Giovedì 25 Aprile 2024

L’attacco delle trivelle al mare pugliese e i rischi connessi all’uso dell’airgun per la ricerca di petrolio e gas

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Legambiente: “Chiediamo a Renzi di vietare l’utilizzo dell’airgun per il settore delle attività estrattive che non porta vantaggi alle comunità ma solo alle compagnie petrolifere. La Regione faccia pressione sul Governo affinché si faccia promotore di un’azione a difesa del Mare Adriatico e per un’economia diversa”

Cresce il fronte di protesta dopo che il Governo ha rilasciato parere positivo per le procedure di Valutazione di impatto ambientale anche in Puglia: i sindaci del Gargano a bordo di Goletta Verde. Ieri l’adesione del Comune di Polignano

La petizione #StopOilAirgun (http://www.change.org/stopoilairgun) già a quota 25mila adesioni

Appuntamento stasera a Polignano a Mare alle ore 19 – Ponte Lama Monachile – con l’iniziativa “Dillo nella tua lingua…..no trivelle”

 

 

E’ in corso un vero e proprio assalto al mare Adriatico da parte delle compagnie petrolifere e se da un lato il Governo evidenzia i rischi delle nuove richieste di estrazioni sul versante croato, in Italia non si ostacolano le mire espansionistiche dei nuovi cercatori d’oro (nero). Le coste pugliesi non sono esenti da questo assalto e proprio per questo la Goletta Verde, la storica imbarcazione di Legambiente, ha voluto rilanciare anche in Puglia il fronte “no alle trivelle” che nei giorni scorsi ha visto l’adesione anche di tutti i sindaci del Gargano. Appello raccolto anche ieri dal sindaco di Polignano a Mare, al quale ieri Goletta Verde ha consegnato le “5 vele” della Guida Blu di Legambiente e Touring club nell’ambito del festival “Il libro possibile”.

Il rischio è altissimo: oltre 122mila chilometri quadrati, corrispondenti all’esten­sione di tutta Inghilterra, potranno ora esse­re sottoposte ad attività di prospezione e ricerca attraverso indagini sismiche. Il tutto grazie agli 11 recenti decreti per il nulla osta ambientale che riguardano tredici aree marine tra Adriatico, Ionio e Canale di Sicilia. Sono 52 le istanze di permesso di ricerca e le istanze di prospezione presen­tate dalle diverse compagnie petrolifere nei nostri mari: ricerche che saranno eseguite con la discussa tecnica dell’airgun, il cui fortissimo rumore – ribadiscono sempre più studi scientifici – può provocare danni ed alterazioni comportamentali, talvolta letali, in specie marine assai diverse, in particolare per i cetacei, fino a chilometri di distanza. In tutti i casi finora censiti – raccolti ora in un dossier da Legambiente – gli studi hanno accertato la connessione tra lo spiaggiamento e le ricerche petrolifere attraverso airgun attive nell’area. Senza calcolare i danni economici alle attività di pesca.

La soluzione è unica: costringere il governo a vietare una volta per tutte l’utilizzo di questa tecnica per la ricerca di idrocarburi. Proprio per questo Goletta Verde rilancerà questa sera a Polignano a Mare, la petizione (che in una sola settimana ha già superato 25mila adesioni) indirizzata al Governo e alla maggioranza che lo sostiene (online su https://www.change.org/stopoilairgun) di dare attuazione agli impegni presi in sede di dibattito parlamentare sulla legge per gli Ecoreati e ai diversi ordini del giorno approvati in materia al Senato e alla Camera, a cui fino ad oggi non è stato dato seguito. L’appuntamento è alle ore 19 a Ponte Lama Monachile per l’iniziativa “Dillo nella tua lingua…..no trivelle”.

“Il tema dell’airgun – dichiara Mattia Lolli, portavoce di Goletta Verde – è stato al centro dell’attività parlamentare durante l’iter di approvazione della legge n.68/2015 che inserisce i reati ambientali nel codice penale e i rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari si sono schierati contro questa tecnica di ricerca nelle attività estrattive. Condividiamo fortemente le preoccupazioni e le ragioni di chi si è schierato contro l’airgun e per questo chiediamo con forza al governo e alla maggioranza che lo sostiene di dare attuazione agli impegni presi a cui fino ad oggi non è stato dato seguito”.

In soli dieci giorni, da 3 al 12 giugno, i Ministri dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e dei beni e delle attività culturali e del turismo hanno firmato dieci decreti che formalizzano la chiusura con esito positivo di altrettante procedure di Valutazione di impatto ambientale riguardo richieste di permessi di prospezione o ricerca nel mar Adriatico. Le conseguenze di questi atti sono il nullaosta ambientale su attività di ricerca per idrocarburi in un’area complessiva di 4.782 kmq concentrata soprattutto in Adriatico meridionale: 6 provvedimenti, tutti facenti capo alla Northern Petroleum Ltd, riguardano aree situate di fronte le coste pugliesi per 4.644 kmq. Sempre in Puglia, altri 30.580 kmq sono destinati ad attività di prospezione (2 decreti di VIA riguardano infatti la richiesta della Spectrum Geo Limited e della Petroleum Geoservice Asia Pacific).

“Nuove attività di ricerca e di estrazione di idrocarburi comporterebbero un impatto devastante non solo per l’ecosistema marino ma anche per le attività che oggi costituiscono una preziosa risorsa economica per la Puglia, come la pesca e il turismo – commenta Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia. Tutto per una politica energetica miope ed anacronistica a solo vantaggio delle compagnie private, visto che le quantità di idrocarburi in gioco sono risibili a fronte dei grandi i rischi e dei possibili danni che ricadrebbero sulla collettività. Occorre lanciare una vera e propria vertenza ambientale dell’Adriatico che coinvolga anche gli altri Paesi costieri per valutare l’impatto cumulativo delle attività di prospezione e ricerca e estrazione di idrocarburi”.

