Un anno dalla scomparsa di Mons. Michele Castoro

Amore, condivisione e prendersi cura di chi soffre nello spirito e nel fisico, sono stati i pilastri sui quali ha fondato il suo breve, quanto intenso ministero episcopale il compianto e amatissimo Mons. Michele Castoro, arcivescovo di Manfredonia, Vieste, S. Giovanni Rotondo, prematuramente scomparso il 5 maggio dello scorso anno. Il suo ricordo è ancora vivido nei cuori di quanti lo conobbero e amarono per le sue virtù preclari, quale uomo e pastore. Per il suo impegno nel sociale caratterizzato da tanta determinazione in difesa della sacralità della vita, dell’ambiente e della giustizia sociale. Vieppiù per la tutela e valorizzazione dei beni culturali, veri tesori verso i quali ha profuso particolare attenzione, dove, ancora oggi emerge la grandezza della Chiesa locale e delle opere d’arte ad essa legate. Il restauro conservativo dell’icona di S. Maria Maggiore di Siponto, dopo quello effettuato dal nostro concittadino prof. Aronne Del Vecchio nel 1964, e della Sipontina, la Basilica Minore di Siponto, dell’Abbazia di San Leonardo in Lama Volara. Altra perla, incastonata nel vasto patrimonio archeologico, il tanto anelato Museo Diocesano, dove, finalmente sono raccolti definitivamente i tanti reperti giacenti nell’atrio dell’Episcopio e altri ancora da sistemare. Per non parlare del tormentato problema dell’Energas, che ha visto Mons. Castoro in prima linea, in difesa dell’ambiente e della salute. Da qui si comprende la grandezza dell’uomo, del Buon Pastore. Ma il ricordo più bello in assoluto che porterò per tutta la vita nel mio cuore, l’amicizia che ha voluto riservarmi. Carissimo e indimenticabile don Michele, al dolore della sua scomparsa fa breccia la consolazione di saperla in cielo al cospetto dell’Onnipotente, tra una schiera di Angeli.

di  Matteo di Sabato