Giovedì 28 Marzo 2024

Benvenuto Padre Franco!

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Arcivescovo dell’Arcidiocesi Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo

di Matteo di Sabato

Benedetto Colui che viene nel nome del Signore. Sarà senz’altro all’unisono l’invocazione con la quale il popolo sipontino e dell’intera arcidiocesi, accoglierà l’Arcivescovo Padre Franco Moscone nel momento in cui varcherà il cancello della Basilica Minore di Siponto, dove farà sosta per rendere omaggio alla nostra Patrona e Protettrice, S. Maria di Siponto, prima di fare il suo ingresso solenne in città per prendere possesso della cattedra episcopale. Rito ormai consolidato nel tempo anche dai suoi predecessori. Nel 1931 l’arcivescovo Mons. Andrea Cesarano fece il suo ingresso a Manfredonia in sella ad un cavallo bianco, così come avvenne per il vescovo S. Lorenzo Maiorano a Siponto. Pur se ancora vivido il ricordo della prematura scomparsa del nostro amatissimo Mons. Michele Castoro, al fine della continuità del ministero episcopale ci sono voluti circa sei mesi perché si conoscesse il nome del nostro nuovo Pastore. Finalmente, il 3 novembre dello scorso anno, Papa Francesco ha scelto Padre Franco Moscone, fino ad allora Preposito Generale dei Chierici Regolari di Somasca. A darne il solenne annuncio, l’Amministrazione Apostolico Mons. Luigi Renna. Di certo, molto ponderata e peculiare la scelta, in considerazione della vastità del territorio e dell’importanza storico-religiosa dell’Arcidiocesi Manfredonia Vieste, alla quale, da tempo, si è aggiunta S. Giovanni Rotondo, per la presenza di S. Pio da Pietrelcina e della sua grande opera, l’ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza”, di cui l’arcivescovo ricopre l’incarico di presidente e direttore generale dei Gruppi di Preghiera che portano il suo nome. Tantissima la gioia, la commozione e l’ammirazione dei fedeli quando Mons. Renna ha pronunciato il suo nome, accolto da un lungo e scrosciante applauso. Di grande impatto il breve messaggio che Padre Franco ha indirizzato ai fratelli e sorelle di Manfredonia, Vieste e S. Giovanni Rotondo, affidato allo stesso Mons. Renna, dove al primo punto chiede: “Evitate di chiamarmi monsignore o eccellenza o con termini simili. Desidererei essere chiamato Padre Franco o Francesco. Padre è un appellativo già sufficientemente pesante da portare”. Parole cariche di umiltà, umanità e senso di appartenenza alla Chiesa, che è amore e condivisione. Un messaggio molto significativo che lascia intravvedere sin da subito il desiderio di una continuità pastorale. Alquanto nutrito e ricco di soddisfazioni il percorso formativo e religioso di Padre Franco Moscone che dalla lontana Alba, provincia di Cuneo, è stato chiamato da Papa Francesco alla guida di una delle più antiche Arcidiocesi d’Italia, la cui tradizione vuole che a fondarla e a consacrare il suo primo vescovo, San Giustino, sia stato lo stesso apostolo San Pietro. “Terra di Papi e di Santi”, le sue vestigia, la vastità del territorio 1.671 km2, tredici comuni dislocati sul meraviglioso Gargano, la viscerale religiosità del suo popolo, la presenza della Basilica Minore di Siponto, l’Abbazia di S. Leonardo in Lama Volara, la Spelonca di Monte S. Angelo, segnata dalla presenza del vescovo Lorenzo Maiorano, destinatario delle tre apparizioni dell’Arcangelo Michele (VI sec.) e, non ultimo, la presenza di S. Pio da Pietrelcina e la sua grande opera. Questa, amatissimo Padre Franco, è la nostra Arcidiocesi che la benevolenza e la lungimiranza di Papa Francesco ha voluto affidarle, quale Padre e Pastore del suo popolo. Buona strada!

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