Ad oggi tra le Marche e la Puglia sono attive 21 concessioni di estrazione di idrocarburi (gas e petrolio). Di queste quelle da cui si estrae petrolio sono 3, per un totale di 1.127 kmq di estensione, 8 piattaforme e 34 pozzi produttivi. Per quanto riguarda la Puglia i titoli appartengono all’ENI (FC2AG – ubicato di fronte le coste al largo di Brindisi che ha prodotto 227.430 tonnellate di greggio nel 2014, corrispondenti al 30% della produzione a mare ed al 4% della produzione totale nazionale a terra e mare). La ricerca di idrocarburi oggi vede, invece, attivi 2 permessi già rilasciati di fronte alla Puglia di estensione pari a 1.469 Kmq. Ci sono inoltre 20 istanze di permesso di ricerca – a diversi stadi dell’iter amministrativo – che incombono sulle coste italiane adriatiche; nove istanze riguardano le coste pugliesi (a largo di Bari) per un totale di 6.161 Kmq.

Sono, inoltre, sempre di più gli studi, i rapporti e i regolamenti internazionali che descrivono gli impatti dell’uso dell’airgun per la ricerca di petrolio e gas e ne chiedono una maggiore regolamentazione e soprattutto una riduzione nella sua applicazione. È utile citare, ad esempio, gli studi del Norvegian Institute of Marine Research che calcolano una diminuzione del pescato anche del 50 per cento intorno ad una sorgente sonora che utilizza airgun. Rischi che riguardano soprattutto l’ambiente marino e le specie marine proposte. Proprio lungo la costa garganica, nel dicembre del 2009, in prossimità della Laguna di Varano, in Puglia, nove capodogli si sono avvicinati alla costa in maniera anomala. Sette di questi si sono spiaggiati mentre solo due sono riusciti a riprendere il largo. Gli esemplari spiaggiati, sottoposti ad esami specifici per individuarne le cause, hanno mostrato una sindrome embolica, causata da una risalita rapida in superficie (paragonabile a quella che colpisce gli immersionisti), probabilmente causata dall’esposizione ad una serie di forti impatti sonori.

Il dossier completo è disponibile su http://www.legambiente.it/golettaverde-stop-airgun-salviamo-i-cetacei

Piattaforme e pozzi petroliferi attivi

Società Zona marina Titolo Piattaforma – pozzi produttivi Produzione 2014 (tonnellate) Produzione Gennaio – Aprile 2015 (tonnellate)
ENI Mar Adriatico meridionale di fronte a Brindisi F.C 2.AG Aquila 2 e 3

2 pozzi

227.430 75.014

Fonte: Elaborazione Legambiente su dati Unmig – Ministero sviluppo economico (dati aggiornati a fine maggio 2015)

Permessi di ricerca

Società titolata Zona (*) Regione Indicazione Data conferimento kmq
1 NPL F-D Puglia tra Monopoli e Brindisi F.R39.NP 21/06/2007 734,5
2 NPL F-D Puglia fronte Brindisi F.R40.NP 22/06/2007 734,6
Totale (in kmq) 1.469,1

Fonte: Elaborazione Legambiente su dati Unmig – Ministero sviluppo economico (dati aggiornati a fine maggio 2015)

 

 

 

 

Richieste di permessi di ricerca

Società titolate ID titolo Fase Regione Note ubicazione kmq
1 Northern Petroleum Ltd d 60 F.R-.NP Decisoria Puglia A largo della costa tra Monopoli e Brindisi 741,8
2 Northern Petroleum Ltd d 61 F.R-.NP Decisoria Puglia A largo della costa tra Monopoli e Bari 728,3
3 Northern Petroleum Ltd d 149 D.R-.NP Decisoria Puglia A largo della costa tra Monopoli e Bari 264
4 Northern Petroleum Ltd d 65 F.R-.NP Decisoria Puglia A largo della costa tra Brindisi e Monopoli 729,3
5 Northern Petroleum Ltd d 66 F.R-.NP Decisoria Puglia A largo della costa tra Brindisi e Monopoli 711,6

 

6 Global Petroleum Limited d80 F.R-.GP Istruttoria Puglia A largo della costa di Bari 744,8
7 Global Petroleum Limited d81 F.R-.GP Istruttoria Puglia A largo della costa di Bari 749,9
8 Global Petroleum Limited d82 F.R-.GP Istruttoria Puglia A largo della costa di Bari 745,7
9 Global Petroleum Limited d83 F.R-.GP Istruttoria Puglia A largo della costa di Monopoli 745,3
Totale (in kmq) 6160,7

Fonte: Elaborazione Legambiente su dati Unmig – Ministero sviluppo economico (dati aggiornati a fine maggio 2015)

Richieste di permessi di prospezione

Società titolate ID titolo Zona Regione Note ubicazione kmq
1 Spectrum Geo Limited d1 F.P-.SP

(parere VIA positivo – 3 giugno 2015)

F Puglia A largo della costa dal Gargano ad Otranto 16.300
3 Petroleum Geoservice Asia Pacific d2 F.P-.PG

(parere VIA positivo – 12 giugno 2015)

F Puglia A largo della costa da Foggia ad Otranto 14.280
Totale (kmq) 30.580

Fonte: Elaborazione Legambiente su dati Unmig – Ministero sviluppo economico (dati aggiornati a fine maggio 2015)

 

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