Venerdì 29 Marzo 2024

Bullismo: come si relazionano i giovani di Manfredonia tra loro

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Il bullismo a Manfredonia è molto presente soprattutto nelle scuole, dove la “vittima” è quasi sempre un ragazzo timido o debole. Secondo le statistiche a subire di più sono le ragazze, da parte di altri coetanei.

Il rapporto bullo-vittima può essere di varie tipologie: psicologico, fisico, verbale, sessuale e altre ancora.
Per noi giovani questa tematica viene presa molto seriamente, al contrario di docenti o genitori che a volte tendono a considerare la cosa sul banale con molta leggerezza, peggiorando la situazione.

Nella scuola di oggi, in particolare, il fenomeno è in crescita esponenziale. I docenti sono molto attenti a questa forma di devianza, trasformatasi in una vera e propria dipendenza. Molto spesso si verificano episodi spiacevoli, che possono essere determinati, ad esempio, dalla scarsa igiene della vittima che spinge gli altri ad allontanarsi, il non adattarsi in classe, non interagire con i propri compagni, o isolarsi perché ci si crede inferiori.

Motivi seri, come l’igiene, che ai tempi d’oggi, non dovrebbero nemmeno esistere. I bulli, ovvero, i compagni di classe, in questo caso tendono molto spesso ad isolare la vittima, in altri, peggiori, ad insultarla. I docenti, a conoscenza di questo, dovrebbero insistere nel parlare in privato con i genitori e, se è possibile, cercare di risolvere il problema soprattutto in famiglia.
Perché nasce il bullismo tra i giovani?

I giovani tendono spesso ad approfittare della debolezza dei propri coetanei, credendosi superiori, trasmettendo alla vittima un senso di inferiorità. Il bullo di solito è affiancato da altre persone che prendono le difese di quest’ultimo. Per prevenire e arginare il fenomeno del bullismo è fondamentale lavorare proprio sugli osservatori, che sono a conoscenza della situazione, ma la maggior parte delle volte non intervengono in difesa della vittima. Un ulteriore causa di questi atti di bullismo, può essere ad esempio un torto che la vittima fa al bullo.

Quali sono le possibili conseguenze?
Nel caso del bullismo è importante non sottovalutare il problema ed agire tempestivamente, poiché le conseguenze del fenomeno sul piano psicologico, sia a breve che a lungo termine, possono essere gravi sia per le vittime, sia per i bulli e per gli osservatori.
Per le vittime il rischio è quello di manifestare il disagio innanzitutto attraverso sintomi fisici o psicologici associati ad una riluttanza nell’andare a scuola. In caso di prevaricazioni protratte nel tempo, le vittime possono intravedere come unica possibilità per sottrarsi al bullismo quella di cambiare scuola, fino ad arrivare in casi estremi all’abbandono scolastico. Alla lunga, le vittime mostrano una svalutazione di sé e delle proprie capacità, insicurezza, problemi sul piano relazionale, fino a manifestare, in alcuni casi, veri e propri disturbi psicologici, tra cui quelli d’ansia o depressivi.

I bulli possono invece presentare: un calo nel rendimento scolastico, disturbi della condotta per incapacità di rispettare le regole che possono portare, nel lungo periodo, a veri e propri comportamenti antisociali e devianti o ad agire comportamenti aggressivi e violenti in famiglia o a scuola.

Gli osservatori, infine, vivono in un contesto caratterizzato da difficoltà relazionali che aumenta la paura e l’ansia sociale e rafforza una logica di indifferenza e scarsa empatia, portando i ragazzi a negare o sminuire il problema.

È possibile trovare dei rimedi?

In una generazione cosi bruciata dove ognuno vuole prevalere sull’altro, quindi, le famiglie, la scuola e lo Stato dovrebbero garantire a tutti, in particolare a quelle persone che ogni giorno sono vittime di atti di bullismo, di relazionarsi meglio con i propri coetanei, cercando di limitare da parte del “bullo” insulti, violenza verbale o peggio ancora, violenza fisica.

A Manfredonia molte scuole hanno approfondito il rapporto genitori-docenti, inoltre si stanno predisponendo dei codici di condotta anche per gli insegnanti. Per contrastare il fenomeno si può ricorrere a sospensioni, pagelle e respingimenti, o anche castighi corporali che spesso però non fanno altro che peggiorare il fenomeno.
Queste soluzioni, infatti, non considerano il dialogo che il docente potrebbe instaurare con lo studente. Si spera che con il passare del tempo il rapporto fra la famiglia, il docente e lo studente si approfondisca sempre di più, poiché non è possibile che ancora oggi si verifichino episodi che vedono soccombere persone deboli o incapaci di difendersi.

Martina Spano
3a/Asia
Istituto Tecnico Economico ”G. Toniolo” Manfredonia

Articolo presente in:
Il Giornale con lo Zaino

Commenti

  • Sono stato vittima di bullismo e il preside dello scientifico di allora, il prof DI IASIO, si è rifiutato di intervenire. E con lui tutti i professori beceri che insegnano in quella scuola.

    manfredoniano 18/12/2016 15:00 Rispondi
  • “zomb ú citril, vé semb ……all’urtilen”, quindi signorina…..il docente oppure il genitore hanno atteggiamenti leggeri?????
    Fino a quando voi, giovani, non capirete di essere persone attive nella vita sociale questo ed altro, non finirà mai.
    Studio, fumo, alcool, droga, bullismo sono il vs modo di vivere la vita!Da sempre cerchiamo di informarvi a cosa andate incontro….ma voi siete superiori…..
    e poi alla fine la colpa é dei docenti e dei genitori?????
    Guarda, ti dico solo che se un tuo coetano viene preso in flagranza a commettere un episodio del genere viene osannato da voi e difeso dagli psicologi…..e mi fermo qui….

    Ciccillo primo 17/12/2016 7:59 Rispondi

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