Venerdì 19 Aprile 2024

Le parole di un ex dipendente della ManfredoniaVetro

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Le aziende del contratto d’area e la dimensione del nostro sito all’interno di esso.

Nel 1998 nasce la Manfredonia Vetro SpA: investimento globale di oltre 100 milioni di euro, di cui circa il 70%, circa 70 milioni, finanziati con il contributo pubblico a fondo perduto del contratto d’area di Manfredonia nell’ex area Enichem.

Con la costruzione dello stabilimento produttivo, dal 2002 il gruppo sangalli entra nel mondo delle aziende del vetro che contano: produzione giornaliera di circa 600 tonnellate di vetro piano, 200.000 tonnellate annue a ciclo continuo.

Al vetro piano è subito affiancata la produzione di vetro stratificato di sicurezza con una capacità produttiva di circa 4.000.000 di mq.

Nel 2008 viene ultimato l’impianto di seconde lavorazioni della sangalli vetro Satinato srl con capacità produttiva di 2.000.000 mq di vetro satinato.

Il progetto d’investimento, di circa 6.000.000, rientra nel 3° protocollo aggiuntivo con finanziamento a fondo perduto del 50%.

Nel 2009 nasce la sangalli vetro magnetronico srl per la seconda lavorazione del vetro con produzione di vetro a basso emissivo per il risparmio energetico; capacità produttiva di circa 6.000.000 mq annui.

Questo investimento, circa 18 milioni di euro, beneficia del credito d’imposta sugli investimenti (Tremonti bis).

Questi dati se accorpati ci danno la dimensione dell’enorme contributo pubblico (soldi anche nostri) che sono confluiti sul contratto d’area . ben 85 milioni tra contributi diretti e indiretti per le defiscalizzazioni.

Il gruppo del sito produttivo del sud negli anni ha raggiunto risultati economici eccellenti al di sopra di qualsiasi aspettativa

Quindi da quanto si evince questi risultati sono frutto delle alte professionalità che nel tempo si sono formate.

Quest’azienda ha assorbito circa 240 lavoratori diretti e circa 150 dell’indotto.

Sebbene la proprietà sia stata sempre molto restia ai riconoscimenti economici alle maestranze dopo un certo numero di anni è stata in qualche modo “costretta” ad elargire dei premi di produzione poiché i risultati erano sotto gli occhi di tutti:

Assenteismo molto vicino allo zero, pochissime malattie e infortuni e una qualità del vetro eccezionale.

Direte tutto meraviglioso? Si fino ad un certo punto.

Nel 2009 l’imprenditore decide di reinvestire gli utili della Manfredonia Vetro in un nuovo progetto, la costruzione di un nuovo impianto “gemello” nel Friuli.

Non un centesimo è stato investito di tasca propria, ma tutto finanziato dalle banche. Se non c’è rischio d’impresa non ha senso chiamarli imprenditori, ma solo “prenditori”.

Perché è fallito il contratto d’area? Una risposta importante secondo noi è perché nessuno si è preoccupato di verificare i curricula dei prenditori. Bastava poco per capire che alcuni di questi negli anni precedenti non hanno fatto altro che chiudere le aziende, svuotandole non appena i benefici erano terminati per poi sfruttare nuove opportunità altrove.

Certo ci siamo accorti che taluni investimenti potevano diventare rischiosi per il nostro futuro, ma è molto difficile contrastare un’azienda “padronale” dove la stima per noi finisce quando s’inizia a porre delle domande. E’ dignità per un lavoratore non poter esprime il proprio pensiero?

Una frase da noi spesso utilizzato è LAVORO=DIGNITA’, ma non è proprio così.

Certo se guardiamo l’aspetto meramente economico se c’è il lavoro questo porta ad avere la tranquillità dei propri cari, ma questo non vuol dire che l’individuo ha dignità.

Il lavoro è uno strumento che eleva un individuo all’interno di una società traendo e valorizzando le sue attitudini e le sue capacità intellettive creative e manuali. Solo così il lavoro diventa dignitoso. Un padre di famiglia potrà sentirsi gratificato e orgoglioso del proprio lavoro se questo gli da soddisfazioni, porterà il beneficio in casa e all’interno della società.

Diverso è purtroppo la realtà in tantissimi individui che solo per farne uno di esempio pensiamo a chi lavora nei campi ed è costretto a lavorare 14 ore al giorno, maltrattato, insultato, dovendo poi alla fine lasciare buona parte dei suoi guadagni come tangenti ai caporali.

Tornando nel merito della nostra situazione ecco come abbiamo portato la nostra dignità all’interno della vertenza che ci vede protagonisti da oltre un anno

A  partire dal  giorno dell’inizio dello sciopero (la sera stessa), ci sono stati tentativi da parte dell’azienda, con il fine di smembrare la vertenza, con l’ausilio di mezzi illeciti come: chiamate che proponevano di andare a lavorare a Porto Nogaro  durante lo sciopero e successivamente l’utilizzo dell’istituto del distaccamento, in maniera irregolare

Chiaramente il tutto era finalizzato a smembrare il presidio e di conseguenza indebolire lo sciopero, ponendo di fatto il lavoratore, in una posizione di debolezza, di ricatto.

