la citata struttura, mediante minacce, esplosioni di colpi arma da fuoco a scopo intimidatorio all’indirizzo di un loro veicolo, nonché danneggiamento mediante incendio ad altro mezzo nella disponibilita’ delle stesse, episodi accaduti tra il dicembre 2015 e il febbraio 2016.

29 aprile 2016: custodivano un autentico arsenale. In 8 in manette.

A Monte Sant’Angelo i militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali nei confronti di 8 persone, gravemente indiziate dei reati di furto aggravato, estorsione, detenzione e porto illegale di armi comuni e da guerra, quali pistole cal. 9 e cal. 7,65, fucili da caccia, mitragliatori Kalashnikov, nonché di alcuni candelotti di dinamite.

3 maggio 2016: operazione “piazza Padre Pio” – 7 O.C.C. (ART. 73 DPR. 309/90)

Il NORM della Compagnia di Foggia, a conclusione di un’articolata indagine di p.g. ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. di Foggia a carico di sette persone che avevano scelto la piazza dedicata al Santo di Pietralcina come centrale dello smercio di droga ai loro giovanissimi acquirenti. Nell’indagine sono state registrate 225 cessioni.

9 maggio 2016: operazione antiassenteismo al Comune di Foggia.

Il NORM della Compagnia di Foggia, al termine di un’intelligente attività investigativa, ha eseguito tredici Ordinanze di Custodia cautelare nei confronti di altrettanti dipendenti comunali infedeli, sia verso l’Amministrazione che verso la comunità. Contestualmente veniva data esecuzione alla misura cautelare personale interdittiva della sospensione dall’esercizio dei pubblici uffici nei confronti di altre sette persone.

L’attività, svolta anche con l’ausilio di riprese video e servizi di o.c.p., permetteva di verificare che presso la sede del servizio integrato attività economiche del Comune in viale Sant’Alfonso Maria De Liguori, vi era un sistema da tempo consolidato posto in essere dagli impiegati allo scopo di assentarsi ripetutamente dal posto di lavoro sia di giorno che nei rientri pomeridiani, ossia, a turno, ognuno di loro attestava la presenza degli assenti “strisciando” al loro posto anche fino a una decina di badges marcatempo. La

comparazione dei dati estrapolati dai tabulati delle presenze (contabilizzate e remunerate agli indagati) registrate dal marcatempo con i dati estratti dalle telecamere installate e riscontrati in molti casi dai servizi di osservazione, permetteva di appurare la condotta illecita dei “furbetti”.

27 maggio 2016: tre violenti senza scrupoli tolgono la serenità ad un intero paese. Ora sono in carcere.
I Carabinieri della Compagnia di San Severo hanno dato esecuzione a tre ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal G.I.P. del Tribunale di Foggia su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di altrettanti pregiudicati tutti residenti in San Paolo di Civitate. L’operazione è il frutto di una complessa e articolata attività investigativa condotta dai militari della Stazione Carabinieri di San Paolo di Civitate con la collaborazione del Nucleo Operativo, che ha permesso di ricostruire una serie di estorsioni che i tre soggetti avevano messo in atto nei confronti di alcuni commercianti della piccola cittadina dauna.

Le indagini dei militari avevano preso spunto dal ferimento con un colpo di pistola di un imprenditore di San Paolo. L’uomo infatti, nella notte del 28 novembre del 2015, era giunto all’ospedale di San Severo con una ferita da un arma da fuoco ad una gamba. In quella circostanza i Carabinieri, riuscendo a superare i timori della vittima in quel momento comprensibilmente spaventata da quanto accadutogli, raccoglievano importanti elementi circa la responsabilità di Giuseppe Ulisse, classe ’84, quale autore del ferimento, il cui movente era risultato il diniego da parte della vittima ad assumerlo come “guardiano” per le sue proprietà. Nei confronti dell’uomo, nel frattempo resosi irreperibile, veniva emesso un provvedimento di fermo di indiziato di delitto eseguito lo scorso gennaio, quando l’uomo veniva localizzato a Termoli.

Dopo tale episodio i Carabinieri avviavano un’attività di indagine volta a verificare altri eventuali episodi estorsivi commessi nella cittadina. I militari riuscivano a raccogliere evidenti elementi probatori e a ricostruire diversi episodi estorsivi portati a compimento dall’Ulisse unitamente ai fratelli Giuseppe Leonardo e Antonio Pappadopola, rispettivamente classe ‘85 e classe ’81, originari di San Severo e residenti a San Paolo di Civitate.

Nel corso degli ultimi due anni, infatti, i tre individui erano riusciti a instaurare un clima di timore nel piccolo centro, attraverso un “modus operandi” ben delineato, che prevedeva danneggiamenti, furti e minacce più o meno dirette nei confronti dei
titolari di attività commerciali, seguite da richieste

estorsive, talvolta dirette e quantificate in somme di denaro, in altre mascherate dalla richiesta di assunzioni fittizie.
Tra i casi accertati, uno dei più eclatanti aveva visto le minacce e le pressioni nei confronti di un imprenditore agricolo concretizzarsi in numerosi atti intimidatori e danneggiamenti, tra cui il ritrovamento di una testa di cane mozzata all’interno di un’autovettura, oltre che il danneggiamento e l’incendio di mezzi agricoli.

