Giovedì 18 Aprile 2024

Fiore replica a Riccardi sul mercato ittico

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“Il sindaco Angelo Riccardi sulla questione del mercato ittico si arrampica sugli specchi. Dalla sua risposta si evince come non abbia ben chiaro che si tratta di una disputa sorta tra il Comune di Manfredonia e l’Autorità portuale sulla corretta qualificazione della concessione demaniale e sull’esatta determinazione del canone dovuto dall’Ente per l’area del mercato ittico all’ingrosso e il Ministero delle Infrastrutture ha chiesto il parere del Consiglio di Stato”. E’ quanto dichiara in una nota il consigliere comunale di Manfredonia, l’avvocato Giovanni Fiore. “Riepiloghiamo, per suo uso (tanto siamo sicuri che i cittadini abbiano ben chiaro cosa è successo). Una delle funzioni del Consiglio di Stato è quella consultiva per una serie di casi, tra cui i ricorsi straordinari al Presidente della Repubblica. Il Consiglio di Stato esprime il proprio parere dichiarando ‘l’inammissibilità del ricorso straordinario al Presidente della Repubblica proposto dal Comune di Manfredonia, contro l’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico Meridionale, avverso la nota prot. 416 del 16 febbraio 2017 ed ogni altro atto connesso, comunque, lesivo’. Questi i fatti concreti nel merito. Fin troppo chiaro”, aggiunge.
“Qui si arriva a testi da commedia, visto che il sindaco dichiara ‘la decisione finale del Presidente della Repubblica, inerente i canoni da corrispondere, allo stato attuale nessuno ancora la conosce’. Caro sindaco, il Consiglio di Stato ha semplicemente detto che il ricorso è inammissibile. Inammissibile.  Di quale decisione parla il sindaco? Spera che il presidente della Repubblica si discosti dal parere del Consiglio di Stato e da quello del Ministero delle infrastrutture che ha parlato di infondatezza chiedendone il rigetto?”, si domanda.
“Ci troviamo davanti a un momento particolare per il sindaco, e lo capisco perfettamente. Il suo imbarazzo per la recente dichiarazione di inconferibilità della sua nomina a presidente dell’ASI dichiarata dall’ANAC o le esperienze giudiziarie nel vicino Abruzzo probabilmente gli fanno confondere le esigenze di base del diritto. Prima di denigrare chi fa opposizione sarebbe opportuno conoscere le basi del procedimento che, ha detto il Consiglio di Stato, è inammissibile. Ciò che conta è l’esatta determinazione del canone dovuto dall’Ente locale ossia  682.359,31 euro, per gli atti 2012-2017 che dovranno essere pagati visto che è stato proposto ricorso oltre il termine dei centoventi giorni dalla ricezione della nota prot. 919 del 18.04.2016 (recante una richiesta di pagamento dei canoni dovuti per gli anni 2012-2016). Su questo il sindaco, guarda caso, non si pronuncia!
In sostanza, caro sindaco, avete fatto solo rumore. Solo bla bla”, conclude.

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