Giovedì 25 Aprile 2024

Per una toponomastica cittadina, alla ricerca del nostra storia, spesso dimenticata

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In un passato, più o meno lontano, vi era la commissione toponomastica, poi questa non è stata più costituita, per cui non sappiamo, oggi, chi provvede a “segnalare” la toponomastica cittadina. Or bene (o, forse, or male) vorremmo suggerire a costui o a costoro, a cui va la nostra più ampia “comprensione” per il d’affare che hanno, che ci sono molti sipontini veraci, che “veramente” hanno onorato la loro patria, così come i prestigiosi ricordi storici; l’elenco è lungo, ecco qualche nome.Per i sindaci, ci permettiamo di suggerire: Michele Lanzetta, Angelo Donnamaria, Nicola Ferrara, Pietro Pagano. Per i presuli, vanno annoverati i vescovi Gerardo, Ugone, Domenico Ginnasi, papa Benedetto XIII (al posto di Papa Orsini, in quanto la famiglia di Papi ne ha avuti 4), Vitangelo Salvemini, Vincenzo Taglialatela, Pasquale Gagliardi, gli Scolopi. Per gli storici, va dato merito a Gabriele Tontoli. E perché non ricordare Raffaele Occhionero, Giuseppe Antonio Gentile, Matteo Di Turo? Per gli scienziati, magistrati, mercanti, primeggia Tommaso Antonio Grosso, poi Girolamo e Giuseppe Venturini, Pietro de Florio, (padre Michelangelo di S. Giuseppe), i componenti le famiglie Vischi, Capuano, de Florio, Minadoys, Stellatello, Tontoli, ecc. Per gli eroi: Luigi de la Grannelais (del 1799), i caduti in guerra (e/o prigionieri di guerra). Per gli ebrei, perché non porre i nomi di Ysaac Ben Melchisedek, Anan ben Marinos? Per le donne: Catella, Eléna di Epiro, Bianca Lancia, Elisabetta de Florio, Bona Sforza, Beatrice Hernandez de Heredia, castellana, combattente contro i “lombardi”, ecc. ? Ed ancora perché non porre i nomi della Campana, della Zecca, delle Concerie, dei pellipari, delle saline sipontine, delle “forme per l’uccellagione”, paludi sipontine, protontino, mastro giurato, mandracchio, Tribunale di Commercio, consolato di mare, comitatu in mare piscatione sipontino, Longobardi. E perché non apporre sotto gli attuali nomi delle strade quelli antichi, ovvero ruga de Confectaria (via della Maddalena), ruga selcata, o strada della piazza (corso Manfredi), ruga S. Mathei, (corso Roma), ruga S. Laurentii (via S. Lorenzo), ruga de Comite (via della Tribuna), ruga della Scrofella (via dei Celestini). E se proprio dobbiamo usare i lemmi e gli esiti dialettali, perché non porre i nomi: cannalicchje, cuchiggjie, cozze bombe, lambe, ecc. In ultimo, togliete immediatamente dalla circoscrizione Croce-Di Vittorio-Siponto, la denominazione “viale Manfredonia”; i forestieri non si raccapezzano. Sostituitolo con viale Federico II. Ecco, perché non riproporre il toponimo “Scoppa”? Ripristinate le piastrelle con la dicitura Piano delle fosse. Se poi vogliamo restare nell’amena attualità, ce n’è per tutti i gusti: Francesco Paolo La Pilosa, Mingo de Pinga, Felice Corna d’Oro, Cecco Tonio Occhio d’Argento, Carmela Pallotta, Vaveria La Zingarella, Pasquale Tremolante, Franco Fregaspesa, Angiolètte sètte mennuzze, Donato Palla in fronte, Tuccio Palla di ferro (Tucciello), Paolo (Bèbbè) d’ Altavilla. Che sia chiaro, per ciascun nome siamo in grado di fornire la relativa scheda.

Giovanni Ognissanti

 

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