Sia per i fratelli Pappadopola, rintracciati nella mattina presso le loro abitazioni in San Paolo, sia per l’Ulisse, già detenuto presso il carcere di Foggia per il primo episodio, il G.I.P., concordando pienamente con le risultanze investigative dell’Arma, ha disposto la custodia cautelare in carcere.

30 maggio 2016: per pochi Euro malmenano e rapinano una persona. In tre finiscono in manette.
I Carabinieri della Tenenza di Vieste hanno dato esecuzione a tre ordinanze di custodia cautelare emesse dall’Ufficio del G.I.P. presso il Tribunale di Foggia su richiesta della Procura della Repubblica nei confronti dei viestani Pio Giorgio Mastromatteo, Mirko Romondia e Michele Troia, gravemente accusati del reato di rapina aggravata in concorso.

I fatti risalgono allo scorso 14 marzo quando i tre, rispettivamente di 20, 22 e 19 anni, intorno alle 22, avevano aggredito con calci e pugni un quarantenne che stava giocando ad una slot machine in una sala giochi del centro cittadino di Vieste, provocandogli un trauma contusivo allo zigomo destro e al naso. I giovani, dopo aver sottratto la vincita di circa 20 Euro al malcapitato, si erano dileguati a piedi, facendo perdere le loro tracce. Le indagini condotte dai militari della Tenenza di Vieste hanno permesso di far luce sulla vicenda e di risalire ai tre malfattori, anche grazie alla visione delle immagini delle telecamere a circuito chiuso della sala giochi.

Romondia e Troia sono stati sottoposti agli arresti domiciliari, mentre Mastromatteo, che all’epoca dei fatti si trovava ristretto agli arresti domiciliari per altra causa, è stato condotto alla Casa Circondariale di Foggia, accusato anche del reato di evasione.

7 giugno 2016: primo arresto per omicidio stradale in capitanata.

I militari del NORM della Compagnia di Foggia hanno tratto in arresto Iliev Giorgi Georgiev, nato cinquantenne bulgaro domiciliato a Carapelle. Lo stesso, alle 18.00 del giorno precedente, mentre era alla guida dell’autocarro con targa bulgara di proprietà della ditta “ako tekno eood” con sede in Bulgaria, percorrendo la sp 75, giunto in località “La Pescia” di Foggia,perdeva il controllo del mezzo uscendo dalla sede stradale, ribaltandosi. Per le gravi lesioni riportate decedeva sul posto Vairo

Matteo, cinquantunenne di Manfredonia, che sedeva accanto a lui nella cabina di guida. Il conducente, immediatamente soccorso da personale del 118 e trasportato in ospedale, veniva riscontrato affetto da “trauma cranico” e ricoverato presso il reparto di Neurochirurgia con una prognosi di 20 giorni, e, una volta sottoposto all’alcooltest, veniva riscontrato con un tasso alcolemico pari a 1,8 mmg/l..

10 giugno 2016: uccidono in casa un anziano per pochi Euro. Arrestati due rumeni.

I Carabinieri della Compagnia di Vico del Gargano hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dall’Ufficio del G.I.P. presso il Tribunale di Foggia su richiesta della Procura della Repubblica nei confronti del cittadino rumeno Dan Ionut Dragus, classe 1979, gravemente indiziato dei reati di omicidio aggravato e rapina aggravata, in concorso con Cristi Iulian Alistar, 22enne rumeno, all’epoca dei fatti irreperibile.

Nella prima mattinata del 28 febbraio scorso i Carabinieri della Stazione di Carpino erano stati chiamati dalla figlia di un anziano, Giuseppe Ciuffreda, che aveva rinvenuto esanime nella sua abitazione, in via del Municipio a Carpino. Giunti sul posto i Carabinieri constatavano lo sfondamento del vetro destro della porta d’ingresso ed, entrati, trovavano, nella camera da letto, l’ottantaseienne riverso a terra, in posizione supina, che presentava mani e volto ricoperti di sangue ed evidenti segni di percosse sul volto, ma, pur incoscente, ancora vivo.

L’uomo veniva immediatamente trasferito presso l’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San

Giovanni Rotondo dal personale del 118, senza che riuscisse a riferire alcunché su quanto occorsogli a causa dello stato confusionale dovuto allo shock conseguente alla violenta aggressione subita. Lo stesso, dopo un periodo di degenza presso l’Ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza” di San Giovanni Rotondo, decedeva il 10 maggio seguente.

I Carabinieri intervenuti verificavano anche che il cassettone dell’armadio collocato all’interno della camera da letto era stato svuotato del suo contenuto e tutto il vestiario della vittima si trovava sparso nella stanza; inoltre, ai piedi del letto, veniva rinvenuto un sacchetto di carta contenente un paio di forbici da potatura con la punta macchiata di sangue. La figlia riferiva che, da un primo controllo, dall’appartamento risultava mancante soltanto un libretto di deposito bancario.

