Giovedì 18 Aprile 2024

Italo Magno al Convegno “Mare e Legalità”

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Intervento Prof. Italia Magno

Stasera avrei voluto iniziare raccontandovi di un uomo buono, inesorabile nella sua dignità: invece mi trovo a parlare della sua famiglia, chiusa nel dolore. La madre di Angelo, Giuseppina, la vedova, Angelina, i suoi due figli e gli altri parenti, tutti chiusi nel loro dolore; Dario, serrato dentro la gabbia dei ricordi e mosso ovunque sia possibile, perché solo così può evitare di essere sopraffatto dall’inquietudine (1)

Avrei voluto parlarvi di sette colpi di pistola, sparati a bruciapelo, e di un morto. Fa sempre tanta sofferenza vedere un morto, ma per Angelo è davvero troppa la sofferenza, perché vittima d’ingiustizia. Angelo è stato ammazzato alle 21.20 del 5 settembre 2010, al buio di una serata d’estate che, per ossimoro, era bellissima.

Questo avrei voluto raccontarvi. Ma non sarà così, perché Angelo non è davvero morto e vive in mezzo a noi; egli non è morto perché esiste ancora il suo mare incontaminato delle cinque vele blu ed esiste la bellezza di Pollica. Angelo Vassallo vive con noi, perché in Italia tutti lo apprezzano e gli dedicano piazze, strade, giardini; a Finale Ligure gli hanno intitolato un molo ed il 5 settembre in tante città, compresa Manfredonia, gli sono state dedicate targhe ricordo e svolte riflessioni sul significato del suo impegno. La fama di Angelo è arrivata fino a Washington, dove la Fondazione Vassallo ha presentato il suo progetto ”Pulizia dei Fondali Marini”, premiato tra 24 progetti provenienti da tutto il pianeta, presentato anche alla Conferenza Mondiale sugli Oceani; la fiction su di lui, dal titolo IL SINDACO PESCATORE, con Sergio Castellitto, viene proiettata ed apprezzata in tutto il mondo. Come si vede Angelo non è morto, le conseguenze delle sue azioni sono sotto gli occhi di tutti e tutti noi ne siamo ispirati e nutriremo sempre una grande fede nel futuro, finché lui farà da guida alle nostre azioni.

Angelo è vivo perché il mare, da cui Angelo ha tratto la sua forza ed ogni insegnamento, è ancora là, brillante come lui; non si può avere giustizia se non si parte dal mare, se non si riesce ad apprezzare il dondolio delle onde e la poesia del suo respiro incontaminato. Il mare è onestà, è natura, è sentimento. (2)

Avrei voluto parlare di un modesto pescatore che un bel giorno si trova in mano lo scettro del comando. Poteva diventare un signore, incontrare gli uomini potenti della sua città. Ma Angelo, invece di sedere altero su una bella poltrona, cosa fa? Torna al mare. E quando gli dicono che il depuratore non funziona, c’infila anche le sue mani per rimetterlo in funzione e far tornare cristallino il suo mare; poi va in mezzo alla sua gente, chiede loro cosa deve fare e prende a progettare la trasformazione della città, in sintonia con il suo popolo. Ed il popolo lo capisce, lo segue, gli dà piena collaborazione.

È vero che Angelo, anche lui, si da alla politica, ma riesce ad esercitare solo la buona politica, come disse don Ciotti, egli fa una politica con la “P” maiuscola, perché l’altra politica non gli piace, quella fatta principalmente di affarismo e spregiudicatezza. Quando i signorotti locali lo sbeffeggiano perché un pescatore decide di fare il sindaco e gli chiedono come avrebbe fatto a far funzionale la macchina amministrativa, Angelo risponde con fierezza.

                 “È facile, basta fare il contrario di quello che avete fatto voi!”.

Soprattutto egli era consapevole che per rilanciare l’economia, un’economia fatta per l’uomo non per le speculazioni, occorre ripartire dal mare e dalla natura.

In un comizio disse: “Oggi vi voglio parlare di un’altra possibilità, quella di tornare indietro. Perché l’unica speranza che abbiamo per rilanciare l’economia è di tornare indietro. Ogni mattina che io vado al mare, mia moglie mi chiede: quando torni? Ed io le dico, non lo devi chiedere a me, devi chiederlo al mare, perché è il mare che comanda. La storia buona dell’uomo sembra si sia interrotta e noi la dobbiamo riprendere esattamente da dove si è interrotta. Non è più tempo di costruire case sopra case, brutte, in luoghi ameni e nelle vicinanze del mare. Dobbiamo ripartire dal rispetto della natura, altrimenti la natura si rivolta contro. Non possiamo più inseguire il progresso, continuare con opere inutili e con le concessioni edilizie. Torniamo indietro, a quando era il mare che comandava”.

Convegno “Mare e Legalità”Avrei voluto parlarvi del dovere della riconoscenza verso un uomo così buono, così donato al bene pubblico, ed invece sento che il partito, che nel nome di Angelo Vassallo ha raccolto voti e dignità, ha creato intorno a lui, negli ultimi anni della sua vita ed anche dopo la sua morte, un’orbita d’isolamento, a livello locale e nazionale. E questo in quanto Angelo, tra i suoi pochi “vizi”, aveva quello dell’onestà e molti di coloro che dirigono o rappresentano un partito, oggi, credono che chi fa politica debba essere sempre disponibile al compromesso. E questo andrebbe bene, se non fosse che molti politici fanno confusione tra i compromessi, che sono mediazioni di idee, per dare le giuste soluzioni alle città, e le compromissioni, che sono tutt’altra cosa ed hanno un bassissimo profilo morale, con vere e proprie punte d’immoralità. Sicuramente Angelo non era uomo di compromissioni.

Scrive Dario, che ci onora della sua presenza questa sera,: “La politica non ha avuto la forza di affrontare una questione così grande. Per questo hanno preferito cancellare Angelo, invece di ricordarlo. Ci sono giardini, sale consiliari e strade intitolate a lui in diverse parti d’Italia. Ma non il porto di Acciaroli. Il suo ex partito, il PD, non si è neppure costituito parte civile nei processi e così il comune di Pollica. Lo abbiamo fatto noi come Fondazione Vassallo, rimanendo soli”.

E rivolgendosi a suo fratello Dario conclude così: «In questi 7 anni il Cilento e questo nostro Paese sono precipitati sempre più in basso. Se tu tornassi non riconosceresti la tua Pollica e tantomeno Acciaroli, lì dove noi siamo cresciuti e divenuti uomini; è diventato tutto artificiale, come un parco divertimenti. Suoni, rumori, cemento, tanto, troppo cemento, puzza di fritture, soldi, alcool, droga costellano l’estate e gli “altri” la fanno da padrone”.

E tuttavia, non possiamo abbandonarci al pessimismo, caro Dario, noi debbiamo con forza richiamare tutti ad avere speranza, operare per infondere nei giovani fiducia nel cambiamento. La lotta è difficile e dura, gli interessi sono tanti e non tutti puliti; le autonomie locali sono messe ogni giorno sotto scacco o sono blandite o corrotte dall’illegalità strisciante e perfino diffusa, ma la colomba e lì in alto, in attesa sul ramo. Sta a noi, con un impegno costante, quotidiano e convinto, il compito di farla tornare a volare. Perciò occorre ancora dire: viva la forza degli uomini onesti. Viva la colomba della pace e della giustizia sociale.

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