Giovedì 18 Aprile 2024

Manfredonia, il suo patrimonio e la rinnovata sal del Castello di Manfredonia (Foto)

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Ieri hanno preso avvio le GEP (giornate europee del patrimonio), quest’iniziativa fu istituita dal Consiglio d’Europea nel 1991 al fine di promuovere un più intenso scambio tra le varie nazioni sul piano culturale. La manifestazione ha preso avvio stamane con una conferenza dal tema #culturaenatura presso la sala “Torre Annunziata” del castello di Manfredonia; sono intervenuti: Nunzio Tomaiuoli, già soprintendente della Puglia e del nostro museo; Antonello D’Ardes, architetto appassionato di storia locale e Claudio Grenzi, docente presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia nonché editore di numerose pubblicazioni di studi e scavi nella Capitanata. Hanno, altresì, partecipato: l’avv. Innocenza Starace, assessore all’ambiente del Comune di Manfredonia e l’arch. Alfredo De Biase, direttore del museo nazionale di Manfredonia, in qualità di moderatore. L’inizio è stato affidato al “padrone di casa” Arch. De Biase che ha sottolineato che il castello è patrimonio di tutti, quindi, in questo contesto, il direttore del museo nazionale è solo un coordinatore. Nel seguito egli ha sottolineato come, in base alla normativa vigente, per patrimonio culturale s’intendano sia i beni naturali che quelli paesaggistici: entrambi possono essere difesi solo se i cittadini sentono di appartenere a questo territorio. Le GEP del Comune di Manfredonia sono state dedicate all’architetto paesaggista Mauro Masullo, morto prematuramente nel 2016, che si è speso molto nella fase iniziale del progetto sul Parco Archeologico di Siponto, ma anche per la valorizzazione di altre zone d’Italia (stupormundi.it/it/masullo-mauro).

Il padrone di casa ha concluso sottolineando l’aumento di visitatori nel nostro castello.

Dopo quest’introduzione molto sentita, la parola è stata ceduta ai relatori: il primo a prendere la parola è stato Nunzio Tomaiuoli che ha parlato de “Il castello e il mare. Il mare e il castello”, titolo scelto per evidenziare lo stretto legame tra presenza antropica e natura. Tomaiuoli, nel corso del suo intervento, ha sottolineato come il nucleo centrale del castello non sia da attribuire a Manfredi di Svevia, il quale egli fece erigere solo due torri in direzione nord-est, lasciando sguarnita la difesa a sud della dimora. Dopo la morte di Manfredi presso Maleventum, oggi Benevento, il suo successore al titolo di patrizio d’Italia, Carlo I D’Angiò, decise di ultimare la cinta muraria, come attestato dal documento trasmesso alla curia regia in Napoli, datato 3 novembre 1277, con il quale si attesta l’inizio dei lavori per completare l’opera difensiva. Da documenti del tempo, sappiamo che i lavori non erano collaudati al completamento dell’opera (come accade oggi), ma queste perizie erano fatte, da giudici provenzali, man mano che i lavori procedevano. Al progetto iniziale ne fu affiancato un altro per potenziare il piccolo porticciolo di Manfredonia con una torre di guardia. Nel 1279, mentre si sta ultimando il secondo livello della torre, si decise di aggregarla al nucleo esistente del castello (corrispondente all’attuale nucleo centrale): questo fece sì che la torre del porto diventasse la quarta torre del castello. I lavori murari al castello furono ultimati nel 1283-1284, grazie alla sinergia di più “cooperative” formate da un maestro (=magister) e da circa cinque allievi: tali cooperative erano esentate da tasse ed erano protette giuridicamente poiché erano parte delle nascenti corporazioni di arti e mestieri. Il nucleo attuale del castello è opera degli Spagnoli che nel 1500 decisero di costruire una cinta più ampia per proteggersi dalle possibili ribellioni (=jacqueries) dei cittadini, esempio tangibile è la torre dell’Annunziata. La nostra città fu chiamata Manfredonia dal 1277, prima di allora nei documenti era indicata come “nuova Siponto”, o meglio Sipontum Novellum. Il secondo intervento sul tema “Il parco archeologico di Siponto e l’ambiente” è stato affidato all’Arch. Antonello D’Ardes, che ha focalizzato la sua attenzione sul parco archeologico di Siponto del quale ha individuato diverse peculiarità riscontrabili: nell’area delle Basiliche, valorizzata grazie all’intervento di Edoardo Tresoldi; nell’area dell’abitato dell’antica Sipontum portato alla luce dalla Prof.ssa Laganara dell’Università di Bari e nell’area della necropoli in località Capparelli, importante sia dal punto archeologico sia da quello naturalistico, poiché qui si sono conservate specie rare. La basilica di Siponto assume importanza nella cartografia moderna solo dal 1817, quando fu necessario uno studio del fondale del porto di Manfredonia per scopi militari. Il parco, fortemente voluto dalla Dottoressa Marina Mazzei, è creato in perfetta armonia tra aspetto archeologico – ambientale e quello naturalistico: in questo perfetta armonia, l’arch. D’Ardes ha rilevato che andrebbero eseguiti alcuni interventi al fine di: salvaguardare flora e fauna degli ipogei Capparelli, reinterpretare il rapporto tra la Siponto antica e quella costruita dopo la bonifica pesante voluta dal regime fascista al fine di poter condurre nuovi scavi archeologici per portare alla luce l’antica linea di costa (a sud della ferrovia, guardando con le spalle rivolte al Gargano) e, a nord della S.S. 89, l’anfiteatro romano ed altre necropoli a nord della ferrovia Manfredonia – Foggia.

