Venerdì 19 Aprile 2024

Un ospedale malato di…cuore

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Sono corse nei giorni scorsi voci circa una presunta chiusura dell’Utic presso l’ospedale San Camillo de Lellis di Manfredonia. La notizia sic et simpliciter per fortuna non risponde a verità, ma…

La storia di questi ultimi anni dell’ospedale di Manfredonia ma più realisticamente del Gargano in quanto struttura sanitaria più prossima al vasto promontorio garganico completamente sguarnito di presidi sanitari, è costellata di “se” e di “ma”, di affermazioni e di negazioni, di interventi che fanno e disfano a seconda delle circostanze. Una girandola di situazioni che pare si muovano verso un solo obiettivo non dichiarato, anzi solennemente smentito, cioè di un progressivi smantellamento quanto meno svilimento dell’ospedale di Manfredonia. Un sospetto, un timore balzano? “A pensar male si fa peccato, ma molto spesso si azzecca”, insegna un collaudato aforisma coniato da chi di certe manovre se ne intendeva. Una spada di Damocle pendente sulle popolazioni garganiche come si dimostrava in un precedente servizio (Manfredonianews, 19 febbraio 2014, Primo Piano: Un ospedale dalle gambe di sabbia) in qualche modo ribadito da quest’ultimo segnale, quello appunto dell’Utic, una dizione peraltro dismessa a beneficio della più generale “Cardiologia” sia pure con distinguo di sotto-significativi nei quali si nascondo le insidie. Ma qual è la situazione a Manfredonia?

Il reparto di Cardiologia del San Camillo si compone di sedici posti letto: otto destinati a pazienti con degenza ordinaria, e otto destinasti alla terapia intensiva dotati di centralina di monitoraggio continuo che ha perciò bisogno della presenza costante di medici specialisti e di infermieri. Giusto per complicare le cose, è stata introdotta la cosiddetta “Area critica” destinata cioè a pazienti con patologie cardiologiche critiche, destinandovi quattro degli otto letti della “terapia intensiva” che pertanto sono ridotti a quattro con consequenziale ridimensionamento del personale. L’ordine partito dal Direttore medico dell’ospedale di Manfredonia (dottor Totaro) indicava genericamente che dal 16 marzo potevano essere effettuati solo ricoveri per l’Unità operativa di Cardiologia. E l’area critica? Rimaneva confinata nell’ombra. Di fatto si disattivavano i quatto letti a quell’area destinati in precedenza. Ecco come si attiva il gioco delle tre carte. In effetti non si sa bene cosa sia l’“area critica”, come è organizzata, quali sono le sue specifiche funzioni, a quali degenti è destinata, quale personale dovrà essere addetto. Tutto rimane nel vago. Disposizioni impartite così, senza una razionale funzionalità, mandando allo sbaraglio medici e pazienti esposti i primi a responsabilità professionali non supportate da direttive organizzative certe e definite, i secondi alla possibilità di non poter avere le cure adeguate.

Va altresì osservato che l’iniziativa del Direttore medico del San Camillo non pare trovi analoghi riscontri negli altri presidi ospedalieri della ASL FG. Sarebbe pertanto più che necessario e doveroso che si dettassero disposizioni unitarie, inequivocabili e dunque chiare che non lascino spazi bui per interpretazioni di circostanza.

I medici di cardiologia hanno fatto presente una serie di osservazioni di fronte alle quali il Direttore medico del presidio (peraltro è “facente funzione” mancando il titolare così come continuano a mancare i primari della maggior parte dei reparti) ha revocato la sua non certo chiara ordinanza.

Un altro blitz sventato, ma la situazione di fondo di questo ospedale non cambia. Mancano i supporti politici autorevoli che diano sostegni qualificati e continui ad un presidio ospedaliero che è andato paurosamente indietro nonostante i consistenti investimenti effettuati in epoca precedente a quella marcata dall’assessore Gentile. Col duplice danno: non vengono sostenute nelle sedi e nei modi adeguati le sacrosante ragioni di questo ospedale, di queste popolazioni; si lascia mano libera ad altri di fare (legittimamente) quel che più e meglio ritengono per tutelare gli interessi del territorio di riferimento. Il consigliere regionale Damone di San Severo, ha pubblicato un resoconto dettagliato di quello che ha ottenuto, in accordo col Direttore generale della Asl FG Manfrini, per l’ospedale delle sua città. Un consolidamento complessivo della struttura eccezionale, supportata dalla presenza da una schiera di specialisti in vari settori sanitari. Una situazione del tutto inimmaginabile per l’ospedale di Manfredonia che pure ha un bacino di utenza vastissimo e fortemente articolato che andrebbe doverosamente tenuto in conto. Damone è riuscito perfino ad ottenere il trasferimento della “camera iperbarica” da Vieste a San Severo.

