Martedì 16 Aprile 2024

Sangalli Vetro, sancito il fallimento del contratto d’area (di P. Delle Noci)

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La chiusura dello stabilimento Sangalli vetro sancisce il totale fallimento del contratto d’area di Manfredonia.

Dopo la definitiva chiusura dello stabilimento Enichem, Manfredonia venne dichiarata area ad alta crisi occupazionale. Il contratto d’area di Manfredonia nasceva sotto il segno del ricatto occupazionale. Manfredonia viene presa per fame e alimentata con la brodaglia del clientelismo.

Per dovere di cronaca, la vera causa della chiusura dello stabilimento Enichem di Manfredonia è stata determinata dall’incapacità dell’azienda di smaltire i propri rifiuti tossici e nocivi, per aver devastato un territorio ameno con ben altre vocazioni e per aver provocando pesanti riflessi negativi sulla salute dei lavoratori e dei cittadini. La ribellione dei cittadini di Manfredonia covava già dalle due fughe di ammoniaca ed è scoppiata quando si tentò di trasformare il sito Enichem, a pochissima distanza dal centro abitato, in piattaforma per lo smaltimento di rifiuti tossici e nocivi, paventando un possibile attracco nel porto industriale della nave dei veleni Deep Sea Carrier.

Il contratto d’area, salutato dalla partitocrazia come risolutore di tutti gli atavici problemi occupazionali del nostro territorio, veniva presentato con precisi obiettivi: risolvere la crisi occupazionale e inoculare nelle popolazioni del comprensorio la cultura imprenditoriale. Per la realizzazione di un progetto così ambizioso si offrivano agli imprenditori, quattro garanzie che in sintesi sono: Finanziamenti, facili autorizzazioni, flessibilità contrattuali e sicurezza. Per i cittadini zero garanzie.

Nel castello svevo di Manfredonia vennero accolti i colonizzatori vicentini, con la presenza dell’allora Presidente del Consiglio Romano Prodi, per suggellare il Contratto d’Area. Per Sangalli invece si riservava una accoglienza insolita: la sede del Consiglio Comunale per convincere amministratori, consiglieri e cittadini della valenza di una simile presenza imprenditoriale. Per tale evento, i banchi del Consiglio Comunale si trasformarono in genuflessori dal quale si osannava e si riveriva il benefattore “San Galli”.

Tra i cittadini presenti a quella seduta di Consiglio Comunale, si levava una  voce di dissenso per un simile scellerato contratto d’area privo di garanzie per i cittadini. Tra i genuflessori si levava la voce di alcuni Consiglieri Comunali genuflessi: “Questo signore chi è, chi rappresenta?”. La torma affamata inveiva contro il cittadino dissidente che subiva aggressioni verbali e anche  fisica. Il cittadino dissidente si chiama Pino Delle Noci. Quanto affermato è scritto nei verbali del Consiglio Comunale dell’epoca.

La stragrande maggioranza degli imprenditori, con la qualifica di “prenditore”, ha occupato il territorio con i soldi pubblici, lo ha sedotto con promesse truffaldine e lo ha abbandonato con pretestuose giustificazioni.

Moltissimi giovani, che credevano di aver trovato la soluzione della vita, hanno acceso un mutuo per la casa e si sono organizzati per un futuro stabile. Altri, pur di tornare nella terra natia, hanno perfino abbandonato un lavoro sicuro e stabile altrove.

Col senno del poi è opportuno chiedersi: cosa chiedeva il cittadino dissidente?

Le proposte semplici e razionali scaturivano dall’esperienza maturata dopo la vicenda Enichem:

  • Vanno bene quattro garanzie concesse agli imprenditori che scelgono di trasferire le loro produzioni sul nostro territorio, non va bene che il territorio non venga coperto da alcuna garanzia;
  • La scelta delle imprese deve essere oculata e finalizzata alla valorizzazione delle peculiarità del territorio con un supporto di attività terziarie, atte ad alimentare e incentivare la nascita di piccole imprese collegate alle produzioni. In questo modo si sarebbe riuscito a creare lavoro stabile e sviluppo certo.
  • Gli imprenditori truffaldini, che cercano di prendere il malloppo e scappare alla fine del vincolo dei cinque anni, devono lasciare sul territorio il maltolto; visto che la proprietà l’anno acquisita con denaro pubblico.

