Giovedì 25 Aprile 2024

“San Camillo e Madre Teresa: il volto maschile e femminile della tenerezza” Un Mosaico per San Camillo.

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Non so se il caso, la fortuna, o meglio la Provvidenza, hanno voluto che la nicchia dedicata a Madre Teresa nel Santuario Santa Maria delle Grazie di San Giovanni Rotondo, capitasse accanto a quella di San Camillo che verrà inaugurata la sera del primo febbraio 2018, alle ore 18, dal Provinciale dei Cappuccini Padre Maurizio Placentino. La data scelta non è casuale, ma vuole ricordarci quel lontano febbraio 1575 quando, come scrive lo storico Santio Cicatelli “Camillo (malato, schiavo del gioco delle carte, sbandato e disoccupato, ridotto a chiedere l’elemosina davanti alla Chiesa di San Domenico in Manfredonia, manovale presso i frati Cappuccini) fu mandato una volta al Convento di San Giovanni, Castello dodeci miglia discosto da Manfredonia, a portare una soma di tagliolini per cambiarla in tanto vino. La sera il Guardiano di detto Convento chiamato Frate Angelo (che in vero fu un buon Angelo per lui) lo chiamò sotto un pergolato di viti, e perché alle sue azioni gli pareva un giovane dato alle cose del mondo, gli fece un lungo ragionamento spirituale, dandogli particolarmente alcuni ricordi contro le brutte tentazioni. Uno dei quali fu che venendogli alcuna brutta tentazione nella mente, dovesse subito sputare in faccia al demonio non facendo alcun conto di lui.” Ospitato nella cella n.5 (che sarà poi occupata per devozione da San Pio per tutta la vita), passò la notte in preda a un subbuglio interiore. La mattina seguente si licenziò e si avviò verso Manfredonia. “Per strada andava ancora tra se medesimo pensando alle cose dettegli dal Padre Angelo, quando all’improvviso fu assaltato dal Cielo con un raggio di lume interiore tanto grande del suo miserabil stato, che si lasciò cadere in terra e ingenocchiato sopra un sasso cominciò con insolito dolore, e lagrime che piovevano da gl’occhi suoi, a piangere amaramente la vita passata. Perdona Signore, perdona a questo gran peccatore”. La narrazione fatta dal Cicatelli, ci fa capire quanto sia stato determinante alla conversione di Camillo l’incontro con Padre Angelo e come pertanto fosse opportuno ricordarlo con un bel mosaico, realizzato proprio sulla parete della vecchia chiesetta. Tornando ora a riflettere sulla felice vicinanza di San Camillo con Madre Teresa, possiamo senz’altro affermare che i due Santi, pur se vissuti in tempi molto diversi, riescono ancora oggi a scaldarci il cuore perché ci parlano di carità, di tenerezza, di servizio umile devoto e materno verso i bambini, i poveri, i vecchi e i malati, con la dolcezza e la delicatezza di una madre. Ci basteranno poche citazioni, sufficienti a farci scoprire e gustare non solo l’affinità spirituale tra San Camillo e Madre Teresa, ma anche il senso e la portata di questa felice vicinanza. Scrive ancora Santio Cicatelli, discepolo fedelissimo di Camillo e suo primo biografo: ”Non si può dire l’affetto col quale Camillo serviva i malati. Sembrava veramente una madre intorno al letto di suo figlio infermo. Come se le sue braccia e le sue mani non avessero soddisfatto il suo affetto, lo si vedeva piegato e incurvato sull’infermo, quasi volesse col cuore e con lo spirito, porgergli il suo aiuto. E, prima di partire da quel letto, cento volte andava tastando il capezzale e le coperte, da capo, da piedi, dai fianchi, e come se fosse trattenuto o tirato da un’invisibile calamita, pareva che non trovasse la strada per distaccarsene, andando e ritornando dall’una e dall’altra parte del letto; dubitando e interrogando il malato se stava bene, se bisognava d’altro, e dandogli qualche consiglio riguardo alla salute. Non so come meglio si potesse rappresentare la servitù e l’affetto di una madre molto pietosa, intorno all’unico figlio gravemente ammalato.” Se qualche novizio non era abbastanza delicato verso i malati, Camillo con passione lo esortava esclamando: “Più cuore in quelle mani, fratello! Più carità, più affetto materno, verso questi poverelli che un giorno ci faranno vedere la faccia di Dio!”