Alla luce dello stato dei luoghi e delle condizioni della vittima appariva evidente che più malviventi si erano introdotti nell’abitazione dell’anziano, sorprendendolo mentre si trovava a letto, e che, non avendo rinvenuto denaro contante o beni di valore ed al fine di farseli consegnare, lo avevano colpito violentemente al volto, adoperando anche un corpo contundente che verosimilmente doveva individuarsi nelle forbici da potatura rinvenute sul luogo dell’aggressione. L’attività d’indagine condotta dai Carabinieri aveva una svolta positiva grazie all’immediata intuizione che l’autore dell’efferata rapina potesse identificarsi nel cittadino rumeno Dan Ionut Dragus, già conosciuto dai Carabinieri, e che abitava a poche decine di metri di distanza dalla casa della vittima.

V eniva quindi subito eseguita una
perquisizione presso l’abitazione dello
stesso, nel corso della quale venivano
rinvenuti all’interno di una busta capi di
abbigliamento di due persone con evidenti
tracce ematiche, che venivano sequestrati e
inviati al Reparto Investigazioni Scientifiche
Carabinieri di Roma per i relativi
accertamenti biologici e genetici. Dalla
relazione tecnica redatta dalla Sezione
Biologia del citato Reparto emergeva che le
tracce di sangue campionate sugli indumenti
sequestrati erano riconducibili alla vittima, e
che sulle superfici interne di alcuni dei
predetti capi di vestiario, in particolare su un
paio di pantaloni, sul cappuccio interno di una felpa e su un paio di mutande era stato repertato materiale biologico riconducibile al profilo genetico del Dragus. Inoltre, dai tabulati relativi al traffico telefonico dell’utenza cellulare nella sua disponibilità emergeva che quest’ultimo, la sera della rapina, aveva avuto contatti telefonici con un suo connazionale, Cristi Iulian Alistar, domiciliato a Carpino, che da subito si era però reso irreperibile. Nonostante il risultato sfavorevole delle ricerche, i Carabinieri, di iniziativa, decidevano comunque di svolgere accurati accertamenti tramite il social network “facebook”, rilevando che sul profilo personale dell’Alistar vi erano alcune fotografie che lo ritraevano con indosso proprio gli stessi abiti sequestrati nell’abitazione del Dragus. Tale importante successo investigativo consentiva di documentare, inequivocabilmente, l’appartenenza ad Cristi Iulian Alistar di questi ultimi vestiti.

Il Dragus veniva quindi condotto alla casa circondariale di Foggia, mentre Cristi Iulian Alistar, colpito da Mandato di Arresto Europeo, veniva rintracciato in Romania il 13 settembre ed, estradato in Italia, rinchiuso nel carcere di Rebibbia.

14 giugno 2016: ricettazione e riciclaggio di auto rubate. 12 persone arrestate.

Alle 11.30, a Zapponeta e Cerignola, i militari della Compagnia Carabinieri di Manfredonia, in esecuzione di apposita ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Foggia, che aveva concordato pienamente con le risultanze investigative dell’Arma, hanno tratto in arresto per concorso in ricettazione e riciclaggio il cinquantatrenne Leonardo Croce, il sessantunenne Giuseppe De Martino e il quarantenne Vincenzo Matera, tutti pluripregiudicati per reati specifici. Le indagini consentivano di acclarare le responsabilità degli arrestati in ordine all’acquisizione di un numero imprecisato di veicoli provento di furto, dello smontaggio degli stessi mezzi con asportazione dei dati identificativi e della reimmissione di parti di questi nel mercato, attività poste in essere in luoghi appositamente individuati ed attrezzati. Nel corso dell’attività portata avanti dall’Arma di Manfredonia per alcuni mesi, venivano complessivamente tratte in arresto 12 persone, sequestrati 28 motori, 14 veicoli e svariate parti meccaniche e di carrozzeria.

27 luglio 2016: la lite tra disperati finisce nel sangue. Un ivoriano arrestato per omicidio.

I Carabinieri della Compagnia di San Severo sono intervenuti presso il cosiddetto “Ghetto di Rignano” a seguito della richiesta da parte di un cittadino straniero che segnalava una rissa all’interno dell’insediamento. Giunti sul posto unitamente a personale sanitario del 118, i militari constatavano la presenza di un cittadino maliano gravemente ferito da una coltellata all’addome che veniva immediatamente soccorso e trasportato presso il pronto soccorso di Foggia in condizioni estremamente critiche. Raccogliendo, con non poca fatica, alcune testimonianze direttamente sul posto, i Carabinieri riuscivano a rintracciare l’autore dell’aggressione, nel frattempo barricatosi all’interno di un abituro, circondato da numerosi cittadini stranieri che manifestavano chiari intenti aggressivi nei suoi confronti. I militari riuscivano tuttavia a tranquillizzare la situazione e a prelevare l’aggressore, che veniva immediatamente condotto presso il Comando Compagnia. Nella circostanza veniva anche ritrovato il coltello con il quale era stata ferita la vittima, un cittadino maliano di 34 anni.

Le indagini condotte dai militari permettevano di appurare che l’aggressore, identificato in Mariko Tahitov, cittadino ivoriano classe ’90, aveva avuto un litigio provocato da futili motivi con la vittima, durante il quale l’aveva colpita con un coltello. Particolarmente importante per ricostruire l’accaduto sono risultate alcune testimonianze rese da alcuni cittadini stranieri che avevano assistito a quanto avvenuto.

