Sabato 20 Aprile 2024

S. Cavicchia: "Ecco perché si andrà al ballottaggio. Le contraddizioni di Riccardi"

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All’insieme di considerazioni esposte nella prima parte sono da aggiungere altri due elementi. Il primo è legato ad alcune debolezze presenti nel campo politico di Riccardi, pur all’interno di una sorta di onnipotenza che sembra voler esprimere. Ciò è visibile dalla campagna elettorale in atto, per il denaro impegnato, per i temi pubblicitari, per le tante liste personali componenti la coalizione, che oggettivamente indeboliscono il ruolo del PD in quanto partito di maggioranza.

Il denaro che Riccardi sta impegnando nella campagna elettorale è enorme, è indice di una potenza di fuoco senza limite, spropositata. Ma è vero anche il contrario; è espressione di debolezza, di cui forse non ci si rende conto, di un sentimento di paura, di un timore di non farcela, perché in questo caso perderebbe tutto. Che senso ha infatti questo uso sproporzionato di denaro se tutto fosse già scontato, se non si temesse gli avversari politici, ed in particolare il professore Italo Magno e Manfredonia Nuova? Sembra di essere nella classica situazione di Davide e Golia e tutti sanno come è andata a finire. Inoltre l’uso spropositato di denaro si può ritorcere contro se stesso, può diventare la zappa che si dà sui propri piedi. Infatti se questo flusso di denaro non viene reso trasparente, non viene fatto sapere da dove viene, chi sono i finanziatori, perché, e di quali interessi sono portatori, l’opinione pubblica manfredoniana cosa penserà? Non dovrà necessariamente pensare che dietro ci sono lobby, interessi particolari da sostenere e cambiali politiche da pagare? E questo non avrà una ricaduta negativa sull’immagine ed il significato del suo far politica e, quindi, anche sul consenso elettorale nei suoi confronti? Infine non è uno spreco, uno schiaffo reale e morale ai tanti indigenti e cittadini in difficoltà nella nostra città questa ostentazione di uso di denaro per la campagna elettorale?

 

CHE SENSO HA L’USO STRUMENTALE DELLA RELIGIOSITÀ POPOLARE NELLA PUBBLICITÀ ELETTORALE?

Anche i contenuti della campagna elettorale di Riccardi, pur nella loro grandiosità, rappresentata fisicamente dagli enormi tabelloni, rilevano debolezze e timori, evidenti e nascosti. Che senso ha, ad esempio, utilizzare strumentalmente la Religiosità popolare (ed altri beni pubblici comuni)? Al di là delle polemiche che sono già sorte in merito, è evidente che questo è un passo falso che sicuramente mette in imbarazzo la Chiesa Locale, la quale non può che digerire male un suo uso strumentale, poiché la Chiesa Locale abbraccia tutti, appartiene a tutti noi, non è e non può essere di parte. La Chiesa Locale ha da sempre dimostrato il suo impegno a favore e dalla parte dei più deboli, ha più volte evidenziato la necessità di una politica nobile, alta, al servizio del bene comune, la necessità che si faccia politica con spirito di gratuità, senza ostentazione, in una logica di rinnovamento e ricambio, di rigenerazione personale e dei partiti. Può la Chiesa Locale accettare di essere usata? La Chiesa Locale ovviamente non è estranea alle problematiche della vita dei cittadini e più volte ha preso esplicita posizione su alcune rilevanti questioni, nel passato e nel presente. Basta ricordare le prese di posizioni di Monsignor Vailati sulla vicenda Enichem, e quella più recente di Monsignor Castoro sull’invasione delle pale eoliche nel Golfo di Manfredonia e nel mare del Gargano, tutte basate ed orientate sul messaggio evangelico di salvaguardia del Creato, della salute e delle migliori condizioni di vita per i cittadini, senza alcuna ingerenza nelle scelte più direttamente politiche, né tanto meno partitiche ed ancor meno elettorali. C’è da ricordare che la Chiesa Locale ha recentemente avuto parole di solidarietà nei confronti delle minacce subite da Italo Magno e da Manfredonia Nuova apprezzandone i riferimenti programmatici. Questo insieme di elementi, sinteticamente esposti, sono indice di vicinanza e solidarietà personale ed umana del Buon Pastore e non può essere assolutamente in qualche modo usato per fini di parte. La Chiesa Locale ci abbraccia e ci comprende tutti. Perciò l’utilizzo della Religiosità popolare (e di altri beni pubblici comuni) è una zappa che Riccardi si sta dando sui propri piedi.

PERCHÉ QUESTO BISOGNO DI PUBBLICIZZARE IL SUO ATTACCAMENTO ALLA CITTÀ?

