Sabato 20 Aprile 2024

La fruibilità del patrimonio di Manfredonia, tra limiti di carattere nazionale ed incapacità locale

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Tante volte sulle pagine di questo giornale si è discusso del difficilissimo periodo che Manfredonia sta vivendo. Se è vero che, guardandoci attorno, la situazione generale del nostro Paese risente ancora fortemente della crisi e della cattiva politica di interi decenni, è altrettanto vero che non è possibile non ammettere che la situazione di Manfredonia sia diventata piuttosto difficile da comprendere ed accettare, anche e soprattutto rispetto alla “presentabilità” che dovrebbe avere una località che cerca di riappropriarsi di un’identità turistica. Raccogliendo i pareri di molti turisti e visitatori dell’ultima stagione estiva, sembrerebbe che tra i principali problemi percepiti ci siano quello del decoro generale della città e quello della fruibilità dei suoi beni culturali. Al termine della campagna di scavo archeologico presso il sito di Coppa Nevigata, fruibile solo per i ricercatori, qualcuno si è chiesto quanto possa essere utile poter mettere il patrimonio in condizione di poter essere fruibile. In tanti si sono meravigliati per la chiusura del Museo Archeologico Nazionale del Castello di Manfredonia, il più importante museo archeologico della Puglia settentrionale. Stesso discorso per gli Ipogei Capparelli, per i quali non sono purtroppo noti orari e giorni di apertura, nonostante l’entusiasmo iniziale della fase immediatamente successiva il recupero. Qualcosa sembra essersi mosso rispetto al parco archeologico “Le Basiliche”, aperte tutti i giorni escluso il lunedì (orario invernale), poco fruibile la cripta della Basilica di Santa Maria di Siponto, da tempo chiusa o vistabile solo per la “Festa della Musica” e per poche altre occasioni. Quello che manca è un programma di gestione chiaro e che garantisca la massima fruizione del patrimonio globalmente inteso, pur nei forti limiti dettati dall’incapacità tutta italiana di valorizzare e sostenere laureati e professionisti del settore storico-artistico, archeologico e dei beni culturali. Numerose difficoltà dipendono dall’incapacità di tutti gli enti pubblici di fare rete e di lavorare per un comune obiettivo, ovviamente anche rispetto al tema della fruizione, ma oltre a questa delicata questione, l’impressione generale è che Manfredonia non sia ancora in grado di risultare credibile. La mancanza di programmazione per la pulizia delle strade e delle spiagge, sommata alla totale assenza di un cartellone culturale e degli eventi (spesso servirebbe poco, quindi non si faccia sempre riferimento alle casse comunali totalmente a secco), la non fruibilità del Museo Archeologico piuttosto che del Museo del Mare, i ridotti orari estivi di apertura dell’interessantissimo Museo Diocesano, non permettono alla nostra città di essere una vera città turistica. E speriamo di non dover tornare a parlare di spiagge sporche, di verde mal tenuto, di un fossato inaugurato ma privo di manutenzione e di azioni che contrastino il gravissimo problema dell’inciviltà. Un patrimonio archeologico, artistico, culturale, naturalistico, diventa una vera risorsa solo nel momento in cui al recupero si aggiunge la valorizzazione, che spesso passa in buona misura dalla fruizione.

Giovanni Gatta

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