Giovedì 18 Aprile 2024

Udc, E.S.T. e Manfredonia che Funziona, "Uniti per Votare NO" al referendum del 4 dicembre

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L’Unione di Centro (U.D. C.), il Movimento con Emiliano (E.S.T.), il movimento cittadino Manfredonia che Funziona e la coalizione Insieme per Manfredonia, per il no al referendum costituzionale del 4 dicembre, ritenendo la riforma, sbagliata nei metodi dell’approvazione e nella sostanza delle modifiche. Inoltre abbinata all’attuale legge elettorale ( Italicum ) provocherebbe conseguenze in aperto contrasto con i principi fondamentali della Costituzione. L’alleanza Uniti per Votare No e’ aperta a nuovi apporti e collaborazioni, metterà in campo incontri ed iniziative per far conoscere ai propri iscritti, simpatizzanti ed alla citta’ le ragioni del proprio no, e stigmatizza chi oggi con il proprio Sì vanifica il risultato del recente referendum cittadino.

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  • Il 4 dicembre 2016 si terrà il referendum sulle modifiche alla Costituzione.
    La Costituzione rappresenta il complesso delle norme fondanti dell’ordinamento, regola i diritti fondamentali della persona e della comunità, l’organizzazione e l’azione della Repubblica e delle sue articolazioni, nonché l’equilibrio pluralistico dei poteri del sistema democratico.
    La Costituzione vigente è il frutto del voto favorevole del 90% dell’Assemblea costituente, eletta col sistema proporzionale, al fine di garantire una vastissima rappresentanza del popolo italiano.
    In merito alle modifiche oggetto del referendum del 4 dicembre va preliminarmente rilevato che la revisione di ben 50 articoli della Carta costituzionale è stata approvata da un Parlamento la cui composizione risulta illegittima, in quanto effetto di una legge dichiarata incostituzionale (“Porcellum”, definita “una porcata” dal suo stesso ideatore, l’on. Calderoli della Lega Nord).
    Tale composizione illegittima stravolge i presupposti fondamentali della rappresentanza parlamentare; infatti l’attuale coalizione di Governo dispone alla Camera di 340 deputati (il 54%) a fronte di un numero di voti inferiore addirittura al 30%; al Senato la revisione costituzionale è stata approvata solo grazie a operazioni di trasformismo politico a opera di senatori ‘zompa-fossi’ passati da uno schieramento all’altro.
    Quanto ai contenuti della revisione, essa, pur partendo da esigenze di miglior funzionamento delle istituzioni (in buona parte ottenibili con ritocchi a leggi ordinarie e ai regolamenti parlamentari), fornisce per lo più risposte equivoche, pasticciate e talvolta pericolose. Infatti:
    * costituisce pubblicità ingannevole già nell’enunciazione e nel titolo del quesito referendario, furbescamente pre-confezionato in modo generico, allusivo e fuorviante (vedi ammiccanti riferimenti – a mo’ di specchietti per le allodole – ai costi della politica e alla diminuzione dei parlamentari);
    * nasconde la privazione di diritti di decisione delle comunità locali e la concentrazione di poteri nei ministeri (e relativi corridoi infestati da maneggioni, lobby e interessi opachi);
    * contiene un groviglio disordinato di disposizioni contraddittori, discordanti e incubatori di conflitti istituzionali;
    * ipotizza risparmi di spesa in realtà modesti, mentre sono stati bocciati i risparmi di spesa ottenibili subito con la riduzione delle indennità dei 630 deputati e la soppressione dei vitalizi (reversibili a mariti, mogli, figli, fratelli e sorelle);
    * anziché promuovere, rende più difficile la partecipazione dei cittadini alle scelte che riguardano la comunità;
    * smantella fondamentali presidi a tutela del territorio e dell’ambiente;
    * ripropone l’organizzazione centralistica dello Stato ottocentesco, esoso, inefficiente e dilapidatore incontrollato delle ingenti risorse prelevate dai contribuenti;
    * l’Italia non ha bisogno di più leggi, ma di meno leggi, più chiare e comprensibili, applicabili e realmente applicate.
    Inoltre, al di là di un finta innovazione, la revisione costituzionale in senso centralista consegna gli organi dello Stato a ristretti gruppi di potere, più permeabili alla voracità degli interessi delle multinazionali, dei grandi poteri finanziari e delle banche.
    La revisione costituzionale è infine pericolosa, in quanto accoppiata a una legge elettorale (l’Italicum) che in buona parte riproduce i vizi del “Porcellum” (‘legge porcata’), altera l’esito del voto degli elettori e limita la rappresentanza parlamentare di milioni di cittadini.
    Pertanto si invita a recarsi al voto e votare NO al referendum del 4 dicembre 2016.

    Noi per la Costituzione 20/11/2016 14:43 Rispondi
  • Ecco questa e la prova che stanno attacata alla poltrona, governono col il pd al comune e’poi dicono no al referendum?ci vuole un coraggio,dimettevi al comune,io non sono di nessun partito e voto SI

    pensionato 20/11/2016 7:37 Rispondi
  • Ma come fanno i politici del Pd a consigliare il SI ai sipontini?
    Sarà lo stress per il troppo lavoro ma questi per chi ci hanno presi!
    Certo che NO e che facciamo ci diamo con la zappa sui marroni come vogliono i magnifici 3?

    Ex elettore Pd 19/11/2016 12:35 Rispondi
    • Noi non votiamo x i magnifici tre ma votiamo x le politiche che e’unaltra cosa,neanche io li sopporto pero’quando ci sono le comunali non li voto,l’unica maniera x punirli,percio’Io Pensionato voto SI

      pensionato 20/11/2016 12:19 Rispondi
  • Nicola 19/11/2016 12:29 Rispondi

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