C’è un aspetto, forse, ancora più profondo da evidenziare. Perché questo bisogno di pubblicizzare il suo attaccamento alla città? E parlo da sociologo che conosce i meccanismi della psicologia sociale e del profondo. Forse per mascherare e nascondere la realtà? A tutt’oggi non è stato presentato nessun resoconto dell’attività amministrativa svolta in questi cinque anni, confrontandola con il programma elettorale a suo tempo presentato. Il che non consente di conoscere le effettive iniziative reali svolte per la città tutta e non solo per gli interessi di pochi; perciò le sue rappresentazioni sono puramente pubblicitarie. E’ assurdo e incongruente! Inoltre è diffusa in città l’opinione che Riccardi si presenterà alle prossime elezioni politiche e, quindi, se vincerà le amministrative, il suo mandato sindacale sarà interrotto. In tal caso il suo amore per se stesso prevarrà oggettivamente sull’attaccamento alla città. Potrà negarlo, ma i fatti e tutti i segnali politici vanno in questa direzione. Non ultimo la controversia in atto, prima sotterranea e poi esplosa pubblicamente, con Paolo Campo (e Bordo) sull’emarginazione ed il ridimensionamento di fatto del PD operato da Riccardi nella competizione amministrativa. Soprattutto il mancato appoggio a Paolo Campo nelle elezioni regionali, anzi il sostegno esplicito ad altri candidati, è un ulteriore chiaro segnale del suo concentrarsi politico narcisisticamente solo su se stesso. Quasi a preparare il terreno propizio, attraverso la sconfitta di Paolo Campo (e Bordo) alle regionali, per la propria candidatura alle prossime (e vicine) elezioni politiche nazionali. Paolo Campo è un uomo con una storia politica, personale e famigliare solida; è stato segretario provinciale del partito ed ha quindi una visione più generale, sicuramente meno personalistica del fare politica, attento alle esigenze di partito. E perciò l’atteggiamento di Riccardi deve preoccupare (anche chi è avversario) poiché siamo oltre la personalizzazione, andando verso l’uomo solo al comando, verso il famoso “tutti per uno” di riccardiana memoria.

 

RICCARDI PRENDERÀ MENO VOTI DELLA SUA COALIZIONE

Infine ci sono da considerare altri due aspetti di debolezza. Il primo è il fatto che all’interno della stessa coalizione di Riccardi c’è consapevolezza che come candidato sindaco da solo prenderà tra il 12 ed il 15% in meno dei voti dell’intera coalizione. Alcuni suoi sostenitori di lunga militanza hanno evidenziato questo aspetto, anche al fine di valorizzare il peso ed il ruolo delle tante liste personali e civiche. Se avvenisse ciò sarebbe un vero smacco per Riccardi stesso e le sue mire nel proseguire carriera politica. Sarebbe in realtà, comunque, una sua chiara sconfitta elettorale e personale di fronte alla quale dovrebbe trarne tutte le conseguenze. Il voto disgiunto lo penalizzerà fortemente e, forse, non è casuale che nei manifesti elettorali, fino ad ora, non appare la sua faccia. Il secondo è dato dalla persistenza di una situazione di disagio forte all’interno del PD, di tutto il PD, poiché si è consapevoli che in quanto partito sarà oggettivamente ridimensionato nella propria rappresentanza in Consiglio Comunale, sia per la presenza delle tantissime liste personali e civiche, sia perché la divisione evidenziata nelle primarie non è stata, né sarà pienamente ricomponibile, nonostante accordi di potere e di spartizione di posti in enti e società partecipate. Anche perché non tutti avranno la possibilità di candidarsi nel PD manfredoniano e, quindi, fino all’ultimo ed oltre ci sarà il rischio di fuoriusciti di fatto che certamente non appoggeranno Riccardi. Anche alcuni sondaggi informali e non, che saranno presi in esame in una prossima riflessione, condotti a Manfredonia evidenziano che Riccardi, candidato sindaco, è ben al di sotto del 50%.

Tutto questo fa ritenere che si andrà al ballottaggio; perciò la partita è aperta, va giocata fino in fondo risvegliando e mobilitando tutte le energie sopite e tutta l’attenzione della cittadinanza, dando speranza. Cambiare si può, cambiare è necessario.

Silvio Cavicchia

Sociologo e Ricercatore Sociale del Centro Studi e Ricerche “Eutopia”

silviocavicchia@gmail.com

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Commenti

  • Cambiare si può, cambiare è necessario….. si deve !!!!!!
    Il pragmatismo reale e la trasparenza dovranno essere il rotore di tutta l’azione7attività politica/amministrativa in quella sede comunale…. che pur santificata ha fatto e fa miracoli di sussistenza solo agli occupanti sia fissi che saltuari.

    semprevigile 24/04/2015 10:46 Rispondi

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