A Manfredoni, un tanto fondamentale e gravissimo problema, è coraggiosamente sostenuto da tre donne e qualche altra associazione che tutte insieme fanno il tempo che trovano, abbandonate come sono a loro stesse da quanti per funzioni istituzionali dovrebbero darsi da fare. Sconcertano e inquietano le accuse lanciate recentemente dal sindaco Riccardi verso non meglio indicati “noti personaggi locali”: “il nostro ospedale – ha detto – viene venduto pezzo dopo pezzo”.

Prima ancora che l’ospedale, a quanto pare, è la città, i suoi “personaggi” di riferimento a non avere cuore.

Michele Apollonio

 

 

 

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Commenti

  • E’ gpquasi tempo dell elezioni, voglio vedere cosa siete capaci di fare,! Cosa o chi voterete ancora? L ospedale va via un pezzo alla volta, e nessuno prende la situazione tra le mani , Ne politici altamente menefreghisti , ne nessun altro! Sono stanca di leggere la Pellico il basta! Ma cosa stanno facendo? Nulla? Solo parole! Attenti c’è uno scopo politico da parte di questo ultimi!
    Dell ospedale se ne fregano!ma mi chiedo dove arriveremo ! Cosa ci faremo portar via ancora? Non avete capito che se non ci svegliamo con forconi tra le mani stile pezzi di m.. porterannno via tutto ! Anche il cimitero ci venderanno!

    natalia 23/03/2014 10:54 Rispondi
  • Complimenti per l’analisi dettagliata del momento storico dell’ospedale,specchio della nostra citta,realtà che mette in evidenza forse uno dei momenti più bassi del nostro senso civico,come cittadino e strorico come lotta politica?Bisogna dare atto alle tre donne,al sindacato e a Pellico per l’impegno profuso,ma purtroppo sono ancora molto lontani dalla realta’,dalla concretezza,insistendo con slogan molto leggeri.Bisogna capire che non servono tavoli tecnici,le decisioni sono state già’ prese,ma bisogna battere pugni sul tavolo.Le persone deputate a tale fine in primis sono i politici,il Sindaco che promette nuovi disegni per questo ospedale,ma di concreto non si vede ancora niente,anzi si continua nello smantellamento senza chiedere deleghe,i consiglieri regionali che non sono capaci di confrontarsi con Vendola come fanno i politici delle terre vicine,i consiglieri comunali e i grossi sindacati che sentono questo come un problema lontano da loro come anni luce,i dipendenti che sperano che meno si fa,meglio è,i cittadini che sembrano avere la residenza sulla luna,guardando tutto da lontano intrisi in un misto di spirito carnevalesco e apatia generalizzata.Tutti quanti insieme bisogna andare nella stessa direzione,quella degli atti e dei fatti .Basta chiacchiere il tempo e’ scaduto!!!!Abbiamo imboccato la via di non ritorno…Qualcuno dovrà’ dare spiegazioni alle generazioni future……..

    Ingoia rospi 16/03/2014 13:32 Rispondi
  • Qui si pensa prima al carnevale, poi all’ospedale, al degrado della città, alla mancanza di lavoro! Evviva la città dei balocchi!

    Il balocco sipontino 16/03/2014 12:23 Rispondi
  • Adesso sento sia le tre cittadine e adesso anche i giornalisti parlare dell’Ospedale di Manfredonia come dell’Ospedale del Gargano, ma se ricordo bene il primo a parlarne è stato il dirigente sindacale Basta Antonio,quindi sia le tre cittadine che i giornalisti, dovrebbero senza alcun dubbio dare merito a quel dirigente per sollevato il problema ospedale ,e da quello che leggo lo continua a fare, visto che molti usano le sue parole . Adesso che insieme alla Pellico si preparano a presentare il progetto dell’ Asl garganica, sono sicuro che ripeteranno le loro parole , facendole proprie.Siate onesti e date merito a chi propone idee e argomenti nuovi.

    Martina 16/03/2014 9:02 Rispondi
  • Politici e Forze Sociali, muovetevi. Sostenete a gran voce, nelle sedi istituzionali, le validissime ragioni per una degna e meritata classificazione del “San Camillo de Lellis”. Come si può pensare e permettere che una struttura pubblica, intorno alla quale gravita un vastissimo bacino di utenza, possa essere così maltrattata. Credo che un po’ di sano orgoglio e di sentito amor proprio, in questo caso, non guasti. Muovetevi, Voi che avete le leve del Potere!!!!!

    Futuromigliore 16/03/2014 7:46 Rispondi
  • Fate schi.. davvero… Responsabili di uno scempio

    Giuseppe 16/03/2014 0:36 Rispondi

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