. Infatti Camillo era fermamente convinto che ogni infermo incarnasse la presenza viva di Cristo. Un giorno, mentre Egli stava medicando all’Ospedale Santo Spirito di Roma il volto di un malato totalmente sfigurato dal cancro, un infermiere corse subito a chiamarlo perché era venuto un Cardinale a cercarlo. Il Santo con molta calma rispose :”Dite a Sua Eminenza reverendissima che sono occupato con nostro Signore Gesù Cristo. Quando avrò finito andrò da lui!”. Un altro giorno, mentre un suo religioso mostrava fastidio per essersi sporcato le mani di cacca, Camillo col sorriso sulle labbra lo incoraggiò dicendo:”Fratello mio, tenete conto di codesti guanti d’oro, sono la pasta della carità, sono le gioie e le perle che coroneranno in cielo i buoni e perfetti ministri degli Infermi!”. Sulla stessa lunghezza d’onda Madre Teresa affermava : “Se riceviamo Gesù sotto le sembianze del pane, lo dobbiamo poi ricevere in tutti i poveri, i miseri e in modo particolare nei morenti. Nei poveri e nei malati noi amiamo e serviamo Gesù. Dobbiamo irradiare l’amore di Dio. Affamato di amore Egli ti guarda. Assetato di bontà ti supplica. Senza casa, chiede un rifugio nel tuo cuore. Vuoi essere tutto questo per Lui? ”Spesso la Madre ripeteva che dobbiamo dare servizio immediato ed effettivo ai più poveri fra i poveri, per tutto il tempo che non hanno nessuno per aiutarli: “dando da mangiare agli affamati: non solo di cibo ma anche della Parola di Dio. Dando da bere agli assetati: non solo di acqua, ma anche di conoscenza, di pace, di verità, di amore. Vestendo gli ignudi: non solo con abiti, ma anche di dignità umana. Dando alloggio ai senza tetto: non solo un rifugio fatto di mattoni, ma un cuore che comprende, che protegge, che ama. Curando i malati e i moribondi: non solo il corpo, ma anche lo spirito e la mente”.Con questa meravigliosa sintesi sgorgata dalla mente e dal cuore di Madre Teresa, rivolgendosi ora a ciascuno di noi, caldamente ci supplica:” Ai bambini e ai poveri, a tutti coloro che soffrono e sono soli, offri sempre un bel sorriso; non dare loro soltanto le tue cure, ma anche il tuo cuore. Se vogliamo che i poveri vedano Cristo in noi, dobbiamo prima noi vedere Cristo in loro. Più sarà sfigurata l’immagine di Dio nella persona malata, più grandi saranno la nostra fede e devozione nel cercare il volto di Gesù e nel servirlo con amore.” Infine alcuni testimoni raccontano che Madre Teresa, ormai sfinita dalle fatiche e dagli anni, mentre una sera stanca stava rientrando in comunità, udì nei campi circostanti dei lamenti. Cercando tra gli alberi e le sterpaglie, scorse un barbone in fin di vita, con i rantoli dell’agonia, sporco, lacero e pieno di cacca. Madre Teresa se lo caricò dolcemente anche se a fatica sulle spalle e, giunta al convento, preparò subito un bagno caldo e profumato. Il barbone, gradì molto quel gesto pieno d’amore e, prima di spirare, ebbe appena la forza, abbozzando un sorriso, di sussurrarle: “Grazie Madre, sono vissuto come un maiale, muoio come un angelo!”. Da questi pochi e brevi accenni, i lettori potranno capire i motivi della profonda gioia, mia e di tutti i Religiosi Camilliani, di potere contemplare per sempre insieme San Camillo e accanto la dolcissima e Santa Madre Teresa. Il grande marmo infine, posto alla base del mosaico, illustrerà alcune significative somiglianze tra San Camillo e San Pio, come ad esempio la data di nascita, l’amore ai malati, la devozione al Crocifisso, la reliquia del cuore ecc.
Padre Rosario Messina

PROGRAMMA
GIORNO 1 FEBBRAIO Chiesa Santa Maria delle Grazie, ore 18.00: Solenne Santa Messa presieduta dal Provinciale dei Cappuccini Padre Maurizio Placentino insieme ai Religiosi Camilliani. Inaugurazione e Benedizione del Mosaico dedicato a San Camillo.
GIORNO 2 FEBBRAIO Chiesa Madre di San Giovanni Rotondo, ore 9.30: Solenne Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vicario Generale DON STEFANO MAZZONE. Venerazione del CUORE di SAN CAMILLO.
Ore 11.00 Pellegrinaggio alla Valle dell’Inferno e Commemorazione della Conversione del Santo.
ORE 15.OO La Parrocchia Sant’Onofrio, nel cui territorio insiste la Valle dell’Inferno, ospiterà la Cappella della Conversione di San Camillo, che verrà benedetta e inaugurata dal Parroco Don Leo Abbascià.

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