Purtroppo la vittima dell’aggressione decedeva in ospedale a seguito delle lesioni riportate. Sulla base dei numerosi elementi
raccolti dai Carabinieri la Procura
della Repubblica di Foggia

emetteva nell’immediatezza un fermo di indiziato di delitto nei confronti del cittadino ivoriano, che veniva tradotto presso il carcere di Foggia. L’uomo, con precedenti di polizia ed irregolare sul territorio nazionale, dovrà rispondere di omicidio.

1 agosto 2016: arrestati dai Carabinieri di Vico del Gargano tre estorsori particolarmente sgangherati.
I Carabinieri della Compagnia di Vico del Gargano hanno dato esecuzione a tre ordinanze di custodia cautelare emesse dall’Ufficio del G.I.P. presso il Tribunale di Foggia su richiesta della Procura della Repubblica nei confronti dei viestani Pasqualino Carpano, Michele Troia e Mirko Romondia, rispettivamente di 52, 20 e 23 anni, gravemente accusati del reato di tentata estorsione aggravata. Le indagini sono scattate lo scorso 30 giugno quando, nel corso di una perquisizione personale, i militari della Tenenza di Vieste avevano rinvenuto nella disponibilità di Michele Troia un biglietto dal contenuto estorsivo, identico a quelli ritrovati da alcuni commercianti del centro storico della cittadina garganica sotto le serrande dei propri negozi. Le indagini, condotte anche con l’ausilio delle immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona, permettevano poi di acquisire inconfutabili elementi di reità a carico di Carpano e Romondia, riconosciuti e denunciati da un esercente della zona. Quest’ultimo, infatti, era stato più volte minacciato dai predetti con frasi del tipo “O paghi o ti ammazzo”, e “se tu non paghi ti porto via tutta la merce”.

Dopo le formalità di rito Carpano e Troia sono stati condotti alla Casa Circondariale di Foggia, mentre a Romondia il provvedimento veniva notificato direttamente all’interno dello stesso istituto penitenziario, ove lo stesso era già detenuto per altra causa.

5 agosto 2016: tentano un’estorsione a Lucera. In tre in manette.

A Lucera il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dava esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 3 persone per i reati di estorsione aggravata e violazione delle leggi in materia di armi.

Gli arrestati avevano compiuto atti intimidatori nei confronti dei gestori di un’impresa attiva nel settore dello smaltimento rifiuti, consistenti nell’aver dato alle fiamme un autocompattatore, aver

danneggiato un’autovettura esplodendole contro alcuni colpi d’arma da fuoco e aver lanciato una bomba carta all’interno della recinzione dell’impresa, intimando alle vittime la consegna di 300.000 Euro e minacciandole di morte qualora non avessero assecondato la richiesta.

24 settembre 2016: scoperta coltivazione di marijuana estesa per ben 6 ettari. Tre in manette.

A Ordona il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale ha individuato una folta piantagione di marijuana costituita da 180.000 piante, estesa per oltre 6 ettari, arrestando in flagranza di reato 3 persone. Nel medesimo fondo venivano inoltre rinvenuti 4 cassoni di marijuana già essiccata e tagliata, per un peso complessivo di 320 kg., nonché un magazzino adibito ad essiccatoio, al cui interno vi erano attrezzature per l’essiccazione della sostanza stupefacente e materiale per il confezionamento.

1 ottobre 2016: arrotondava la pensione con la marijuana. Arrestato 68enne.

I militari della Stazione Carabinieri di Stornara, a conclusione di un’autonoma attività info- investigativa, condotta attraverso mirati servizi di osservazione, controllo e pedinamento, anche notturni, hanno arrestato Gerardo Scorza, sessantottenne pregiudicato del luogo, per detenzione illegale di armi, munizioni e sostanze stupefacenti. Nel corso di una mirata perquisizione eseguita all’interno di un suo casolare a Orta Nova, in località Rio Morto, rinvenivano:

  • –  374 kg. di marijuana, già confezionata e pronta a essere smerciata;
  • –  un bilancino di precisione;
  • –  una bilancia di tipo industriale;
  • –  vario materiale per il confezionamento della droga;
  • –  un fucile cal. 12 di provenienza delittuosa, senza marca e matricola;
  • –  un fucile cal. 12 il cui possesso era stato regolarmente dichiarato dal padre dell’arrestato, ma di cuiil soggetto non aveva regolarizzato il possesso;
  • –  n. 31 cartucce cal. 12 illegalmente detenute;
  • –  un dispositivo disturbatore di frequenze radio jammer.Dalle analisi tecniche di laboratorio sul totale della quantità in sequestro di droga si è accertato che, secondo le tabelle ministeriali, sarebbe stato possibile ricavare 466.205 dosi medie singole. Il valore dello stupefacente, considerato al dettaglio, si aggirava intorno ai 2 milioni di Euro.

