Sabato 20 Aprile 2024

Beni culturali: Soldi ok, ma non basta

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È di pochi giorni fa la notizia che il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT) ha approvato un piano pari a 597.058.875 euro, attingendo al Fondo per gli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese istituito dalla Legge di Bilancio 2017, da investire sul patrimonio culturale italiano. I fondi saranno immediatamente disponibili per realizzare interventi in tutta Italia in merito al più importante piano antisismico finora finanziato, al patrimonio museale statale, alle periferie urbane da riqualificare e ai beni culturali da restaurare. Alla Capitanata sono stati assegnati ben 13 milioni di euro, soldi che andranno a mettere in sicurezza e a restaurare numerose chiese e palazzi storici di Foggia, delle Isole Tremiti, San Severo, Lucera, Vico del Gargano Sant’Agata di Puglia e Rocchetta Sant’Antonio. A Manfredonia sono destinati 2.700.000 euro, di cui 600.000 destinati al Parco archeologico di Siponto per interventi volti al miglioramento dell’accessibilità e all’eliminazione delle barriere architettoniche. Il resto è destinato al Museo Archeologico Nazionale di Manfredonia, quindi al Castello, per la verifica del rischio sismico, la riduzione delle vulnerabilità e il completamento del restauro. L’ottenimento di finanziamenti così cospicui ha un grande valore, poiché tutti gli interventi sono stati segnalati e sollecitati ad opera dello stesso territorio. Essi confermano, allo stesso tempo il riconoscimento da parte dello stato dell’importantissimo ruolo che ha il patrimonio culturale italiano nella tutela, nello sviluppo e nella promozione dei territori. Non dimentichiamoci del fatto che, proprio grazie ai fondi ottenuti in passato, sono stati riportati a nuova vita la Basilica di Siponto, l’Abbazia di San Leonardo e lo stesso Museo archeologico del Castello. Adesso, però, ci aspettiamo che vengano emessi al più presto dei bandi per l’affidamento dei servizi che rendano questi luoghi fruibili. Infatti è essenziale non soltanto assicurare nuova vita ai beni culturali in questione, ma anche garantirne la fruizione pubblica e il successivo progetto di valorizzazione, con adeguati servizi di accoglienza, quali guide e personale adeguatamente preparati. A questo bisogna aggiungere una gestione che ne consenta la fruizione non solo a livello turistico, ma anche da parte dei locali, organizzando al loro interno eventi e spettacoli che ne valorizzino l’elevato valore storico-culturale. Restaurare una chiesa, un castello e poi lasciarli inerti in attesa di turisti, e in attesa della necessità di nuovi restauri senza averli utilizzati appieno, ci sembrerebbe davvero solo uno spreco di risorse.

Mariantonietta Di Sabato

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Commenti

  • E, Villa Rosa, e, stata dimenticata

    Michele 11/03/2018 17:46 Rispondi

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