Noi  lavoratori eravamo coscienti fin dall’inizio, che se avessimo firmato la cassa integrazione, avremmo firmato la nostra condanna a morte, questo perché,  la cassa che era stata richiesta e proposta dall’azienda (cassa integrazione straordinaria per crisi) era  per sole 165 unità,   esponendo di fatto i lavoratori non in cassa, a fare ciò che l’azienda si era prefissata fin dal principio, cioè:  svuotare lo stabilimento e portarlo in liquidazione; ragione per cui era iniziata questa vertenza.

Nonostante tutti questi comportamenti sleali, c’è sempre stata da parte dei lavoratori, la volontà di trovare dei compromessi, per non aggravare sia la situazione aziendale, che di condizione economica dei lavoratori stessi, ma il concetto di compromesso, che l’azienda ha da sempre proposto è  di concessione unilaterale,  da parte dei lavoratori. Certo questo ci ha portato in termini reali, ad una catastrofe sociale, mettendo le centinaia di famiglie sull’orlo del baratro, in quanto in un territorio già  martoriato dalla disoccupazione, tutto ciò si traduce nella maggioranza dei casi, nell’impossibilità di aiuto persino da parte della rete famigliare e sociale.

 Quando usiamo  la parola lavoratori indichiamo in maniera generica non realistica, una condizione che dovrebbe essere in accezione positiva (coloro che lavorano) , ma se al posto di questa parola astratta, cominciamo a dare dei  nomi che ci rimandano ai volti di: Saverio, Carmine, Tommaso, Massimo,Paolo, Matteo, Michele, Angelo, Francesco, Lorenzo, Damiano, Mimmo, Cristiano, Claudio e tanti altri, forse è più probabile che riusciamo a capire anche le condizioni  che stanno vivendo  in questo momento:

  • Tensioni famigliari (molti in questo periodo sono in rottura con i coniugi);

La pressione emotiva che si è costretti a sopportare, non sempre trova  comprensione, poiché per dignità si cerca di omettere il peso delle problematiche ai congiunti, peggiorando la situazione con un effetto devastante: “ La Famiglia si spacca”.

  • Nervosismo generale ed insonnia;

I padri e le madri, che si trovano già ad affrontare malattie, dei propri figli e dei congiunti, con spese mediche che gravano su quell’unico reddito, non dormono più!  Abbiamo registrato purtroppo l’aumento di stati ansiosi, che sfociano in attacchi di panico ed Asma, con il ricorso all’assunzione di farmaci per placare tali disturbi.

  • Molti fanno debiti verso famigliari/amici;

I più fortunati sono riusciti ad avere dei prestiti, che hanno permesso loro di arrivare fino ad oggi, ma le risorse sono terminate e si ritrovano nella situazione iniziale con in più, debiti.

  • Confische mobili ed oggetti/accessori/etc;

Per qualcuno l’umiliazione sta nel vedersi arrivare a casa l’ufficiale giudiziario, per confiscare tutta la mobilia, nonché elettrodomestici ed altro,  tanto da dover trasferire la famiglia presso parenti, poiché l’unico arredo rimasto è il divano con cui dividere l’indigenza e la solitudine.

  • Problemi con i mutui con probabili confische immobili;

Non avendo accesso agli ammortizzatori sociali e non potendo esibire alcuno status di indigente, siamo stati  vessati dalle banche con continue telefonate per sollecitare il pagamento del mutuo, per alcuni la seconda fase è stata l’inizio di procedura di confisca dell’immobile.

  • Difficoltà a trovare altro lavoro perche non si è né liberi da vincoli contrattuali e né in CIGS, con possibilità di sospensione della stessa ed accesso per chi assume a vantaggi fiscali;

Anche per i più giovani si prospetta un limbo dal quale non vi sono molte vie d’uscita, sia per le nuove leggi sul  lavoro che per la carenza di opportunità.

  • Propensione al lavoro in nero.

L’unica alternativa che resta è il lavoro in nero, chiaramente sottopagato, 4 euro all’ora per raccogliere i peperoni e a fine giornata, non poter dare la stretta di mano, perché le mani indolenzite, non hanno più mobilità, è solo uno dei tanti esempi di ciò che avviene quotidianamente.

I più giovani  con progetti di matrimonio o convivenza, una progettualità che pensavano si dovesse concretizzare, hanno visto sfumare le loro prospettive future e i loro sogni, annullare tutto e vivere in standby.

I lavoratori dai 40 anni in su,  sono coscienti di essere candidati  in questo mercato del lavoro, a futuri fantasmi poiché nemmeno contemplati nelle regole del nuovo mercato, tutto ciò provoca frustrazioni che sono tenute a bada, solo grazie alle piccole speranze che ancora nutriamo.