    4 ottobre 2016: i Carabinieri arrestano due giovani fratelli per l’inspiegabile tentato omicidio di un coetaneo.
    Alle 03.00 circa, a Mattinata, i Carabinieri della Compagnia di Manfredonia hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto per concorso in tentato omicidio i fratelli Michele e Marco Vaira. Immediate ed ininterrotte attività investigative svolte dall’Arma a seguito dell’accoltellamento di Riccardo Stuppiello per futili motivi all’esterno di un bar, consentivano di acclarare le responsabilità dei fermati che, a seguito dell’evento, si erano resi irreperibili.

    16 ottobre 2016: evitate più gravi conseguenze a una rissa dai Carabinieri liberi dal servizio.

    Alle ore 23.00 circa, a Manfredonia, nelle immediate vicinanze del locale Comando di Compagnia, i Carabinieri hanno tratto in arresto in flagranza del reato di rissa aggravata e porto abusivo di armi il trentaduenne Antonio Guerra, il cinquantunenne Antonio Lombardi ed il figlio di quest’ultimo, Domenico, i primi due pluripregiudicati. A seguito della segnalazione di una violenta rissa in corso, con esplosione di un colpo d’arma da fuoco, gli stessi militari presenti in caserma, anche fuori servizio, sono tempestivamente intervenuti immobilizzando e arrestando i tre. A terra sono stati rinvenuti e sequestrati un coltello e una pistola Beretta cal. 7.65, con caricatore inserito e 11 cartucce, inceppatasi a seguito dello sparo, oltre al bossolo esploso.

    22 ottobre 2016: scoperto un deposito per il “taglio” degli automezzi. Arrestato un ucraino.

    I militari della locale Stazione Carabinieri di San Ferdinando di Puglia hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto il sedicente trentatreenne clandestino di nazionalità ucraina Mykola Tyshkovets, sorpreso all’interno di un capannone in disuso nelle campagne del paese intento a smontare un’autovettura provento furto, consumato il precedente 19 ottobre a Palo del Colle (BA). Nella circostanza venivano

rinvenuti e sottoposti a sequestro un’altra quindicina tra auto, furgoni e autocarri, oltre a numerosissimi motori e parti di carrozzerie varie, il tutto di provenienza furtiva, per un valore approssimativamente stimato in 1.000.000 Euro.

31 ottobre 2016: operazione “Ariete”. La Compagnia di Manfredonia assesta un durissimo colpo alla criminalità garganica.

La notte del 31 ottobre 2016, dopo quasi un anno di serrate indagini condotte dai Carabinieri della Compagnia di Manfredonia e coordinate dalla Procura della

Repubblica presso Tribunale di Foggia, i Carabinieri del Comando Provinciale hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal G.I.P. di Foggia nei confronti di 19 persone, quasi tutte

appartenenti alla malavita garganica, nell’operazione denominata “Ariete”. Con questa operazione è stato messo in ginocchio un importante gruppo criminale attivo nei comuni di Manfredonia, Mattinata e Vieste, conducendo in carcere il trentaquattrenne Francesco Scirpoli di Mattinata, il quarantanovenne Mario Luciano Romito di Manfredonia (già sottoposto alla detenzione domiciliare per altra causa), entrambi ritenuti elementi di spicco del gruppo medesimo, il quarantottenne Pio Francesco Gentile di Mattinata, noto come rampino o passaguai, il quarantunenne Antonio Quitadamo di Mattinata, noto come baffino, il ventottenne Michele Silvestri di Monte Sant’Angelo, noto come u’ russ, il trentasettenne Luigi Ferro di San Marco in Lamis, noto come Gino di Brancia, il ventisettenne Andrea Quitadamo di Mattinata, noto come baffino (già sottoposto agli arresti domiciliari per altra causa), il trentenne Danilo Pietro Della Malva di Vieste, noto come u’ meticcio (già sottoposto agli arresti domiciliari per altra causa), il trentenne Giovanni Iannoli di Vieste (già detenuto in carcere per altra causa), il trentaduenne Hechmi Hadiouch di Vieste (già detenuto in carcere per altra causa), ed il cinquantenne Cataldo Coccia di Manfredonia, Assistente Capo della Polizia Penitenziaria in servizio presso la Casa Circondariale di Foggia.

Agli arresti domiciliari invece sono stati ristretti il trentaquattrenne Pietro La Torre di Manfredonia, noto come u’ muntanar, il trentaduenne Antonio Guerra di Manfredonia, noto come Nerone (già sottoposto all’obbligo di presentazione alla P.G. per altra causa), il cinquantenne Antonio Del Nobile di Manfredonia, noto come Riccardo, il quarantacinquenne Matteo Della Malva di Vieste, noto come u’ grill, il quarantanovenne Giuseppe Trimigno di Manfredonia, noto come u’ biond, il ventinovenne Antonio Ferrazzano di Manfredonia, noto come cavalletto (già sottoposto agli arresti domiciliari per altra causa), il quarantatrenne Gerardo Curci di Cerignola (già sottoposto agli arresti domiciliari per altra causa), ed il quarantaseienne Giuseppe Caposeno di Manfredonia (già detenuto in carcere per altra causa).

