Mercoledì 24 Aprile 2024

Collettivo InApnea, “presidio Popolare per gridare ancora una volta #NoEnergas e #StopVelENI verso le conferenze”

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IL MOSTRO DI IERI E QUELLO DI DOMANI

Presidio Popolare per gridare ancora una volta  #NoEnergas  e #StopVelENI verso le conferenze

dei servizi del 4 e del 5 Settembre –  Domenica 2 Settembre @Piazza del Popolo h 19.30

“Se sentite di stare nel giusto andate avanti, senza alcun timore.” (Nicola Lovecchio)

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Parte I – Perché ancora #NoEnergas ?

Abbiamo sentito in questi anni di stare nel giusto, abbiamo sentito che la nostra città meritasse di essere un luogo in cui godere del diritto al lavoro e del diritto alla salute, abbiamo sentito che la nostra città meritasse un futuro migliore libero da un modello di sviluppo che ci ha dato solo inquinamento e disoccupazione, miseria e morte.

Per questa ragione fondamentale ci siamo mossi, da ormai tre anni, tra assemblee, manifestazioni, presidi e volantinaggi per ribadire quel #NoEnergas nato spontaneamente nell’assemblea del 9 Agosto 2015, cresciuto nei cortei e nelle azioni di piazza fino a diventare, con il referendum cittadino del 13 Novembre 2016, il #NoEnergas di una popolazione intera.

Su Energas e sul suo folle progetto abbiamo detto tanto, tantissimo, in questi anni e non è più il caso di aggiungere nulla: ci sembra che tutti, chi ha fatto decine di assemblee e chi a stento ha letto un volantino, sappiano benissimo che su questa battaglia non si può cedere e non si può indietreggiare.

Tra pochi giorni, il 4 Settembre, si svolgerà a Roma una conferenza dei servizi presso il Ministero dello Sviluppo Economico: nelle sale romane si parlerà ancora una volta del progetto Energas, si leggeranno i pareri degli uffici e degli enti, si verificheranno autorizzazioni e nulla osta e si deciderà se rimandare ancora la pratica per nuovi accertamenti o inviare la procedura ad una valutazione finale del Ministero e del Consiglio dei Ministri.  Regione e Comune, spinti dalla mobilitazione popolare, hanno annunciato il loro parere contrario e diversi uffici ed enti hanno accolto nei loro pareri le criticità e le contrarietà del movimento cittadino. Tuttavia importante sarà la capacità della politica di dare spazio al #NoEnergas referendario del 2016 ed al parere contrario della popolazione, importante sarà la capacità dell’Amministrazione comunale di non essere semplicemente rappresentante politica di quel che resta di se stessa e della sua maggioranza consiliare confusa e sull’orlo del crollo, ma di essere megafono della città e della sua contrarietà. Dove sono le azioni del sindaco per coinvolgere la cittadinanza? Dov’è la trasparenza e l’impegno a coinvolgere tutte le forze politiche e sociali nella delegazione? Allo stesso modo crediamo che anche l’opposizione abbia delle responsabilità di questo stato di incertezza: Dove sono gli impegni che Di Maio prese con la città in quella circostanza? Quello che ricordiamo noi è lo stesso Di Maio che presiede il ministero presso cui si svolgerà la conferenza dei servizi? E allora perché i parlamentari grillini del territorio non prendono posizione e non chiedono al vicepremier Di Maio di fare altrettanto?

Ancora una volta pensiamo che ognuno debba fare tutto quello che è in suo potere con i suoi mezzi e con le sue capacità per contribuire ad una lotta che non può e non deve essere né delegata ad una sola forza né asservita ad interessi di bottega elettorale. Il #NoEnergas, lo abbiamo sempre detto in questi annui, non si delega e non si lascia delegare: ci vedremo in piazza anche questa volta, Domenica 2 Settembre alle 19.30 in Piazza del Popolo, proprio perché quello del #NoEnergas non è un partito, ma un popolo.

PARTE II- Perché #StopVelENI? Perché un presidio pubblico?

Soltanto il giorno dopo la conferenza dei servizi sul progetto Energas, il 5 Settembre, si terrà una nuova conferenza dei servizi, questa volta i comuni della zona si incontreranno con Syndial (società controllata di ENI) per discutere della bonifica del sito dove sorgeva l’ex-petrolchimico Enichem. C’è da preoccuparsi? Sì, sicuramente sì.

