Mercoledì 24 Aprile 2024

La strana storia delle primarie a Manfredonia: il prima, il durante e il dopo (di S. Cavicchia)

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La conoscenza è patrimonio della collettività anche quando ad esprimerla è un singolo individuo. Tutto il sapere, scientifico e non, è antropologico, si è accumulato nel tempo attraverso l’esperienza, la sperimentazione, l’azione, la vita vissuta della comunità. La conoscenza, quindi, che è dentro la singola persona non appartiene solo ad essa, ma all’essere umano in quanto tale. Il singolo e, soprattutto, la comunità stessa possiedono una conoscenza tacita, consapevole e non, sulla propria vita, ed è perciò che molte volte la ricerca sociale scopre semplicemente ciò che già tutti sanno. In tal caso l’indagine fa uscire fuori tale conoscenza tacita, la rende esplicita, più ordinata e comprensibile in un determinato momento e nella sua evoluzione storica, dandole un senso ed una prospettiva. La realtà sociale, perciò, non viene trasformata dall’intelligenza di un singolo individuo (dall’uomo solo al comando, se non falsamente in regimi autoritari e per il tempo provvisorio della sua durata), ma dall’operare complessivo di una comunità e da come l’azione del singolo fa lievitare o meno questa dimensione collettiva e partecipazione sociale. Con questo approccio si analizzano le primarie nel loro andamento: il prima, il durante, il dopo.

IL PRIMA: LA TROJKA DI MANFREDONIA, BORDO-CAMPO-RICCARDI.

La trojka è l’appellativo ormai comunemente usato a Manfredonia per indicare il gruppo dirigente e di potere PD, Bordo-Campo-Riccardi che, compattamente, da più di vent’anni comandano politicamente a Manfredonia, avendo costruito nel tempo un intreccio che li rende inamovibili. Hanno fatto e fanno della politica la loro professione, il loro mestiere esclusivo e/o principale, non sono mai stati all’opposizione, hanno sempre governato ed occupato ruoli istituzionali da cui hanno ricavato il reddito per vivere e potere-prestigio sociale. Il termine trojka deriva propriamente dal fatto che essendo tutti e tre di provenienza comunista vengono associati alla trojka-terna che governava l’Unione Sovietica negli anni’60, inamovibili. Soprattutto, sta ad indicare la condizione del Partito=Stato, cioè il fatto che chi comandava nel partito comunista sovietico automaticamente comandava lo Stato. Questa infatti è la situazione a Manfredonia da più di vent’anni, dato che costoro comandando un partito di un centinaio di iscritti, comandano l’A.C. ed una città di 60mila abitanti, nonostante che sia crollata la loro personale ideologia di formazione e di riferimento, così come è crollato ogni riferimento concreto alle masse, soggetto protagonista della trasformazione sociale. C’è tra loro un intreccio parentale, amicale e di gestione del potere locale che prescinde ed è più forte della loro attuale collocazione politica, teoricamente in contrasto, dato che Riccardi è renziano e Bordo-Campo sono ancora quasi dalemiani. Perciò dovrebbe essere Riccardi stesso alla renziana maniera a rottamarli; in realtà ciò non avviene, anzi più che mai sono una triade unita, tenuta in piedi non più dal cemento ideologico ma essenzialmente da un accordo di potere per la distribuzione degli incarichi istituzionali e delle reciproche carriere politiche. Si reggono solo stando insieme, sostenendosi reciprocamente come i lati di un triangolo scaleno, perché diversi per molti aspetti; se cade un lato, cade il triangolo, cadono tutti e tre. Il perno, la base, è, comunque, Riccardi che è il contenitore di voti, presidiando il territorio, e che, stranamente non ha mai svolto alcun ruolo politico rilevante nel partito fuori di Manfredonia, avendo sempre occupato ruoli istituzionali. Ciò pone alcuni interrogativi: come mai l’uomo politicamente più potente di Manfredonia non è mai stato segretario provinciale del partito (o altro) a differenza degli altri due? Che sarebbe successo se Riccardi avesse perso le primarie e/o non fosse più Sindaco? Bordo e Campo sopravvivrebbero?

RICCARDI HA OSTACOLATO LE PRIMARIE IN TUTTI I MODI

Riccardi non voleva le primarie, le ha ostacolate in tutti i modi. In particolare ha rotto la segreteria e direzione unitaria, spostando dalla sua parte alcuni esponenti del campo avverso. Si è ripreso così la maggioranza del partito, beffando l’ingenuità e credulità degli avversari interni e gli stessi dati statistici delle primarie, che nell’ottobre 2013 avevano assegnato 1.047 voti alla trojka (per Piemontese) e 1.036 ai civatiani/renziani (Lombardi) e nel novembre 2013 604 voti per la trojka (Cuperlo) e 625+204=829 voti ai renziani/civatiani. Tale grave errore è da rimediare chiedendo e cercando di ottenere, in una logica di sana democrazia, un congresso cittadino straordinario del PD visto che non c’è più l’accordo unanime. Riccardi, quindi, ha imposto al partito riconquistato di esprimersi contro le primarie per il candidato Sindaco. Contemporaneamente i partiti della vecchia coalizione, ed altri che ne erano fuori, si sono espressi preventivamente a suo favore. 2 a 0, 2 cazzotti sotto il mento e l’avversario è steso a terra; anzi niente incontro per KO preventivo ed anticipato. Ma, colpo di scena: il gruppo G. Prencipe, utilizzando un articolo dello statuto PD, raccoglie 350 firme di iscritti (si pensi che normalmente gli iscritti al PD sono un centinaio) necessarie per richiedere ed ottenere le primarie cittadine, che finalmente vengono ufficializzate per il 21/12/2014. È finita? No. Il tentativo di bloccare le primarie continua con pressioni pubbliche e sotterranee. In particolare Campo ha più volte proposto uno scambio tra la sua rinuncia a candidarsi alle regionali, dove confermare Ognissanti, e la non effettuazione delle primarie con la conferma automatica di Riccardi. Ciò fino a pochi giorni prima del 21/12/2014, quando in un incontro a Bari con Emiliano è stato riproposto il suddetto scambio, rifiutato dal gruppo Prencipe. Ecco perché ha vinto la democrazia a Manfredonia. Le primarie effettuate sono già in sé e per sé una vittoria della democrazia contro i giochi di potere della trojka, il gruppo dominante a Manfredonia.

Nella prossima seconda parte parleremo di F. Ognissanti che deve esplicitare le sue intenzioni, di partiti della sinistra che sono i veri perdenti delle primarie e il ridimensionamento politico di Forza Italia.

Silvio Cavicchia

Sociologo e Ricercatore Sociale del Centro Studi e Ricerche “Eutopia”

silviocavicchia@gmail.com

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