Tre le persone denunciate in stato di libertà in ordine a diverse fattispecie criminose.
Le indagini, condotte principalmente dalla Compagnia di Manfredonia con l’ausilio del personale del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Foggia, hanno consentito di raccogliere un

il

pesante compendio indiziario a carico degli indagati in relazione alle gravissime ipotesi delittuose contestate.
In particolare nove degli indagati rispondono del tentato assalto a un furgone portavalori che si sarebbe dovuto realizzare nel novembre 2015. A capo del gruppo vi è uno dei rappresentanti della famiglia ROMITO, nota in area garganica per i fatti di sangue che l’hanno riguardata, soprattutto nel corso di quella che è stata denominata la “faida del Gargano”. Gli stessi, infatti, avevano meticolosamente pianificato una complessa rapina ai danni di un furgone “IVRI” con le seguenti modalità: avevano individuavano il luogo dell’assalto, controllato che non vi fosse segnale telefonico, definito le modalità dell’assalto, procurato diverse autovetture, ipotizzato l’uso di mezzi pesanti con il posizionamento di un camion sulla carreggiata ed il taglio del blindato con una motosega, effettuato numerosi sopralluoghi per individuare le vie di fuga e preparato i mezzi da utilizzare, in particolare una pala meccanica modificata a mo’ di ariete per capovolgere il blindato medesimo e procedere al taglio. Avevano anche effettuato numerose “prove in bianco” su altri automezzi. A tale scopo, gli indagati avevano previsto anche l’uso di esplosivi e di armi da fuoco. In definitiva, tutte le fasi dell’assalto erano state analizzate e programmate con cura, anche pianificando la fuga. Erano poi assai guardinghi ed attenti ai controlli dei Carabinieri, avvisandosi reciprocamente in caso di posti di blocco, di presenza di Carabinieri in borghese, di controlli subiti, anche in merito alle auto controllate. L’assalto non fu portato a termine soltanto per cause indipendenti dalla volontà degli indagati, ed in particolare grazie a uno straordinario spiegamento di forze, anche con l’ausilio dell’elicottero, messo in campo dall’Arma, che nel giorno stabilito presidiò il tratto individuato quale teatro dell’evento (SS 89 tra Mattinata e Vieste – località Vignanotica). Nel corso delle attività, sono stati sequestrati numerosi veicoli provento di furto nonché diverse armi da fuoco con relativo munizionamento.

Nell’ambito dello stesso contesto investigativo, poi, sono stati raccolti pesanti indizi di colpevolezza in capo a Hechmi Hadiouch e Giovanni Iannoli in ordine ad un delitto di rapina aggravato consumato dagli indagati in concorso, travisati ed armati, ai danni del supermercato “Simply” di Vieste in data 11 dicembre 2015. La rapina aveva fruttato ai due autori un bottino di circa 5.000 Euro.

A carico di alcuni arrestati, inoltre, sono emerse responsabilità penali per violazioni della sorveglianza speciale di P.S., ricettazioni, furti, detenzione illegale di un’arma clandestina e del relativo munizionamento. Quest’ultima rinvenuta durante una perquisizione posta in essere dai Carabinieri a Manfredonia il 22 gennaio 2016. E’ stato contestato anche il furto aggravato in concorso, commesso a Manfredonia il 14 marzo 2013, allorquando si impossessavano di 300 litri di gasolio sottraendoli alla cisterna servente il distributore Agip sito sul molo di levante di Manfredonia.

L’Assistente della Polizia Penitenziaria in servizio presso la Casa Circondariale di Foggia risulta gravato da un’ipotesi di corruzione poiché, con più atti esecutivi del medesimo disegno criminoso al fine di compiere un atto contrario ai propri doveri d’ufficio, dietro promessa di una somma imprecisata di denaro, si è adoperato per l’illecita introduzione all’interno dell’istituto penitenziario nel quale era di servizio di un telefono cellulare. Nella circostanza, a suo carico, sono emerse anche responsabilità per accessi abusivi ai sistemi informatici e per condotte di rivelazione di segreto d’ufficio.

9 novembre 2016: perquisizioni a tappeto a Cerignola. Da ogni anfratto sbucano fuori armi e droga.
A Cerignola i Carabinieri della locale Compagnia, con il concorso di un equipaggio del 6° Elinucleo Carabinieri di Bari Palese e dei militari Compagnia Intervento Operativo 11° Battaglione Puglia, sono intervenuti presso il quartiere “San Samuele”, in via Gran Sasso,

roccaforte clan “DITOMMASO ”, e nel corso di una serie di perquisizioni di edifici d’iniziativa per il contrasto alla criminalita’ organizzata, hanno rinvenuto, in luoghi di pertinenza condominiali, abilmente occultati:

  • −  228 gr. di cocaina;
  • −  1,775 kg. di hashish;
  • −  1,850 kg. di marjuana;
  • −  480 gr. di olio di hashish in ovuli;
  • −  una carabina marca Gaucher cal. 9, matr.193336, cui provenienza delittuosa;
  • −  una pistola semiautomatica marcaBeretta, cal. 7,65, con matricola abrasa;
  • −  una pistola marca Beretta cal. 9×21, con matricola verniciata;
  • −  un revolver cal.7,65, senza marca e matricola;
  • −  n. 35 cariche di lancio;
  • −  nr. 172 cartucce: n. 34 cal. 45, n. 33 cartucce cal.7,65, n. 55 cal. 9×21, n. 43 cal. 9, n.2 cal. 20,n. 2 cal. 22, n. 3 cal. 12.

