Mercoledì 24 Aprile 2024

La lezione di Aldo Moro

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Il giorno 23 settembre 2016 si è tenuto  nell’auditorium dell’ITE “G.Toniolo” di Manfredonia un incontro-dibattito in ricordo di Aldo Moro nel centenario dalla nascita dello statista pugliese, per stimolare la riflessione sul tempo, sulla società e sull’uomo più rappresentativo per la democrazia italiana.
I ragazzi delle classi quinte, per iniziativa delle prof.sse di Italiano e Storia Annarita Gatta, Teresa Gentile, Maria Pia Giuliano e Concetta Granatiero hanno partecipato alla presentazione, visione e discussione sul film di Marco Bellocchio “Buongiorno, notte” che, attraverso gli occhi di una giovane terrorista coinvolta nel sequestro del leader della Democrazia Cristiana, ha fatto rivivere il clima degli “ anni di piombo” e il travaglio dei brigatisti stretti tra la fiducia nell’avvento della rivoluzione e la realtà quotidiana, fatta di clandestinità e piccole e grandi tragedie. Dalla visione del film, il dibattito ha evidenziato i diversi aspetti della personalità di Moro come uomo, credente, intellettuale, giurista, marito, oltre che politico.

Sono emersi inoltre in modo chiaro la sua profonda vocazione politica, poiché egli non volle essere un “politico di professione” ma un convinto assertore della necessità di “ costruire ponti” per il bene comune, e la presenza di molti nemici (dagli USA alla destra cattolica), consapevoli che egli guardava altrove (“non solo al domani, ma al dopo domani”, come si evince da alcune lettere esaminate durante l’incontro) e che poteva riuscire a realizzare progetti di cambiamento.

Non un innocuo utopista, come è emerso dalla discussione, e per questo percepito come più pericoloso di altri: era un vero statista, non un predicatore qualunque.

La politica attuale può imparare molto dalla sua capacità di intuire i problemi storici, dalla sua volontà di usare in modo costruttivo la parola e la ragione per ricondurre sempre le tensioni su un terreno di dialogo e di crescita della democrazia, dalla sua arte della mediazione finalizzata all’evoluzione lenta e sicura di un sistema “fragile” come la democrazia italiana.

Prof.ssa Concetta Granatiero

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