Che cosa bisogna fare per fare tutto quanto?

Bisogna modificare il piano di vincolo attuale e creare una mobilità lenta nelle vicinanze del parco così da deviare il traffico pesante su altra viabilità lontano dalla zona archeologica di Siponto, biglietto da visita per la città che non si apprezza per niente percorrendo la S.S. 89 in direzione Manfredonia a 60 chilometri orari. Comunque in conclusione l’Arch. D’Ardes ha sottolineato che gran parte del lavoro che dovrà essere fatto è quello di connettere questi luoghi al fine di rendere completa ed esauriente una visita turistica a Manfredonia. Da portare alla luce rimane anche la villa romana del Mascherone, molto ricca di affreschi in parte conosciuti, che guardava l’antica Sipontum. L’intervento finale è stato curato dal Prof. Claudio Grenzi il quale ha focalizzato la sua attenzione sull’opera di Tresoldi, definendola un unicum sia per l’artista che fino a quel momento aveva allestito opere dal carattere temporaneo e sia per la Capitanata, territorio nel quale mai era stato concepito, prima d’allora, un intervento simile. Questa opera, a differenza delle precedenti di Edoardo Tresoldi, non ha carattere artistico bensì funzionale poiché serve a proteggere i resti della basilica paleocristiana di Siponto. In un secondo momento il Professore si è soffermato sulla quantità di studi e scavi condotti in questa zona citando Marina Mazzei, Cristanziano Serricchio ed altri, quindi, ha invitato i giovani che vogliono adoperarsi nella divulgazione scientifica a prendere ad esempio queste persone. Il parco archeologico di Siponto, come l’intera Capitanata, è ricchissima di particolari preziosi che un buon esperto di design può prendere a prestito per creare loghi per musei o eventi, senza dimenticare che dietro ogni monumento della Capitanata c’è la storia di tanti secoli. Da sottolineare la partecipazione di due classi rispettivamente del liceo scientifico e classico di Manfredonia.

In conclusione sono stati ricordati gli eventi che si svolgeranno tra 23 e 24 settembre:

  1. Aperture straordinarie del Castello, il 23 settembre dalle ore 9.00 alle ore 23:00 ed il giorno seguente dalle ore 9:00 alle ore 13:00; il Parco archeologico di Siponto sarà aperto il 23 settembre dalle ore 12:30 alle ore 24:30 e poi il 24 settembre dalle ore 8:30 alle ore 21:30.
  2. Il giorno 24 settembre sarà officiata la celebrazione eucaristica ,nella piazza d’armi del castello di Manfredonia, da Don Luciano Vergura delegato della Caritas dell’Arcidiocesi di Manfredonia- S. Giovanni- Vieste.

A conclusione della messa ci sarà una sensibilizzazione alla quale seguirà la pulizia del fossato del castello che vedrà la partecipazione di alcuni volontari ed associazioni tra cui l’Agesci sezione di Manfredonia, la cittadinanza può partecipare attivamente.

Michele Carpato

 

 

 

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