Giovedì 28 Marzo 2024

Quanto costa la libertà di stampa?

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Il giornale non è finito per sbaglio in lavatrice con un capo colorato, abbiamo solo voluto ricordare lo storico passaggio del 100° giro d’Italia a Manfredonia, sabato 13 maggio 2017. 100 anni di storia sportiva che hanno visto gareggiare uomini ormai sull’olimpo della memoria del ciclismo come: Gino Bartali, Fausto Coppi, Marco Pantani. Uomini le cui imprese sportive sono note anche ai non appassionati di sport. Un evento che lega l’Italia e la racconta con le immagini delle telecronache in diretta della RAI, la televisione di Stato, approfondendo l’evento con servizi sulle tappe, raccontando il territorio attraversato dal giro, mettendo alla luce le cose belle e le desolazioni di un’Italia a doppio senso, bellissima per certi versi e inguardabile per altri. Il passaggio del giro d’Italia a Manfredonia è l’occasione per mostrarsi al grande pubblico, anche se per pochi minuti. E’ un’opportunità da non perdere, una di quelle occasioni che dovrebbero far mettere il pollice alto sull’immagine della nostra città che in questo periodo deve fare i conti con una difficile ricerca d’identità. L’informazione, la cronaca del quotidiano spesso si scontra con la promozione del territorio mettendo in difficoltà chi è tenuto a raccontare i fatti. Qual è l’informazione corretta per un giornalista di paese? Se un politico locale prende tangenti bisogna renderlo pubblico o si dovrebbe far finta di nulla per non mettere in cattiva luce l’immagine della città? (è solo un esempio). Il giornalismo tendenzioso, fazioso e politico danneggia chi lo subisce: la persona, il territorio, l’ente. E’ il silenzio su certi temi la maggiore faziosità. Il mondo dell’informazione deve sforzarsi di guardare dentro la notizia cercando di portare stimoli per la collettività, affamata d’informazione e agli uomini di governo affinché ricevano i giusti apprezzamenti e subiscano le dovute critiche per il lavoro svolto. Senza risorse economiche è difficile fare inchieste approfondite e indagini accurate, ma spesso capita che a foraggiare l’informazione tendenziosa siano quelle realtà che temono che la verità venga a galla. La campagna pubblicitaria di un territorio potrebbe provenire dal disprezzo di altre aree concorrenti, e oggi una “buona ed efficace” inchiesta televisiva vale più di cento spot. La verità spesso è nel mezzo e noi crediamo che se qualcosa non va bisogna metterlo in evidenza affinché ognuno si assuma le responsabilità del proprio ruolo sociale. Il senso di ogni storia dipende innanzitutto dal punto di vista del narratore, se la “fatale prospetticità” del giornalista (come la definisce Umberto Eco) diventa una regola del gioco, che fine fa l’oggettività? Non rischiamo di avallare un giornalismo di parte, che strumentalizza le storie e ne flette il senso a seconda del sistema di valori, dell’ideologia di chi scrive (o, peggio, di chi edita)? Dopo aver raccontato dell’inaugurazione di un Museo o di una Chiesa in metallo, che tanto ci inorgogliscono, a volte ci troviamo a voltare velocemente pagina raccontando dell’incuria della periferia piena di discariche abusive o di costruzioni abusive che giacciono indisturbate, magari proprio sopra un’area archeologica. Due facce della stessa medaglia che convivono e che ci troviamo a raccontare nonostante le ricorrenti intimidazioni delle cosiddette “querele temerarie” utilizzate per martellare chi vuole raccontare la verità dei fatti, che va difesa e tutelata, sempre e ovunque, in quanto bene primario della democrazia. Con i social network tutti sono giornalisti, dalla mattina, postando una foto del mare in tempesta o immobile, fino alla sera, immortalando una luna brillante che fa le fusa col faro sul porto. La carta stampata è in crisi, il giornalismo locale vive solo grazie alla passione di uomini e donne e all’impagabile sostegno di piccoli ma indispensabili sponsor locali, ma la domanda d’informazione rimane forte e in crescita. L’Italia ci guarda durante il giro d’Italia e Manfredonia mostra la sua faccia più bella, quella che più amiamo raccontare. Con orgoglio conserveremo le foto della carovana con lo sfondo della Basilica di Siponto & Tresoldi, una istantanea tra il mercato Ittico e il torrione di piazza Marconi, non mancherà uno scatto speciale quando il gruppo a due ruote costeggia il Castello e la statua di re Manfredi per poi salutare il giro rosa con la cornice del mare tagliata dal nostro grigio porto industriale. La città, tutti i giorni presta il fianco alla stampa, orgoglio e vergogna, cocktail superalcolico della nostra bella Italia.

Raffaele di Sabato

 

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