Lo studio epidemiologico sugli effetti dell’inquinamento di Enichem a Manfredonia, finanziato con i soldi che Eni diede a titolo di riparazione alla città, ha messo in evidenza un aumento di mortalità dovuto a tre fattori:

1- Manfredonia dal 1970 ad oggi ha progressivamente perso il vantaggio di salute che aveva rispetto alla regione di appartenenza. Infatti rispetto agli anni settanta è stato documentato dallo studio un eccesso stimato di circa tre decessi al mese;

2- la mortalità per tumore polmonare mostra un eccesso a partire dagli anni duemila rispetto alla media regionale e provinciale. In particolare tra coloro che avevano meno di cinquanta anni al momento dell’incidente del 1976 si sono registrati circa 14 decessi in più rispetto alla media regionale (si tenga in conto che la media è già abbondantemente alta per via della presenza di situazioni di inquinamento come quella dell’Ilva di Taranto e del petrolchimico di Brindisi);

3- dal 1995 la mortalità per malattie cardiache è aumentata, con un picco di due morti in più al mese nella seconda metà degli anni novanta. Tutte le popolazioni infatti che hanno sperimentato disastri anche di tipo industriale si trovano a fronteggiare un aumento di patologie cardiovascolari.

Dati di per sé già inquietanti a cui bisognerebbe aggiungere la recente presentazione del V Rapporto S.E.N.T.I.E.R.I. (non ancora pubblicato) sullo stato di salute delle popolazioni che vivono nei siti inquinati soggetti a interventi di bonifica a cura del CNR e dell’Istituto Superiore di Sanità che evidenzia (oltre a forti criticità nella presenza di tumori) una maggiore presenza di asma, malattie respiratorie, malformazioni e mortalità infantile tra i bambini nati e cresciuti in uno dei 45 siti inquinati italiani come Manfredonia.

Da ormai quarant’anni le istituzioni, dal Ministero al Comune, e l’ENI gestiscono la bonifica nel chiuso delle stanze romane con la solita procedura: Syndial-Eni decide, il ministero approva ed i comuni, spesso privi di figure professionali sufficientemente specializzate, annuiscono fedelmente. Ad ogni richiesta di trasparenza e di chiarezza, diritto peraltro sancito dalla costituzione e dai trattai internazionali, Syndial-Eni si trinceranno nella riservatezza, il Ministero esibisce le striminzite e poco attendibili tabelle dei rilevamenti ARPA ed i comuni, spesso privi di figure professionali sufficientemente specializzate, si barcamenano come possono: nel caso di Manfredonia ci si limita a rispondere stizziti e scocciati che “tutto è sotto controllo e non c’è da preoccuparsi, bisogna finirla con gli allarmismi”.

Dopo lo studio epidemiologico ed il nuovo rapporto sullo stato della salute della popolazioni che vivono nei siti SIN e SIR cosa cambierà? Probabilmente nulla, ma anche se dovesse cambiare qualcosa non cambierà l’atteggiamento delle istituzioni. Se non c’è nulla da nascondere perché si continua a nascondere alle popolazioni il diritto a conoscere lo stato della bonifica e della propria salute?

Al termine dell’incontro del 17 Giugno 2017 i sindaco Angelo Riccardi dichiarava: “E’ necessario un Osservatorio Permanente di Ricerca, di una partecipazione attiva dei cittadini e di un confronto aperto e trasparente”. Dov’è quello spazio di partecipazione e di trasparenza che era stato promesso dal sindaco?  Un luogo di partecipazione e trasparenza del controllo ambientale e sanitario tristemente più che mai necessario alla luce della situazione drammatica di inquinamento in cui versa il nostro territorio tra lo sversamento di rifiuti tossici scoperto nell’ambito dell’indagine in Daunia Venenum, l’inquinamento delle acque e della foce del Candelaro e l’abbandono e l’incendio di rifiuti che dilaga nelle campagne.

La Giunta Emiliano ha smantellato il Centro Salute Ambiente PUGLIA voluto dalla Giunta Vendola con la delibera DGR 1980 del 2012, un luogo che avrebbe dovuto studiare la relazione tra esposizione a fattori inquinanti ed effetti sulla salute umana: da allora in un turbinio di decisioni politiche sconclusionate è stato creato un Coordinamento Ambiente&Salute che avrebbe dovuto includere ARPA e che invece non ha aderito, che avrebbe dovuto creare partecipazione e che invece è deragliato nel nulla, che avrebbe dovuto dare ai territori risorse per studiare la situazione e che invece non riesce ad utilizzare nemmeno i soldi stanziati dalla Giunta Vendola (e probabilmente andati perduti). Tante chiacchiere e nessun risultato. Dov’è l’impegno dei consiglieri regionali di Manfredonia perché la regione torni a investire sul nostro territorio per studiare ed informare la popolazione sullo stato della salute? Che fine hanno fatto le promesse fatte soltanto il 30 Gennaio scorso dall’Assessore all’Ambiente in questo senso? Quelle promesse, fatte di fronte alla pressioni di cittadini ed attivisti, servivano solo a tenere buona l’opinione pubblica?

Il 2 Settembre ci vedremo in Piazza del Popolo alle ore 19.30 per ribadire ancora una volta che vogliamo giustizia per tutte le famiglie di Manfredonia che hanno perso i loro cari e soffrono problemi di salute, che vogliamo trasparenza e chiarezza sulla bonifica e sullo stato di salute della popolazione, ci vedremo in piazza per urlare ancora una volta, come da anni a questa parte, #StopVelENI!

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