Giovedì 25 Aprile 2024

Come uccidere il padre. Genitori e figli da Roma ad oggi

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Nel gremitissimo Auditorium dell’Istituto I.I.S.S. Galilei-Moro di Manfredonia ieri mattina alle ore 10:30 circa ha avuto luogo un incontro di promozione della lettura, suggellato dalla presenza della Professoressa e Giurista Eva Cantarella che ha discusso con i ragazzi del Liceo Classico e del Liceo Scientifico dei nuclei cruciali del suo libro “Come uccidere il padre- Genitori e figli da Roma a oggi”. 

A prendere la parola durante il convegno, oltre all’autrice, sono stati: il Dirigente Scolastico, Leonardo Pietro Aucello per i saluti di benvenuto; la Professoressa Rossella Angelillis che con maestria ed eleganza ha fatto proprio lo stile del patchwork per intessere insieme storie, suggestioni e curiosità dei suoi numerosi ed appassionati studenti e studentesse, sopraggiunte dopo la lettura e la meticolosa analisi dell’opera della Professoressa Eva Cantarella; il Professore e Filosofo Michele Illiceto che insieme ai suoi alunni ha affrontato le questioni inerenti alle relazioni familiari nella post-modernità, riprendendo autori come il Sociologo Bauman e lo Psicanalista Massimo Recalcati. 

Il maggiore coinvolgimento, però, è stato quello degli studenti, veri attori protagonisti della manifestazione.

La metodologia utilizzata infatti è stata quella che viene definita della “classe capovolta”, traduzione dell’espressione inglese “Flipped Classroom”, un approccio non basato su lezioni frontali, ma incentrato sul dibattito, preceduto, naturalmente, da una preparazione ed uno studio individuale sull’argomento di discussione, per evitare interventi istintivi, non avvalorati da tesi convincenti, accattivanti e documentate. Il docente diviene così guida, capace di infondere e praticare il pensiero critico.

Diversi sono stati gli interventi dei ragazzi, intervallati anche da brevi monologhi teatrali, durante i quali a prendere la parola sono state ad esempio ragazze della Roma antica che hanno dovuto subire le anguste, crudeli e dispotiche decisioni del pater familias, il quale aveva diritto di vita e di morte su tutti i componenti della sua famiglia, un archetipo culturale difficile tutt’oggi da scardinare, come dimostrano ad esempio le notizie di cronaca riguardanti casi di femminicidi, o di molestie sessuali, testimoniate dal gruppo #Metoo.

La colonna sonora della manifestazione è stata la canzone di Ermal Meta “Lettera a mio padre”, scelta dagli studenti, in quanto considerata quella maggiormente indicata per l’argomento di discussione:il rapporto, spesso conflittuale, con il padre, un modello di padre che potremmo definire “padre- padrone” che nella Roma antica era abitudine comune.

Una domanda perciò è sorta spontanea ad una studentessa che ha chiesto all’autrice quale e come fosse il rapporto con suo padre, anch’egli un intellettuale. La Professoressa Cantarella ha affermato che il rapporto con suo padre non era assolutamente conflittuale. E’ stato il padre, infatti, ad iniziarla all’ascolto delle avventure contenute nell’Odissea, prima di addormentarsi, in quanto le storie tradizionali, ad esempio Cappuccetto Rosso, non sono meno spaventose dell’episodio di Polifemo. Spesso però, crescendo, non voleva godere di una posizione privileggiata, solamente perché “figlia del professore”. E’ emersa, inoltre, una domanda inerente al ruolo delle madri, dinnanzi allo strapotere dei padri, dei mariti. Perché non si ribellavano a ciò? Erano indifferenti? In realtà, il più delle volte non lo erano affatto, come dimostra l’espressione divenuta celebre di Cornelia “ecco i miei gioielli”, solo che spesso anche loro erano soggiogate dalla cultura di riferimento. I comportamenti, i sentimenti, vanno, perciò, contestualizzati e analizzati in riferimento al periodo storico. E’ per questa ragione che la Professoressa, storica e giurista, ritiene che la Psicanalisi pretenda di spiegare con la nostra attuale cultura comportamenti avvenuti nel passato, senza inserirle nel periodo dell’epoca. E’ in quest’ottica che spesso si potrebbe anche arrivare a giustificare il parricidio, l’uccisione del padre, una situazione usuale nella Roma antica. 

L’incontro è terminato con fotografie ed autografi. 

Angela la Torre

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