Venerdì 19 Aprile 2024

L’equilibrio del “NO” … Caro sociologo ti scrivo…

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Prima di iniziare con l’approfondimento del tema di oggi, è un piacere per me ringraziare i lettori e le lettrici che mi hanno scritto anche solo per dimostrare attenzione verso questo nuovo spazio di riflessione. In effetti, i commenti da voi ricevuti via mail mi danno suggerimenti utili e sono delle vere e proprie linee guida per scandire la strada di questa rubrica. “Uno spazio per riflettere insieme”. “Lontano dai dogmi delle discipline di studio”. Uno spazio “volutamente lento”. “Empatico”. Grazie per il vostro contributo e per i suggerimenti che prenderò certamente in considerazione.
La tematica che affronteremo oggi ci viene suggerita dall’esperienza di una nostra amica concittadina. Per rispettarne la privacy la chiameremo Anna. Anna è una mamma e, come tutte le mamme di oggi, è super impegnata in mille attività. Adora la sua famiglia, ma piano piano, ogni nuova richiesta dei suoi figli e di suo marito le pesa sempre più, al punto che spesso ad ogni nuova richiesta Anna si infastidisce e si irrita. Inizia a sentirsi sempre più demotivata, sfiancata. Anche gli obblighi quotidiani iniziano a pesare. Anna un giorno non ce la fa più, qualcosa dentro di sé è cambiato e…
L’equilibrio del “NO”
Fin da piccoli, soprattutto in famiglia o in chiesa, ci hanno insegnato che, per essere delle brave persone, dobbiamo imparare ad essere disponibili verso gli altri. Verso quasi tutti. Praticamente sempre.
Anna è proprio così. Disponibile. Accompagna sempre i figli a scuola, in palestra ed al corso di danza con l’auto perché sono lontane ed “a piedi i figli si affaticano”. In casa fa tutto da sola perché il marito “su queste cose non è capace”. Le hanno insegnato ad onorare la famiglia, soprattutto durante le feste, quindi a Natale e durante le feste comandate sotto a cucinare per dieci o venti persone (molte delle quali non vede mai durante l’anno e volentieri farebbe a meno di vederle anche a Natale). Ma lei è una brava persona, non può non invitarli. Anna cerca di aiutare chiunque le chieda aiuto. Ascolta e conforta tutti gli amici che si confidano con lei. Ogni tanto arriva in ritardo a lavoro perché la vicina di casa sente la necessità di ragguagliarla dettagliatamente sui risultati delle sue ultime analisi mediche e sulle volte che i figli non vanno a trovarla. Da un po’ di tempo, anche la Domenica non è più libera perché va “a camminare” in tuta sul lungomare con una sua amica. Che altrimenti la sua migliore amica “da sola non l’avrebbe mai fatto”. Anna fa tutto questo col sorriso sulle labbra, altrimenti gli altri penserebbero che lo fa controvoglia. In cambio, ad Anna fa molto piacere ricevere i sorrisi e gli abbracci di riconoscenza. Le fa stare bene sapere che qualcuno grazie a lei ha un problema in meno.
Però, in tutto questo, Anna fatica a trovare tempo per sé, per i suoi bisogni, per il suo riposo. Per i suoi desideri. Continua a fare tutto con la stessa disponibilità di sempre, ma dentro è sempre più spenta e, soprattutto, ogni giorno cova dentro sempre un po’ più di rancore. Cosa sta succedendo ad Anna? Anna è appesantita. E’ stanca e, in più, si sente sottovalutata perché viene data per scontata. Infatti, per le persone vicine, diventa sempre più “dovuta” la sua disponibilità ed il fatto che lei dica sempre sì.
Un giorno suo marito le propone una fuga romantica e lei, furibonda, reagisce alterandosi oltremodo per l’invito, litigano e gli urla in faccia che non può pretendere questo da lei. Lei è troppo stressata! Anna, finalmente, per la prima volta in vita sua, ha detto una parola importante per l’equilibrio di ciascuno di noi. Ha detto NO. Però lo ha fatto nel modo e nel momento sbagliato.
Avrebbe dovuto dirlo prima: alla famiglia a Natale, all’amica di sua sorella, alla zia, alla sua migliore amica, alla vicina. Avrebbe dovuto dirlo ogni volta che sentiva di avere troppa poca energia da dare agli altri. Avrebbe dovuto dirlo ogni volta che avrebbe voluto del tempo per se stessa, per ricaricare le batterie e ripartire con più energia di prima. Avrebbe dovuto dirlo ad altre persone, in altre occasioni ma, poiché non lo ha fatto, il no è venuto fuori a sproposito, con rancore ed eccessiva rabbia, con la persona sbagliata, nell’occasione meno opportuna. Anna ha imparato a sue spese che tutti abbiamo il diritto di dire no. Che non dobbiamo sentirci in colpa per i nostri no, perché ci proteggono, ci aiutano a bilanciare le nostre esigenze con quelle degli altri, a coltivare le nostre passioni e non quelle altrui, permettono di dare a noi stessi l’attenzione e le cure che meritiamo. I no ci permettono di gestire meglio e di non esaurire subito le nostre energie per dedicarle alle persone ed alle attività che davvero sono per noi importanti.
Tutti diciamo no prima o poi. Abbiamo il diritto di dire questa parola. Sta a noi scegliere quando dirlo. Sta a noi dire no al momento opportuno per evitare che venga fuori a sproposito, magari proprio nel momento in cui invece vorremmo dire SI.

Roberto Talamo

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Caro sociologo ti scrivo · News

Commenti

  • La mancanza di equilibrio del NO oltre a logorare la donna e a viziare il compagno che consapevolmente se ne approfitta, mi pone dubbi sul risultato educativo dei figli. Co

    antonietta 06/03/2014 19:34 Rispondi
  • In effetti dovremmo tutti, ma le donne in particolar modo,attraverso il NO cercare un equilibrio esistenziale e relazionale.
    Alcune volte, travolti dai “doveri”impressi dall’educazione ricevuta ci dimentichiamo di noi stessi.

    lucia talamo 05/03/2014 16:13 Rispondi
  • In effetti ho rischiagto spesso io di sbottare con mia moglie ed ho capito che dovevo dedicarle più tempo e dire no alle altre cose che mi succhiavano solo energie. alla fine la cosa importante è la famiglia

    lello 04/03/2014 20:09 Rispondi
  • Ben affrontato e approfondito quello che oggi e un po il disagio di molte donne che tra il lavoro la casa e la famiglia spesso arrivano ALL ESASPERAZIONE esplodendo

    raffaella 04/03/2014 13:42 Rispondi

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