Giovedì 25 Aprile 2024

Introna: “Falesie, la Regione attivi un coordinamento con Capitanerie e Comuni”

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Sullo stato di degrado di ampi tratti della costa pugliese la Regione si faccia carico di un ruolo di coordinamento, collegando i diversi soggetti compenti e favorendo la valutazione complessiva del problema. Dobbiamo agire da collante, per agevolare il confronto di Capitanerie, Amministrazioni Comunali e tutte le strutture regionali interessate”. La proposta è di attivare un tavolo permanente che veda insieme la Marina Militare e i Comuni, i servizi della Regione al demanio, all’urbanistica, alle opere pubbliche e la Protezione civile, col supporto tecnico dell’Autorità di Bacino. È l’ennesimo nodo in materia idrogeologica che va risolto aprendo canali di dialogo e di collaborazione interistituzionale. “

Ci sono esigenze di sicurezza da tenere presenti quella, innanzitutto, di persone, natanti, attività di pesca professionale e amatoriale, la cui priorità viene giustamente segnalata nelle ordinanze di chiusura di zone costiere adottate da Capitanerie di Porto e Sindaci. Con la stessa urgenza, c’è da tenere conto della stagione estiva che avanza e delle preoccupazioni che impensieriscono legittimamente il sistema turistico pugliese”. Non avendo competenze dirette sull’uso della costa ai fini della balneazione e del turismo, la Regione può però promuovere un livello di intesa per mettere in sicurezza le zone litoranee. Si tratta di supportare la Marina e i Comuni nell’adozione di decisioni che salvaguardano la vita umana e lo sviluppo delle attività economiche interessate. E nella pianificazione dei fondi europei 2014-2020, la Regione dovrebbe tenere presenti interventi di difesa delle coste, come ha fatto in materia di difesa del suolo “Penso, inoltre, che sarebbe corretto affrontare il fenomeno erosione non su scala regionale, ma rispetto alla singola falesia o costone interessato da crolli. È evidente che si passerebbe da una scala di centinaia di metri, perfino chilometri, a sezioni di poche decine di metri da interdire alla balneazione, al diporto e alla pesca. I divieti riguarderebbero porzioni più ridotte di litorali. Ma anche questo è un punto di vista da mettere a confronto in sede di coordinamento”.

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