Proposte che gli amministratori dell’epoca propagandavano come strumenti ostativi al rilancio occupazionale del territorio perchè diffusi da soggetti che “hanno la pancia piena e incapaci di comprendere le esigenze dei senza reddito”.

Si dice che il tempo è galantuomo e a distanza di tre lustri si scopre che a riempirsi la pancia sono stati solo gli amministratori che hanno prodotto e gestito un simile contratto d’area. Amministratori che, nonostante le accertate responsabilità, continuano a contendersi le ambite poltrone del potere e dei privilegi, mentre i lavoratori delle aziende che hanno chiuso, come quelli della Sangalli Vetro che attualmente sono in presidio fisso presso lo stabilimento, non sanno cosa mettere a tavola in occasione del Santo Natale.

I cittadini di Manfredonia non sono più padroni del loro territorio.

Il 28/10/2013 con una interrogazione parlamentare, i portavoce dei cittadini in parlamento, primo firmatario Giuseppe L’Abbate, sollevavano la questione Sangalli vetro di Manfredonia. Dov’erano quei politici che oggi fanno la passerella, con le solite promesse, davanti ai cancelli dello stabilimento dove sono in presidio continuo i lavoratori che perdono il posto di lavoro?

La vicenda Sangalli Vetro di Manfredonia desta notevole preoccupazione. Trovare soluzioni fattibili a breve tempo sembra irrealizzabile. Purtroppo si ha il sentore che la soluzione possibile, per il rilancio dell’azienda, risieda nella dichiarazione di fallimento di Sangalli a causa del notevole debito accumulato. Dichiarazione che non sarà mai pronunciata perché Sangalli è impegnato anche nel rilancio del consorzio Ziac della bassa friulana. Lo stabilimento di Porto Nogaro, dove è stato costruito un secondo forno, risiede nella bassa friulana. E’ da supporre che, con la dichiarazione di fallimento, Sangalli potrebbe essere escluso da possibili benefici di finanziamenti pubblici.

I link che allego è la manifesta strategia di Sangalli?

http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2014/06/14/news/patti-territoriali-la-regione-subentra-al-consorzio-ziac-1.9427119

http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2014/11/06/news/sangalli-minaccia-di-andarsene-monfalcone-ci-vuole-far-chiudere-1.10258497

Pino Delle Noci

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Commenti

  • Delle Noci, dove sono finiti i migliaia di posti di lavoro che si aprivano dopo la chiusura dell’Enichem per le bonifiche e ampiamente propagandati da te e dalla gente come te? Quelli che fanno analisi e commenti fuori da ogni realtà contando sulla disinformazione della gente, allora ed ora.
    Smettiamola di commentare fatti di 50 anni fa (insediamento Anic e Snia) e poi quelli di 20 anni (chiusura Enichem e contratti di area)mentendo spudoratamente con analisi che non hanno capo e coda. Le previsioni economiche le sbagliano i premi Nobel, ma le azzecca Delle NOCI. Affidiamoci a questa gente per le scelte future e torneremo a essere ricchi come lo eravamo nel 1968 quando migliaia di manfredoniani lavoravano in Germania. Le scelte sull’uso delle risorse umane e territoriali le devono prendere i cittadini, debitamente informati, e non i Delle Noci & C, sempre in nome del popolo sovrano.

    francesco 18/12/2014 19:10 Rispondi
  • I cittadini di manfredonia padroni del territorio? eh si si vede!!

    L''INCUBO DEL MOSTROGAS DI SANTO SPIRITICCHIO 18/12/2014 14:04 Rispondi
  • Dico loro tutti, fate scendere gli operati e mettetevi voi, la notizia farebbe più clamore, in fondo siete tutti i nostri rappresentanti.
    Bordo Campo Gatta Riccardi Ognissanti e quant’altri allora a chi aspettate a salire sulla torre?

    Ai politici sipontini 18/12/2014 13:57 Rispondi
    • campa cavallo che l’erba cresce i politici sono belli e grassi non hanno la forza ela grinta per salire sulla torre

      leo 18/12/2014 14:27 Rispondi
      • queto è il mio primo commento al riguardo

        leo 18/12/2014 14:29 Rispondi

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