Giovedì 25 Aprile 2024

Il futuro della città va in Porto?

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Il futuro della città va in porto”. Questa la scritta che campeggia ai varchi portuali di Manfredonia per indicare l’avvio dei lavori nei moli commerciali. L’appalto da €11.400.000,00 riguarda i lavori di manutenzione straordinaria della pavimentazione delle banchine, della rete di smaltimento delle acque meteoriche e di quelle nere e il riordino dei sottoservizi nel porto commerciale. Ad integrazione del progetto interventi sull’impianto d’illuminazione, sul sistema di trattamento delle acque di sentina, sulle superfici riservate al parcheggio, completate da opere di arredo urbano, nuovi servizi igienici, zone Wi-Fi, ed aree per la pesca sportiva. In definitiva, entro il 31 lugli0 2015, un restyling dalle cifre imponenti, per aumentare la fruizione e connettere potenzialmente il porto con il resto della città. Certo nulla a che vedere con quel “processo che darà una svolta a Manfredonia e all’intero settore ittico, da troppo tempo immobili e senza prospettive, nonostante le enormi potenzialità”, sbandierato dall’Autorità Portuale in settimana. Il futuro di Manfredonia va in PortoPerché le potenzialità rimangono tali e la mancanza di una progettualità, pure. Contestualmente allo sblocco dei cantieri, è stato “annunciato” il ‘Piano di sviluppo del Porto di Manfredonia, Linee guida per la  redazione del Piano regolatore portuale’ con la definizione degli obiettivi di crescita del sistema infrastrutturale, che si traducono però in semplici indicazioni per il piano regolatore portuale, tuttora assente. E da qui si può partire per comprendere le anomalie presenti nel modus operandi dell’Autorità Portuale di Manfredonia: ad oggi, il porto non è dotato né di Piano Regolatore Portuale, né risulta deliberato il Piano Operativo Triennale. Tutto ciò che sappiamo è relativo alla relazione per l’anno 2012 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in quanto il sito istituzionale dell’Ente, nonostante l’obbligo di legge riguardante la trasparenza e la diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni, è desolatamente vuoto, in “corso di elaborazione”. Un’autorità, quella portuale, sempre in “itinere” e che, dopo più di 8 anni, non vede ancora avviate le procedure per la nomina del Presidente e la costituzione del Comitato portuale. Un contesto anomalo, dal quale dovrebbe partire un progetto di rilancio per un settore vitale come quello ittico, ma che invece vede arrivare solo una pioggia di fondi ministeriali. I lavori partiti fanno parte del programma triennale delle opere pubbliche 2011-2013 per il quale il competente Ministero ha stanziato trenta milioni di euro. Ad eccezione dei lavori riguardanti i servizi igienici, la barriera doganale e la recinzione del porto commerciale eseguiti, e dei lavori avviati sul porto commerciale, tutti gli altri interventi sono da realizzare. L’Autorità portuale che dovrebbe avere il ruolo di stabilire l’indirizzo, fare programmazione, coordinamento, promozione e controllo delle operazioni portuali, delle attività commerciali e industriali esercitate nei porti, ed essere la risorsa portante per l’economia di Manfredonia, è invece praticamente un ente autoreferenziale. Con gli attuali interventi si dà sì lavoro alle imprese edili, ma senza un reale ritorno economico, senza alcuna capitalizzazione in un’ottica di sviluppo per l’attività produttive del settore ittico e mercantile. Lavori sulporto di Manfredonia (molo di ponente) webGli operatori portuali e i concessionari lamentano un atavico scarso coinvolgimento nella gestione della pianificazione portuale, confermato dagli ultimi lavori: un incontro sollecitato e ottenuto dalle associazioni, e lo sblocco dei cantieri che scatta il giorno dopo. La dimostrazione dell’assenza di una minima concertazione e collegialità. Ma quale credibilità può avere un’autorità, alla quale la Confcommercio di Foggia e il Sindacato degli Operatori concessionari del Demanio Marittimo Portuale, chiedono periodicamente e invano di poter conoscere e accedere alle ordinanze e le deliberazioni emesse, che dovrebbero essere già consultabili sul sito? Come ci può essere una minima prospettiva di sviluppo, se persino le attività imprenditoriali non conoscono cosa viene deciso? Una realtà di grande respiro ridotta dunque all’impotenza, e all’immobilismo, come ammesso paradossalmente dallo stesso commissario Falcone. I numeri statistici del movimento merci (figurarsi di quello passeggeri), ovvero la base che determina l’esistenza di un porto, sono infinitesimali, e non lasciano spazio a diplomazie. Cifre prossime allo zero. Un vuoto del quale pagano le spese, forse più di altri, i lavoratori che gravitano intorno alle attività portuali, ridottisi oramai al lumicino, e per colmarlo non basterà di certo il fumo negli occhi propagandistico di questi giorni.

Graziano Sciannandrone

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Commenti

  • speriamo si concretizzi tutto cio di quello che e stato detto e nòn si perda nulla per la strada manfred lo merita

    eleonora 17/03/2014 14:30 Rispondi
  • Ci voleva una buona dose di criticità sull’operato di qualche autorità affinchè si muovesse qualcosa… per questa città “MARINARA” con tanti porti…. e poco traffico mercantile….

    semprevigile 17/03/2014 11:56 Rispondi

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