Giovedì 25 Aprile 2024

L’Azalea della Ricerca, contro il cancro, io ci sono.

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Sabato 13 maggio e domenica 14 maggio, Festa della mamma, i volontari dell’Associazione amici del Volontariato AVI di Manfredonia è impegnata nella raccolta fondi per la ricerca sul cancro per l’Airc (Associazione Italiana per La Ricerca sul Cancro) distribuiranno in piazza del Popolo l’Azalea della Ricerca. 
L’Airc torna a sbocciare in oltre 3.600 piazze d’Italia per aiutare gli scienziati in lotta contro i tumori delle donne: neoplasie al seno e agli organi riproduttivi, diagnosticati nel 2016 a oltre 65 mila connazionali. Domenica 14 maggio, in occasione della Festa della mamma, torna il tradizionale appuntamento con l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro. In campo i 20 mila volontari dell’Onlus, che a fronte di una donazione di 15 euro distribuiranno i fiori alleati della salute femminile insieme a una Guida con preziose informazioni su assistenza e terapie. In copertina la ballerina e coreografa Carolyn Smith, presidente della giuria di ‘Ballando con le stelle’, che racconta la sua battaglia contro il tumore al seno che l’ha colpita 2 anni fa. Volto della campagna Anna Bagnato, ricercatrice Airc, insieme ai figli Marco e Tommaso.

Da più di trent’anni l’azalea dell’Airc è il simbolo della guerra contro i ‘killer in rosa’. Il cancro al seno è il più frequente, con circa 50 mila nuove diagnosi in un anno – ricorda l’associazione – ma è anche quello contro cui negli ultimi vent’anni la ricerca ha ottenuto i migliori risultati, portando la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi dal 78% all’85,5%. Un traguardo importante, ma ancora lontano dal 100%, specie se si considera l’aumento dell’incidenza nelle giovani di 30-40 anni (circa 3 mila casi all’anno). I tumori ginecologici interessano invece più di 15 mila italiane ogni anno. E mentre per endometrio e cervice uterina la sopravvivenza a 5 anni ha registrato una crescita costante, arrivando rispettivamente al 76% e al 68%, resta ancora molto da fare per combattere il cancro all’ovaio. La nuova sfida da vincere.

“Il carcinoma ovarico purtroppo è spesso un male silente, difficile da diagnosticare precocemente, con un alto tasso di recidiva e di resistenza ai farmaci – spiega Bagnato, alla guida del Laboratorio di modelli preclinici e nuovi agenti terapeutici dell’Istituto nazionale tumori Regina Elena di Roma – Ogni anno nel mondo sono circa 225 mila le donne colpite” e solo “il 45% sopravvive oltre i 5 anni. Molto spesso, infatti, la malattia si ripresenta e non risponde più ai farmaci. Per questo oggi la ricerca è focalizzata sulla messa a punto e sull’identificazione di nuove combinazioni di farmaci capaci di abbattere la resistenza del tumore. Questo è anche uno degli obiettivi del mio lavoro. Un secondo filone di ricerca molto promettente, e che in futuro potrebbe rivelarsi un obiettivo vincente, è quello degli studi incentrati sull’immunoterapia, che mirano a stimolare la risposta immune dei pazienti”.

Bagnato è il ‘camice rosa’ scelto quest’anno dall’Airc per rappresentare i circa 5 mila scienziati sostenuti dall’Onlus, e in particolare tutti quelli impegnati nell’area dei tumori femminili. Negli ultimi 5 anni l’associazione ha investito oltre 70 milioni di euro per finanziare 661 progetti in questo ambito, fra programmi pluriennali guidati dai migliori ricercatori italiani e borse di studio per la crescita e la formazione dei giovani talenti.

Nella Guida che i volontari consegneranno insieme alle piantine fiorite sono contenute preziose informazioni in tema di cure, sottolinea l’Airc: dagli elementi da valutare nella scelta delle strutture a cui affidarsi fino alla presentazione delle Breast unit, centri interdisciplinari di senologia che rappresentano una nuova opportunità di cura e assistenza per affrontare il tumore al seno con gruppi di specialisti dedicati.

“Il mio consiglio a tutte le donne che come me si trovano a combattere questa malattia – afferma Smith – è di non fermarsi nel primo ospedale che incontrano, ma di accertarsi che sia effettivamente un centro specializzato nella cura dei tumori, perché l’esperienza fa la differenza e può salvare una vita. Dobbiamo capire che un secondo parere medico, se il primo non ci convince, è un nostro diritto e non uno sgarbo che facciamo al medico”.

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