Venerdì 19 Aprile 2024

ASE SpA: 1,9 milioni di perdite: questione tecnica o politica?

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Quanto segue è una sintesi circa gli ultimi sviluppi dell’ASE, per tentare di fare il punto della situazione su una questione tecnicamente complessa, scandita da delibere e atti, su cui si è sviluppata una vivace discussione sulla stampa locale tra l’Amministratore Unico dell’ASE, Giuseppe Dicembrino, e Giovanni Caratù, della lista “Manfredonia che Funziona”. Il 30.12.2014 un Consiglio comunale riunitosi in sessione straordinaria e urgente deliberava l’approvazione della situazione patrimoniale dell’ASE SpA aggiornata al 31.10.2014, da cui emergevano perdite per € 1.937.457, con conseguente riduzione del capitale sociale da € 3.494.090 a € 1.556.633; si approvava altresì l’ampliamento dell’oggetto sociale alla gestione degli impianti di depurazione, delle aree mercatali e ad altre gestioni conto terzi dei servizi ambientali di aree industriali e commerciali. In un comunicato stampa del 13 gennaio, Dicembrino spiega che le perdite non equivalgono a debiti e, dunque, “la riduzione del Capitale Sociale non è dovuta a debiti e quindi a non oculata gestione, bensì alla rinunzia di parte del proprio credito vantato nei confronti del Comune, che in buona sostanza ha in qualche modo favorito il Comune, proprietario al 100% della partecipata, e non ha gravato sui cittadini”. L’ASE, infatti, vantava crediti maturati negli anni per 7,9 milioni, ridotti poi, per le difficoltà del Comune a farvi fronte e a seguito di una transazione conclusa nel maggio 2012, a 5,6 milioni, erogati all’ASE in due tranche di cui l’ultima, a saldo, il 29.10.2014. Angelo Riccardi Sindaco di Manfredonia (1)Da questa data la transazione, perfezionatasi economicamente, prosegue l’A.U., ha esplicato i suoi effetti giuridici, determinando la perdita effettiva di bilancio di 1,9 milioni. La transazione (perdita sui crediti) è stata richiamata dall’amministratore nelle relazioni allegate ai bilanci previsionali dal 2012 in poi. Ai sensi dell’art. 2446 del codice civile (diminuzione del capitale di oltre un terzo in conseguenza di perdite) l’A.U. ha prodotto relazione sulla situazione patrimoniale e convocato l’assemblea dei soci, di cui il Sindaco è rappresentante unico, proponendo come unica soluzione la riduzione del capitale sociale, da cui consegue l’obbligo di modifica dello statuto. L’estensione di quest’ultimo ad altre attività ha tenuto presente anche i progetti di sviluppo futuro dell’azienda. Si poteva agire diversamente? No, Dicembrino parla dell’impossibilità di rinviare a nuovo la perdita (nel nuovo bilancio 2015) a causa della natura stessa dell’ASE, in house senza utili, o di coprire la perdita, vanificando così gli effetti della transazione (prima rinuncio a parte dei crediti, poi li richiedo per coprire la perdita). A fronte della consequenzialità della spiegazione tecnica di Dicembrino, Giovanni Caratù pone invece interrogativi di natura politica, a cui affianca perplessità giuridico-legali. “Perché sul sito ufficiale dell’ASE non è presente il bilancio di previsione 2014, ma è di colpo apparso un bilancio intermedio, prassi insolita, al 30.10.2014? Siamo in mancanza di un bilancio consolidato 2014. I tempi c’erano, perché convocare un Consiglio Comunale 18 ore prima, il giorno di Capodanno, senza dare sufficienti informazioni e giustificazioni al Consiglio stesso, oltretutto in assenza del Sindaco?”. La stessa transazione con il Comune, approvata nel 2011 e formalizzata nel 2012, poiché risultante da atti pubblici di rilevanza giuridica ed economica, “doveva sin da allora spingere l’A.U. ad inserire nei bilanci un credito certo ed esigibile, anziché farlo improvvisamente nell’ottobre 2014, a conclusione dell’ultima tranche di pagamento: ciò farebbe supporre un’imprecisione nei bilanci 2011,2012,2013”. Sul versante delle considerazioni politiche, Caratù ricorda il dibattito nazionale sulle inefficienze delle costose municipalizzate, macchine clientelari in tanti casi, da dismettere secondo la spending review di Cottarelli (il commissario dei tagli nominato da Letta e poi “trasferito” da Renzi ad una poltrona meno bollente al FMI). L’esponente politico afferma che la variazione dello statuto societario, vero obiettivo dell’operazione, trasformerà l’ASE da fornitore di servizi in house di proprietà al 100% del Comune in azienda manifatturiera a tutti gli effetti, atto propedeutico alle future assunzioni.

Massimiliano Rinaldi

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  • Non è questione tecnica o politica, è questione incapacità
    Alla fine, sarà sempre pantalone a pagare.

    tonino 01 51 26/01/2015 10:12 Rispondi
  • Dicembrino al comizio per le primarie per riccardi stava in prima fila ad applaudire. E’ normale, secondo la cittadinanza tutta, che un gestore di un servizio pubblico essenziale e fondamentale che quindi deve essere un tecnico che gestisca l’azienda in modo ineccepibile e equidistante da interessi politici, affaristici e clientelari, parteggi pubblicamente per una parte politica? Da chi è stato nominato amministratore unico? a quanto ammonta il suo compenso? A quanto ammonta il compenso di tutti gli amministratori della città? Bravo Caratù, dacci dentro. Fate uscire le carte, di tutto, non solo dell’ase.

    alberto 26/01/2015 10:07 Rispondi

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