    16 novembre 2016: fermato un pericoloso giovane, violento e prepotente con i coetanei.

    A Manfredonia i Carabinieri della locale Compagnia hanno arrestato per lesioni personali dolose aggravate, tentata violenza privata, sequestro di persona, porto di armi od oggetti atti ad offendere e resistenza a pubblico ufficiale il pregiudicato ventitreenne Francesco Chiarista, divenuto l’incubo dei giovani sipontini. Lo stesso è finito in manette in esecuzione di apposita ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Foggia, che aveva concordato pienamente con le risultanze investigative dell’Arma. In particolare, il Chiarista la notte tra il 24 ed il 25 settembre 2016, per futili motivi, aveva provocato serie lesioni personali a tre ragazzi aizzando contro di loro il proprio pit bull, e ne aveva anche ferito uno con un coltello. Non contento, poi, aveva trascinato di forza quest’ultimo, ferito ed incosciente, presso la propria abitazione,dove gli impediva di chiedere aiuto ai Carabinieri, che nel frattempo erano sopraggiunti, trattenendolo contro la sua volontà con minacce e violenze al

    fine di non fargli denunciare quanto accaduto.

20 novembre 2016: omissione di soccorso a seguito di incidente stradale mortale – fermo di indiziato di delitto.
Il NORM della Compagnia di Foggia
ha sottoposto a fermo di indiziato di

delitto Corvino Ciro Gabriele,
diciannovenne foggiano, poiché a
suo carico, nonostante i suoi
gravissimi tentativi di depistaggio, a
seguito delle testimonianze raccolte,
delle immagini video nonché dei
rilievi effettuati da personale
specializzato, venivano riscontrati
gravi indizi della sua colpevolezza in
merito all’omicidio di Luigia
Campanaro. Nella circostanza, alle
02.30, lo stesso, mentre percorreva via Gramsci alla guida di una Opel Zafira, a causa dell’elevata velocità perdeva il controllo dell’auto investendo la povera venticinquenne foggiana e il fidanzato Braccio Agostino, che, a piedi, sul ciglio della strada si dirigevano verso propria autovettura dopo aver trascorso serenamente la serata in un locale.

25 novembre 2016: il quartiere di San Samuele di Cerignola si conferma un “pozzo di San Patrizio” criminale.
I Carabinieri di Cerignola proseguono nelle operazioni di “pulizia” del quartiere “San Samuele”, e ancora, in luoghi di pertinenza comune, abilmente occultati, sono stati trovati:

  • −  1,117 kg. circa di sostanza stupefacente tipo marjuana;
  • −  n.2 calzemaglie, n. 3 paia di guanti e n. 1 cappellino;
  • −  una targa anteriore di nazionalita’ romena di provenienza furtiva;
  • −  n. 3 registratori di cassa di provenienza furtiva;
  • −  varia documentazione contabile ora al vaglio militari operanti.2 dicembre 2016: una banale lite rischia di finire in tragedia. Arrestati due fratelli.

    I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di San Severo hanno arrestato, in esecuzione di un fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica di Foggia, i fratelli Montedoro Graziano e Michele, rispettivamente classe ’91 e ’83, entrambi con precedenti di polizia, ritenuti responsabili di tentato omicidio.

    Nel pomeriggio di domenica 27 novembre infatti i Carabinieri venivano allertati dall’ospedale di San Severo dove era giunto un uomo di 42 anni con varie ferite al capo, il
    quale riferiva di essere stato brutalmente aggredito in strada nella zona di
    San Berardino.

    Le condizioni dell’uomo, proprio mentre attendeva il proprio turno al pronto soccorso, degeneravano precipitosamente tanto da richiedere l’immediato trasporto in codice rosso dall’ospedale di San Severo a quello di San Giovanni Rotondo, dove i medici riscontravano una pericolosa emorragia celebrale.

    Le immediate attività investigative, proseguite ininterrottamente fino alla cattura dei due fratelli, consentivano ai militari di ricostruire quanto

avvenuto nel noto quartiere sanseverese, e di appurare che nel primo pomeriggio di domenica, la vittima, dopo un litigio dovuto a futili motivi proprio con i due arrestati, veniva da quest’ultimi aggredito anche con l’utilizzo di oggetti contundenti. La furia degli aggressori veniva interrotta dall’intervento di alcuni famigliari della vittima, che riuscivano a sottrarla a ulteriori fatali colpi e ad accompagnarla all’ospedale di San Severo, dove riceveva le prime cure.

Sulla base dei numerosi elementi probatori raccolti dai Carabinieri di San Severo, la Procura di Foggia emetteva il fermo di indiziato di delitto nei confronti dei due fratelli che venivano quindi arrestati e tradotti presso il

carcere di Foggia a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Dovranno rispondere di concorso in tentato omicidio.

7 dicembre 2016: i Carabinieri di San Giovanni Rotondo scoprono un deposito di droga. Due arrestati.

I Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di San Giovanni Rotondo, al termine di una complessa attività investigativa, iniziata alcuni mesi orsono e che aveva già portato all’arresto in flagranza di alcuni spacciatori locali, con l’ausilio di personale delle Stazioni dipendenti del Comando, nonché del nucleo cinofili di Modugno, hanno tratto in arresto due agricoltori foggiani incensurati, Remo Di Ianni, quarantaseienne, e il figlio ventunenne Emilio.

L’indagine ha infatti portato gli investigatori garganici sul capoluogo, in zona tratturo Castiglione, dove, presso l’abitazione del padre rinvenivano, occultati all’interno di una cisterna interrata posta alle spalle dell’abitazione 15 involucri morbidi e 5 involucri di plastica pieni di eroina e cocaina, per un totale di circa 9 chilogrammi, di cui 8 kg di eroina e 1 kg di cocaina; venivano, poi, rinvenuti circa 60 grammi di marijuana, nonché denaro in contanti pari a 2.000 Euro circa in banconote di vario taglio, verosimile provento di pregressa attività delittuosa.

Venivano inoltre sequestrati:
N. 1 pistola beretta calibro 6,35;
N. 1 pistola beretta calibro 22;
N. 1 fucile sovrapposto, marca franchi, calibro 12 ;
N. 287 cartucce calibro 22;
N. 5 cartucce calibro 6,35;
N. 10 cartucce calibro 12,
il tutto di proprietà di Di Ianni Remo e legalmente detenuto.
Tutto quanto rinvenuto veniva sottoposto a sequestro. Le analisi eseguite dal L.A.S.S. del Comando Provinciale di Foggia permettevano di accertare che, stando alle tabelle ministeriali, da quella sostanza stupefacente sarebbe stato possibile estrarre circa 20.000 dosi di eroina, 6.000 di cocaina e venti di marijuana.

11 dicembre 2016: rapinano, con ingiustificata brutale violenza, un agricoltore del proprio trattore. Due pregiudicati di nuovo in manette.
I Carabinieri della Stazione di San Paolo di Civitate, con la collaborazioni di quelli della Stazione di Torremaggiore, hanno dato esecuzione a due ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal G.I.P. del Tribunale di Foggia, nei confronti di due uomini, entrambi residente a Torremaggiore, con precedenti di polizia. Si tratta di Mario Ferrucci, classe ’65, e Andrea

Ciarfaglia, classe ’87, ritenuti responsabili di una violenta rapina consumata nelle campagne di San Paolo di Civitate nel novembre dell’anno scorso.
Le indagini dei militari, erano iniziate dalla
denuncia presentata da un agricoltore del posto.

L’uomo aveva riferito ai militai che, mentre si
trovava su un suo terreno, veniva avvicinato e
circondato da tre individui i quali,
all’improvviso, del tutto inaspettatamente lo
avevano aggredito con calci e pugni, per poi
dileguarsi con il suo trattore. In quella
circostanza la vittima aveva anche subìto gravi
ferite e lesioni, riportando 30 giorni di prognosi.
Le attività di indagine avevano dapprima consentito ai Carabinieri di ritrovare il mezzo agricolo rapinato, che veniva rinvenuto occultato nelle campagne di Torremaggiore, che veniva quindi restituito al legittimo proprietario, e successivamente di raccogliere numerosi elementi probatori nei confronti dei due arrestati, sulla base dei quali l’Autorità Giudiziaria ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare.

I due uomini, venivano pertanto tratti in arresto e tradotti presso il carcere di Foggia. Dovranno rispondere di concorso in rapina aggravata.

14 dicembre 2016: azzerati alcuni gruppi di trafficanti e spacciatori attivi tra San Severo e il Gargano.
Il Nucleo Investigativo di Foggia ha dato esecuzione, nel territorio della provincia di Foggia e a Sant’Ambrogio Valpolicella (VR), a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari nei confronti di 35 persone, le quali avevano costituito più gruppi dediti al traffico e allo spaccio di cocaina, eroina, hashish e marijuana nei comuni di Foggia, San Severo, San Nicandro Garganico e Lesina. Alcune di queste sono indagate anche per estorsione e violazioni della legge in materia di armi.

Sebbene superfluo, ci piace comunque ricordare qui, al termine di questo “sunto” delle attività che hanno già avuto risalto mediatico, le quotidiane attenzioni che i Carabinieri di ogni ordine e grado, e in particolar modo i nostri Comandanti di Stazione, dedicano a tutta la popolazione. Interventi, gesti, sensibilità che non raggiungono gli onori delle cronache, che rimangono segreti tra chi li compie e chi ne beneficia, il più delle volte solo perché chi li mette in atto li considera semplicemente “normali”.

Articolo presente in:
Cronaca · News

Commenti

  • Grazie davvero x i compiti svolti da questi uomini che con coraggio e senso del dovere svolgono h24 il loro dovere. Peccato che però come comunque in ogni ambito di lavoro anche qui si trovano dei lavativi che a dispetto dei loro colleghi stessi e di tutte le sane istituzioni non facciano il loro dovere. Ma….Come predetto…..Le mele marce le troviamo ovunque.

    linus 23/12/2016 9:59 Rispondi

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