Giovedì 25 Aprile 2024

Conclusa la settimana dell'educazione

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Vittorio racconta con grande emozione la sua esperienza di giovane migrante verso una terra chiamata Venezuela, davanti ai bambini della quinta elementare che, pur attendendo intrepidi di tornare a casa dopo la scuola, ascoltano con interesse. La maestra ha insegnato loro a conoscere il mondo attraverso una serie di incontri, tenutisi presso il Centro Sociale Anziani di Manfredonia, nell’ambito della settimana dell’educazione. Obiettivo del programma: iniziare, sin da piccoli, a conoscere e saper cogliere la ricchezza contenuta nelle esperienze altrui, siano esse il ricordo di un lontano passato, quando dall’Italia si migrava verso altre terre o la vita appena lasciata alle spalle di un nuovo compagno di classe. Educare all’integrazione equivale a fornire gli strumenti utili per superare l’accettazione e la tolleranza e giungere a quello scambio di ricchezza che è alla base di una società consapevole e critica.

I bambini della Scuola elementare De Sanctis di Manfredonia pongono domande, interrogano e si interrogano sia attraverso i racconti di chi bambino lo è stato molto tempo fa e sia tramite l’esperienza di chi ha lasciato la propria famiglia per cercare una nuova opportunità in Italia. Come Bah Mamadou, che attraverso il Progetto SPRAR del Comune di Manfredonia, ha iniziato un percorso di integrazione sociale e culturale, sperando di poter riabbracciare un giorno i suoi bambini.

Dalla scuola elementare all’Istituto Magistrale Roncalli il filo conduttore della necessità di conoscere ed approfondire l’attualità è invisibile ma c’è. Da questa esigenza è nato un progetto, monitorato dalla professoressaRaffaella La Torre e conclusosi presso l’Auditorium Mons. Valentino Vailati di Manfredonia con la proiezione di un video dal titolo “Il volto dell’altro a partire da Lampedusa”.

Particolarmente importante è stato il valore aggiunto della testimonianza di Ali Mohammed Rahell, anch’egli ospite del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati gestito dalla Cooperativa Sociale IRIS, che ha spiegato come a volte il sogno di raggiungere l’Europa si infrange contro la dura realtà, dando origine a situazioni di stallo e di insoddisfazione. Nonostante ciò le esigenze contingenti spingono inevitabilmente verso nuove terre, con la speranza di ritrovare una dignità spesso violentata da anni di dittature e guerre sommerse, da soprusi e violazione di quei diritti umani che in Europa sono invece imprescindibili e sacrosanti.

L’invito finale rivolto ai ragazzi dalla dottoressa Margherita Granatiero, che da anni lavora nel Progetto SPRAR, è di cercare di diventare ogni giorno mediatori interculturali, cioè ponti tra una cultura e l’altra, per  non annullarsi ma ritrovarsi e arricchirsi attraverso le esperienze e le storie degli altri.

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