Ora ci chiediamo a fronte dei proclami di ripartenza di questo paese che Renzi quotidianamente fa, come si concilia la cruda  realtà che noi stiamo vivendo con i propositi che tanto decanta? Ha ben pensato a riscrivere le regole sul lavoro, ma forse gli sfugge che senza lavoro, quelle regole sono solo forma senza sostanza! Una  Nazione che ha una pseudo economia basata sulla slealtà, poiché mentre noi,  concorriamo a salvare il nostro stabilimento in un sistema di regole dalla rigidità elvetica,  la Presidente della regione Friuli (a statuto speciale) Serracchiani è potuta intervenire tramite i fondi Frie, non solo a risanare il debito del  sito produttivo di porto Nogaro, ma a rilanciarlo, per poi traghettarlo alla salvezza a ragion veduta (un sito che non aveva ragion d’essere, poiché costruito in una regione dove il tasso di disoccupazione era inesistente).

Lui stipula patti ovunque e con chiunque, tranne con i lavoratori sui quali davvero si può fare affidamento per rilanciare questo paese!!

Senza il nostro stabilimento, il centro sud diventa meno concorrenziale, quindi a livello di costi di trasporto, penalizzato e tagliato fuori in partenza. Uno degli effetti immediati  è la chiusura dell’azienda Vetrotec due sempre sul nostro territorio, che era nostro cliente (altri posti andati in fumo).

La nostra battaglia è diventata questione di principio ….NOI non abbiamo più nulla da perdere, dopo aver aperto gli occhi e guardato in faccia questa triste e brutta realtà, utopisticamente crediamo ancora che Davide possa vincere e sconfiggere Golia!!

Renzi ha ribadito il concetto che il sud si piange addosso, ma noi abbiamo dimostrato che tutto abbiamo fatto tranne piangerci addosso stiamo ancora lottando per la rinascita del nostro gioiello produttivo… Domani è una giornata cruciale per noi (il tribunale si pronuncerà per l’amministrazione straordinaria altrimenti in caso contrario sarà fallimento)

L’unica cosa che pretendiamo in qualità di cittadini italiani è avere Pari opportunità tra nord e sud questo si lo pretendiamo.

Non ci arroghiamo il diritto di essere stati un esempio, abbiamo semplicemente fatto il nostro dovere difendere il nostro lavoro, il territorio e il futuro dei nostri figli

Alfredo

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Commenti

  • Carissimo Alfredo hai esposto tutte le criticità del contratto d’area che purtroppo è fallito a causa dei cattivi e furbetti “prenditori”, accecati dai lauti guadagni che negli anni hanno solo preso e lasciato oggi tanta disperazione. Sono mancati i controlli dello stato e delle istituzioni che avrebbero dovuto sanzionarli x le loro losche manovre economiche che hanno portato i benefici solo ai prenditori a scapito degli onesti lavoratori. Non mollate e continuate con i vs presidi. Auspico che riusciate a prendere le redini della società rilanciandola con l’aiuto del Signore. In bocca al lupo.

    Marianna 05/01/2016 0:00 Rispondi
  • C’è solo da congratularsi con questo ex dipendente che descrive una delle realtà del contratto D’area. Mi viene però da fare una osservazione. Quando è stato stipulato il contratto D’AREA, nessuno si è speso per supportare le mie pesanti perplessità sul farlocco contratto D’AREA. Allora tutti speravano di trovare sistemazione o raccomandazioni per se o per un proprio parente. Siamo stati presi per fame e continuiamo a farci prendere per il di dietro senza l’uso di un qualsiasi lubrificante e con il semplice metodo della promessa. Ancora una volta devo dispiacermi di avere azzeccato sullo scenario di un futuro governato da cinici POLITICANTI E PRENDITORI.

    Pino Delle Noci 04/01/2016 18:14 Rispondi
  • La Politica??????,
    ma se la colpa è solo dei politici…..
    Solo per ricordare:
    All’inizio tutti a votare il politico di turno per avere un posto nel contratto d’area.
    Politici che dal lontano 1998 si continuano a votare perchè sanno prendere per la gola i poveri lavoratori con promesse di sistemazione…….
    Gli stessi politici, vedi Vendola, che vinse le elezioni facendo il verso a Fitto sulla chiusura degli ospedali…….
    Lui prese nella provincia di Foggia e nello specifico della Capitanata tantissimi voti…..
    Come ci ha ripagato?
    Prima con la chiusura dell’ospedale e poi con il deposito deliberato nella sua ultima giunta.
    Continuo?
    Emiliano, dov’è?
    Prima delle votazioni si sapeva, era vicino alle aziende, ora?
    Alla fine di questa tragica storia cittadina (non voglio ricordare l’Anic/Enichem fatta nell’intervento precedente) tutti i politici sono sempre allo stesso posto, anzi più in alto, gl’imprenditori sempre più ricchi…..solo i poveri cittadini di questo, oramai paese in rovina, lo hanno preso in quel solito posto!!!!!!

    Francesco 04/01/2016 13:52 Rispondi
  • La stessa sorte, l’anno subita i lavoratori di ENICHEM, Mentre tutta la città gridava C NU UAJ….. , senza rendersi conto di tutte queste problematiche così drammatiche sopra elencate.
    Peccato che la politica, non si renda conto di tutto questo, capace solo di blaterare e promettere, mentre il tempo passa e la situazione si aggrava.

    tonino 01 51 04/01/2016 9:58 Rispondi

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