Sabato 20 Aprile 2024

La risposta di Stefano Pecorella riguardo il servizio su Report

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Riceviamo e con piacere pubblichiamo la lettera ricevuta dall’avv. Stefano Pecorella, ex presidente del Parco Nazionale del Gargano, in riferimento alla nostra sollecitazione nata dalla visione della trasmissione di Rai3 Report.

Ci rendiamo conto che nei pochi minuti di intervista trasmesse probabilmente si è voluto mettere in evidenza solo il negativo del lavoro del Parco e non quanto di positivo è stato fatto. 

Accogliamo dunque di buon grado la sua replica con i chiarimenti relativi a quanto affermato dalla trasmissione Report.

La Redazione

In merito all’articolo sulla testata Manfredonianews.it dal titolo “Il Parco Nazionale del Gargano su Report”, scrivo sia in qualità di ex presidente del Parco, sia come attuale presidente della società Oasi Lago Salso, per smentire, come da vostro augurio in calce al testo, quanto da voi scritto e descritto. “A quanto pare il nostro Ente Parco del Gargano è abituato solo a muoversi quando c’è da spendere soldi pubblici e non a incassare i benefici che gli investimenti dovrebbero portare al territorio”.

Parto proprio da questa affermazione per manifestare tutta la mia sorpresa, per un’accusa che denota, prima di tutto, l’ignoranza relativa ai progetti realizzati e comunicati attraverso tutti i mezzi di informazione. Se poi, l’ affermazione trova spunto dal contenuto fazioso, strumentale e deviato della puntata di Report dei giorni scorsi, allora devo ritenere l’articolo niente più che un “copia ed incolla” dei contenuti di quella trasmissione senza aver pensato di documentarsi per verificare la fondatezza o meno delle notizie. Dico, soltanto, che dei quasi 50 minuti di intervista sono stati estrapolati solo meno di due minuti. A lei la conclusione.

Ma, venendo al merito della vicenda, delle precisazioni vanno fatte. Quanto all’accusa di essere stati disattenti al contrasto del fenomeno dell’abusivismo edilizio. Il j’accuse della trasmissione è assolutamente destituito di ogni fondamento e volgarmente offensivo. Siamo stati il primo Parco in Italia a sottoscrivere un protocollo operativo con la Procura della Repubblica, nell’autunno 2014, ed a realizzare il più vasto piano di abbattimenti tra tutte le aree protette del paese. Da allora, sono stati distrutti circa cinquanta immobili abusivi e la  lista, ancora lunga, è stata stilata dalla stessa procura. Ancora. Sono stati richiesti ulteriori fondi al ministero, dopo aver esaurito quelli che erano inattivi nel bilancio da oltre quindici anni. Oltre settanta gli abbattimenti da programmare e nel bilancio dell’ente sono state appostate altre somme per tale scopo. Ma questo non è stato riportato nell’intervista, eppure è stato detto.

Così com’è improponibile il paragone tra il turismo del Parco delle Cinque Terre (esteso per soli 3.868 ettari, in cui ricadono solamente cinque piccoli borghi con circa 4mila abitanti) e quello del Parco Nazionale del Gargano (grande quasi 40 volte più del primo: 121.118 ettari, 18 Comuni ed oltre 200mila abitanti) uno tra i più grandi ed antropizzati d’Italia e che conta, solo nella città di Vieste due milioni di presenze nella sola stagione estiva. La ricchezza prodotta si riversa direttamente nelle tasche degli imprenditori e della comunità, che ne beneficia, pur senza metterci un euro di spesa, anche per l’esistenza del Parco Nazionale del Gargano. Solo chi è cieco non vede questa realtà.

Quanto ai sentieri. I sentieri realizzati sul Gargano sono estesi per migliaia di chilometri e molti completamente abbandonati, dai proprietari degli stessi, ovvero i comuni. Gli investimenti, non solo dell’ente parco, per la cartellonistica e non solo, sono stati vanificati dall’inciviltà di chi si è divertito a distruggere ogni cosa. Fatto, che è sotto gli occhi di tutti. Inoltre, i sentieri per i diversamente abili sia in foresta che alle isole Tremiti non sono stati affatto citati. Ennesima conferma della strumentalità della trasmissione.

Quanto ai centri visita. Quello oggetto della trasmissione, che si trova presso l’Oasi Lago Salso, è stato gestito negli ultimi cinque anni proprio dall’associazione di cui fa parte il soggetto che ne parla nell’intervista e non è vero che veniva gestito dalla società Oasi Lago Salso, quanto invece dal WWF in accordo con il Centro Studi Naturalistici. Evidentemente l’attore è stato affetto o dalla stessa patologia dello “Smemorato di Collegno” o da un momentaneo vuoto della memoria. Invece, dei centri visita del Castello di Monte Sant’Angelo, che occupa una cooperativa di giovani, così come quello del carsismo e dei dinosauri di Borgo Celano, che occupa più di venti giovani, tra guide ed esperti, se ne sono guardati bene dal menzionarli, come buon esempio di amministrazione.

Altra cattiveria, anche nei confronti del nostro territorio. Ultimo, ma non ultimo, i pochi secondi di fuorvianti immagini che ritraggono l’Oasi Lago Salso in uno stato di abbandono e fatiscenza. Ovviamente tutto ciò non corrisponde alla realtà. Da quando l’Ente Parco si è fatto pieno carico della gestione della zona umida, essa, sta tornando ad essere luogo accogliente ed ideale per passare splendide giornate di studio e di svago. Le scolaresche che la visitano vengono da molti paesi della regione e gli studiosi sono affascinati dalla natura e dalle tante specie che vi nidificano o svernano. Anche l’accoglienza è migliorata tantissimo. Certo, ci sono aspetti che possono e devono essere migliorati ancora, ma adesso è meglio di quanto non c’era prima. Ancora tanto ci sarebbe da dire, ma aspettiamo gli eventi.

Avv. Stefano Pecorella

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