Martedì 23 Aprile 2024

Mercato Ittico di Manfredonia vuoto, ma pieno di problemi

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Il mercato ittico di Manfredonia, dopo il recente fermo biologico, non ha ancora riaperto i battenti. Agli inizi di settembre, attraverso note alla stampa, l’Amministrazione ha declassato ad obsoleto il mercato ittico perché su una flotta di 250 pescherecci solo 8 conferivano il pescato. Se ne lava le mani l’ASE quindi, la quale ereditò un pasticcio tutto italiano targato CO.GE.M.I.M. fatto di debiti con le casse comunali accumulatisi tra il 2004 e il 2014 (anno del fallimento del suddetto consorzio). Le criticità evidenziate dai tribunali furono molteplici, tra cui i mancati pagamenti della corrente e dei fitti all’Ente, nonché della messa in liquidazione del consorzio tutto e successivo fallimento dello stesso. Il costo del fallimento, constatato in Consiglio Comunale, è poi ricaduto sull’intera città. Il Presidente del Consorzio Stoppiello giustificò il tutto argomentando che a mettere i bastoni tra le ruote al settore ci fu il problema della mucillagine “che per 5-6 mesi rese impraticabile la pesca nel Golfo” e che nel 2008 il caro gasolio destabilizzò l’intera categoria. Lo stesso Presidente aggiunse, tra altre spiegazioni tecniche, che l’ingresso dei prodotti ittici nella grande distribuzione e le normative comunitarie agitarono ulteriormente il settore. Giustificazioni, con umile probabilità, parzialmente valide perché un anno dura 12 mesi, la gestione è durata 7 anni, il libero mercato presenta sempre concorrenti e il gestore di un’attività paga sempre il fitto e la corrente al locatore anche se non è in positivo. Inoltre, si rammenta che il sistema d’asta a rialzo permetteva di comprare il pesce senza garanzie di pagamento. L’eredità dell’Ittico nelle casse dei contribuenti è una citazione a giudizio per una situazione debitoria superiore a 700 mila euro di pescato non pagato. C’è da attendere per capire come andarono le cose, dopotutto emettere sentenze è compito dei tribunali. Si tengano alcuni numeri a mente se si vuole comprendere la delicatezza della situazione: la flotta peschereccia di Manfredonia, si è ridotta da 500 a 250 unità e gli ultimi bilanci segnavano profitti pari a 1,5 milioni di euro, più dell’80% in meno rispetto ai 10 milioni di euro che si contavano agli inizi del 2000. Permangono molti difetti strutturali ereditati nella scorsa decade che metteranno sicuramente i bastoni tra le ruote a questa operazione di salvataggio del settore come l’assurda mancanza di un punto vendita interno, l’inesistenza di un branding che distingua e valorizzi il prodotto e le ingenuità commesse sui controlli nei punti di sbarco. E sulla questione sta lavorando assieme al primo cittadino l’assessore alle Attività produttive del Comune di Manfredonia, Dorella Zammarano, che rimarca: “Sono in continuo contatto con la categoria dei pescatori per trovare insieme una soluzione. Di sicuro non è possibile mantenere una struttura del genere aperta solo per poche imbarcazioni. Vedremo di trovare al più presto una via d’uscita che possa aiutare uno dei settori trainanti della città. Il Comune è in contatto con degli operatori, interessati a gestire personalmente il mercato costituendo un soggetto nuovo. Il Comune – continua Zammarano – li accompagnerà nel percorso soprattutto aiutandoli ad ottenere finanziamenti mirati e modernizzare il mercato e a migliorare il marketing del pescato di Manfredonia”. Impresa ardua. Fatto sta che in Italia e in Europa il pescato di Manfredonia è richiestissimo e che questi giorni di chiusura del Mercato Ittico ha portato ad un abbassamento del mercato del pesce poiché è mancato quello strumento che calmierizza, regolamenta e valorizza il prezzo del pesce di Manfredonia portando una perdita a settimana stimata intorno a 150 mila euro. Soldi che sarebbero potuti rimanere in città. Difficile aggregare la categoria dei pescatori, orientati a programmare la giornata, e molto poco coesi tra loro poiché in continua competizione. Occorre capire come gestire la grande risorsa della pesca sipontina, con o senza Mercato Ittico. Fatto sta che per la disastrosa economia cittadina la pesca è un settore ancora molto importante ma che non è ancora riuscito a maturare una organizzazione sinergica. Handicap dell’indole sipontina.

Antonio Raffaele La Forgia

 

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Commenti

  • l’ex presidente Stoppiello.si giustificò dicendo che la colpa era della mucillagine e del caro gasolio,però,l’ex presidente non disse che i marinai hanno tutti la macchina a gasolio,e alcuni lo vendono.Questo per quando riguarda l’informazione data dal l’ex presidente,che non e vero quello che dice per quando riguarda il gasolio.Poi per quando riguarda l’assessore Zammarano,non e vero che i marinai sono il settore trainanti di Manfredonia,anzi sono i più grossi evasori di Manfredonia,e basta con questi incentivi, tanto comunque faranno sempre le stesse cose, cioè vendendo il pesca sul porto direttamente agli ambulanti,senza pagare un euro di tasse,poi ci sono molti pescherecci che il pesca lo vendo a vieste senza neanche entrare nel porto di Manfredonia.C’è solo un modo per fare scaricare il pescato a Manfredonia,non fare entrare le barche nel porto di Manfredonia se non portono il pescato al mercato ittico

    pensionato 27/09/2017 11:19 Rispondi

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