Giovedì 25 Aprile 2024

Il coraggio di Anna

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Se ne è andata in punta di piedi, lasciando tutti esterrefatti. E lei, che non amava essere al centro dell’attenzione, per ironia di un amaro destino, si è trovata ad essere la protagonista assoluta nei cuori e nelle menti dei manfredoniani in una soleggiata mattina d’autunno. La giornalista Anna Castigliego ci ha lasciati il 6 ottobre 2015. Avrebbe compiuto 40 anni il prossimo 19 dicembre, ma una terribile malattia, contro cui ha lottato tenacemente e con grande forza d’animo per oltre due anni e mezzo, se l’è portata via, strappandola dolorosamente ai suoi cari, agli amici e ad un fidanzato, Adolfo, che adorava ricambiata. Anna, che pur negli ultimi anni si era allontanata dal giornalismo, aveva il cuore intinto nell’inchiostro. Un dovere, l’informazione, che sentiva dentro di sé come una missione. Anna ha collaborato con innumerevoli testate, con un unico cruccio: che questa sua grande passione non è potuta mai diventare un vero lavoro. Poi, un giorno, ha deciso di fermarsi. Il giornalismo, infatti, negli ultimi anni è cambiato, diventando una folle rincorsa alla notizia. “Assolutamente no”, rispondeva a chiunque la pregasse di scrivere ancora. Eppure, Annina mia, sei riuscita a stupirci tutti un’ultima volta quando Monsignor Castoro ha letto in chiesa la lettera in cui con estrema lucidità hai descritto il tuo male, la tua sofferenza, ma anche come avevi imparato a riassaporare la vita “nei piccoli gesti quotidiani”. Quasi mi sembrava di vederti in chiesa, mentre cercavi di schivare timidamente gli sguardi della folla. “Sciocchina mia”, ho pensato, “dicevi che non volevi più scrivere… e hai scritto la tua omelia”. Un emozionante e bellissimo commiato che solo tu avresti potuto comporre così bene. “Bisogna credere che Qualcuno da Lassù rimette a posto la nostra vita come i pezzi di un bellissimo puzzle...”, ha concluso con le ‘tue’ parole Monsignore lasciando tutti con un gran magone dentro. E non c’è stato bisogno di aggiungere altro. Annina, perdonami, ma è difficile accettare che davvero non ci sei più. M’immagino ancora in attesa di leggere i tuoi pezzi di denuncia o di approvazione, senza mai eccessi o sbavature. E se è vero, amica mia, che non si muore mai finché si vive nel cuore di chi ci ama, tu non potrai mai morire, perché immenso è l’amore di tutti coloro che hanno potuto conoscerti.

Maria Teresa Valente

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