Giovedì 28 Marzo 2024

I servizi socio-sanitari garantiti dal privato sociale: quale legalità?

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A Manfredonia è molto alta l’attenzione verso le questioni sulla legalità. Infatti il convegno del 16 settembre, organizzato dall’ass. “Manfredonia Nuova”, ha rilevato, attraverso la testimonianza di Dario Vassallo, fratello del sindaco-pescatore ucciso dalla mafia, che si può garantire il “bene comune” con le azioni virtuose della “buona politica” in sintonia con le forze istituzionali e quelle informali del Terzo settore. Illustriamo una questione importante inerente il tema della legalità che coinvolge il mondo istituzionale e quello del privato sociale. A fine giugno 2017 il Consiglio Comunale recepisce il “piano di rientro”, stabilito dal governo centrale e regionale, che determinerà il taglio di alcuni servizi socio-assistenziali come quello del telesoccorso. Giungono lettere di lamentele ai Servizi sociali del Comune e alla nostra redazione perché alcune famiglie non hanno avuto neanche il tempo di riorganizzarsi che si son viste chiudere già dal 1°luglio il servizio di teleassistenza. Questo servizio insieme a quelli domiciliari (SAD e ADI) sostengono una consistente parte della popolazione avanti nell’età o che soffre un disagio e da sola non riesce ad andare avanti. A seguito dei continui piani di rientro si tagliano posti letto (ricoveri) e hanno declassato l’Ospedale civile San Camillo. Quel poco personale rimasto non riesce a garantire la turnazione nei reparti e il personale che va in pensione non viene sostituito. Quindi si sopperisce alle carenze del servizio pubblico con quello del privato sociale. In quest’ultimo periodo hanno preso piede le cooperative sociali (Coop. Santa Chiara, Coop. Sant’Orsola, Polo socio-sanitario le Rondinelle ed altre) che si stanno sviluppando sul territorio in proporzione all’incessante richiesta di “care” della popolazione in sofferenza. Al personale impiegato nelle cooperative, dotato di adeguata formazione e professionalità, non sempre vengono garantiti i diritti sociali di cittadinanza. I contratti sono spesso occasionali e quando sono a tempo indeterminato celano le forme di socio-dipendente della cooperativa stessa. In caso di fallimento della coop, i creditori possono rivalersi sui soci. Inoltre gli stipendi non sono garantiti in misura proporzionale alle ore di lavoro e vengono corrisposti in profondo ritardo a distanza di mesi rispetto alle quotidiane prestazioni lavorative. Poniamo una riflessione: le Istituzioni (Comune e Regione) che firmano le convenzioni negli appalti dei servizi socio-assistenziali controllano l’operato delle Cooperative sociali? Parallelamente al mondo del terzo settore più o meno legale si affaccia quello sommerso delle badanti straniere e in misura ridotta di quelle italiane. Se un tempo lavoravano in nero oggi le cose sono molto cambiate, vuoi anche per l’aumento dei controlli. Spesso le badanti straniere chiedono un contratto regolare al fine di poter rinnovare il permesso di soggiorno e tendono a convivere con l’assistito. Ciò non avviene per quelle italiane perché sono legate agli impegni familiari. Il mondo dell’assistenza è diventato molto complesso le cui trame nascondono molto sommerso e illegalità. Quindi per garantire i diritti socio-sanitari delle persone anziane e di quelle con disagio complesso e al contempo quelli dei lavoratori dei servizi assistenziali occorrerebbe far funzionare bene il Servizio pubblico. Le Istituzioni dovrebbero essere più virtuose cercando di adeguarsi alle misure imposte dai piani di rientro per contenere così la spesa pubblica ed aumentare i “servizi pubblici” anziché tagliarli.

Grazia Amoruso

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