Giovedì 25 Aprile 2024

Gatta: “Vendola assuma la delega del demanio e cambi subito la squadra”

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“L’assessore regionale Di Gioia, le cui dichiarazioni ho letto su “La Gazzetta del Mezzogiorno”, deve aver dimenticato la Legge regionale n.17 del 2006, che imponeva il commissariamento di quei Comuni che dopo il PRC non avessero provveduto entro 12 mesi a redigere il loro. Termine ampiamente scaduto. Peraltro, va segnalato, sul piano etico, l’assurdità di piani comunali affidati agli stessi  tecnici che hanno preparato quello regionale, in evidente posizione di conflitto d’interesse, che nessuno ha mai fatto rilevare”. Lo dichiara il consigliere regionale di Forza Italia, Giandiego Gatta.

“Mentre il turismo – non solo balneare – rischia di franare sulle inadempienze di un settore che avrebbe dovuto essere strategico per lo sviluppo della Puglia, -aggiunge- le affermazioni dell’assessore Di Gioia denotano il suo stato confusionale, perché dimostra di non comprendere appieno i pericoli che  corrono le nostre coste, di completa chiusura senza nuove norme (da varare entro 10 gg.) ed opere (con somma urgenza), in assenza delle quali le nuove ordinanze delle Capitanerie di Porto diventano doverose.

Ordinanze che alcune Capitanerie lo scorso agosto hanno emesso per bloccare la balneazione in lunghi tratti della costa pugliese, poi parzialmente revocate,  che hanno già creato danni enormi nel silenzio del Consiglio regionale, il  quale avrebbe dovuto immediatamente convocarsi sull’argomento dallo scorso settembre. Purtroppo, avergli mantenuto la delega al Demanio, anziché trasferirla al Turismo, ha finito per rendere marginali i problemi del turismo balneare. Di qui le  scelte opache  di assessore e burocrazia, entrambi espressione di quella maggioranza di cui Di Gioia ha condiviso scelte e potere,  e che ha stravolto la filosofia della legge con pareri e circolari lontane dal rispetto della volontà del legislatore (peraltro, nel 2006, già di sinistra), come dimostrano le numerose decisioni del Tar Lecce avverse alla Regione.
La decisione, inoltre,  del Ministero dei Beni Culturali, di superare i tanti inutili ed immotivati veti delle soprintendenze (e a volte della Regione) sul mantenimento, anche durante l’inverno, delle strutture balneari, senza l’obbligo dello smontaggio e rimontaggio, non può che soddisfare quanti, come il sottoscritto, avevano denunciato lo scarso buon senso di tali divieti, tenuto conto del clima particolare del nostro territorio, che ben si presta a stagioni balneari più lunghe ed a fruizioni maggiori delle strutture.

Stante l’inerzia dell’Assessore, anche sul tema della messa in sicurezza delle falesie e delle coste, per il quale mi pregio rammentargli che alla Regione da 9 anni è depositato uno studio del prof. Cotecchia che ha bisogno solo di essere applicato,  ora spetta al governatore Vendola cercare di recuperare il tempo perduto, cambiando l’intera squadra  – assessore e burocrati- responsabili dello sfascio, e dedicando ogni sforzo a quelle zone del Gargano e del Salento per le quali il rischio chiusura è reale. Vendola deve sapere che è in gioco non la nuova stagione turistica, ma tutta la storia del turismo pugliese, compresi i tanti sacrifici di piccoli e grandi imprenditori ed il posto di lavoro di qualche decina di migliaia di lavoratori che totalmente o parzialmente traggono sostentamento dal mare. Ci sono sul territorio capacità, nelle Capitanerie di Porto, nelle altre strutture pubbliche pugliesi e nelle università, che non attendono altro che di essere valorizzate, -conclude- sol che si vogliano premiare le effettive competenze e non le tessere di partito e le logiche clientelari che sono il cancro della politica.

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