Venerdì 19 Aprile 2024

Lavoro irregolare nel foggiano, controlli Carabinieri: sospesa attività di struttura turistica a Macchia

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Durante una serie di attività ispettive effettuate nel mese di agosto, i Carabinieri del Comando Provinciale e del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Foggia – con il coordinamento della Direzione Territoriale del Lavoro di Foggia – hanno effettuato specifici servizi finalizzati al contrasto del lavoro sommerso: 37 le aziende controllate – tra settore agricolo, turistico e dei pubblici esercizi – adottati 5 provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale per impiego di manodopera in nero, individuati 19 lavoratori completamente in nero, accertante sanzioni amministrative per lavoro nero (cosidetta maxisanzione per lavoro nero e mancata consegna delle prevista dichiarazione di assunzione) per un importo complessivo pari ad euro 86.570,00.

In particolare sono stati adottati provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale fino ad avvenuta regolarizzazione nei confronti di due aziende agricole: una di Ordona e una di Candela, una struttura turistica di località Macchia e due Pubblici Esercizi di Foggia, i cui titolari impiegavano parte dei lavoratori completamente in ‘nero’.

Il personale del NIL ha accertato che il titolare di un ‘Kebab’ cittadino ha omesso il versamento contributivo INPS in favore del personale occupato per il periodo 2013 inizio 2014 per circa 18.600,00 euro. L’uomo ha omesso il versamento delle ritenute previdenziali ed assistenziali operate sulle retribuzioni del personale occupato per circa 4.900,00 euro. Per quest’ultima vicenda lo stesso è stato denunciato in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria.

Ad Apricena, i Carabinieri hanno denunciato in stato di libertà una donna di 36 anni, rumena, per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. La donna dopo aver fatto giungere in Italia alcuni connazionali, approfittando del loro stato di bisogno, li aveva impiegati come braccianti agricoli in un’azienda agricola per la raccolta stagionale del pomodoro: i lavoratori erano costretti a pernottare all’interno di tende e containers privi di acqua ed energia elettrica in condizioni estremamente degradanti.

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Capitanata · News

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