Venerdì 29 Marzo 2024

Il libro degli orrori che marchia Manfredonia come mafiosa

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In 359 pagine, la Commissione di Accesso presso il Comune di Manfredonia, incaricato dalla Prefettura di Foggia, riassume i rapporti tra la malavita organizzata di Manfredonia e gli esponenti di governo cittadino dell’ultimo decennio, con qualche riferimento a periodi precedenti. Procedimento avviato per via di esposti anonimi pervenuti alla Prefettura di Foggia: in particolare con un esposto anonimo è stato segnalato uno stretto rapporto tra il vice Sindaco di Manfredonia, S. Zingariello, con G. Caterino, esponente del clan “Li Bergolis”, recentemente tratto in arresto in quanto implicato nella strage del 9 agosto 2017. Nella stessa segnalazione veniva segnalata anche la vicinanza, quantomeno “abitativa”, tra il  Sindaco di Manfredonia,  Riccardi, e  Saverio Tucci, esponente della malavita organizzata, assassinato in Olanda dal reo confesso C. Magno. La commissione d’indagine composta dal Dott. Francesco Paolo D’Alessio – Vice Prefetto, la Dott.ssa Michelina Di Carlo – Commissario Capo della Polizia di Stato, ed il Ten. CC Francesco Colucci ha dettagliato i rapporti del consigliere comunale Antonio Conoscitore, vicino ad esponenti della famiglia Romito passato nell’ultimo periodo di vita dell’amministrazione comunale, dai banchi di maggioranza alle file dell’opposizione F.I. Altri elementi di interesse sono emersi a carico dell’assessore G. La Torre ed il consigliere comunale D. D’Ambrosio, per la sua parentela, da parte della moglie, della compagna di Palena, esponente coinvolto nell’omicidio dell’agosto 2017 di Mario Romito ed altre persone. Tali circostanze, unitamente all’emergere di situazioni di interesse nei confronti di amministratori e di loro stretti congiunti, hanno indotto il Prefetto di Foggia a chiedere al Ministero dell’Interno di effettuare ulteriori, approfondite indagini nei confronti del Comune di Manfredonia. La corposa relazione è stata strutturata in tre parti. Nella prima è stato tracciato un quadro della situazione socio – economica di Manfredonia e soprattutto dell’attuale assetto delle organizzazioni criminali operanti nella provincia di Foggia e segnatamente nel territorio di Manfredonia, nel quale risultano attive talune compagini malavitose ritenute dagli inquirenti capaci di inserirsi in tutti gli ambiti sociali ed economici del medesimo territorio. La seconda parte della relazione è stata dedicata alla valutazione della posizione dei titolari degli organi elettivi del Comune così come di appartenenti all’apparato burocratico ed esaminate le aziende con partecipazioni del Comune di Manfredonia. La terza ha esposto l’esito delle attività ispettive nell’ambito dei vari settori del Comune. La criminalità organizzata in provincia di Foggia, pur avendo peculiarità che la distinguono dalle mafie operanti nelle altre aree del Paese, si accomuna a queste per alcune caratteristiche “tipiche”: occupazione e governo del territorio, acquisizione di ingenti risorse finanziarie, disponibilità di mezzi e uomini ben armati, capacità di infiltrarsi nell’economia legale e nelle pubbliche amministrazioni, come dimostrano gli scioglimenti, dei consigli comunali di Monte Sant’Angelo (2015) e Mattinata (2018). L’indagine analizza l’attività amministrativa dell’ex Sindaco Riccardi, dettagliando tutti i procedimenti processuali in corso ed archiviati, tracciando tutti i trascorsi rapporti con il mondo imprenditoriale. Dettagliate anche le relazioni dei più stretti familiari, i rapporti con la giustizia e le molteplici società alle quali hanno partecipato i familiari. Lo studio ha dettagliato i frequenti rapporti con il noto imprenditore Michele D’Alba. La circostanza assume particolare rilevo, anche alla luce del fatto che i servizi di pulizia per gli immobili comunali di Manfredonia sono stati assegnati mediante subappalto dal “Consorzio Nazionale Servizi”, alla cooperativa di servizi “Tre Fiammelle”, mentre il servizio di mensa scolastica alla società “Ridal srl”, controllata al 30% dalla cooperativa “Tre Fiammelle” e per la restante parte dalla società cooperativa “Lav.I.T.” Quanto alla Società Cooperativa “San Giovanni di Dio”, dal 30.01.2012 e per i successivi 18 mesi è stata affidataria del servizio di assistenza domiciliare educativa del Comune. Tutte società riconducibili a Michele D’alba coinvolto con Riccardi anche nella questione esami truccati di Pescara. Vengono passati ai raggi x tutti gli assessori comunali, consiglieri comunali, i 161 dipendenti del comune di Manfredonia ed i componenti delle partecipate. Non sfugge nulla agli inquirenti riguardo ai rapporti di Zingariello ed alcuni stretti familiari riguardo alla loro frequentazione con esponenti legati ai clan locali, con alcuni dei quali sono stati instaurati anche rapporti lavorativi. L’assessore Starace, di professione avvocato penalista, risulta essere stata solo il legale di fiducia di numerosi esponenti del clan Li Berolis di Monte Sant’Angelo. L’Assessore al Bilancio Dorella Zammarano è stata (dal 2013 al 2017) il commercialista della società “Biesse s.r.l.”, che annovera tra i propri soci un esponente di primo piano della famiglia Romito. L’assessore Giuseppe La Torre, gestore di uno stabilimento balneare di Siponto i cui soci erano stati accusato nel 2011 di reimpiegare i proventi derivanti dalle attività illecite della famiglia criminale Romito. Nel 2015 la Corte d’Appello di Pescara aveva assolto i soggetti dall’accusa di essere dei prestanomi per insussistenza del fatto. L’Assessore Antonio Prencipe, cugino da parte della moglie di Pio Francesco Gentile, recentemente trucidato in Mattinata, nei pressi della propria abitazione e considerato il luogotenente della famiglia Romito. Tirato in ballo anche l’Assessore Pasquale Rinaldi per via della cessione di una quota di concessione demaniale da parte del fratello, cessione che ha permesso la creazione dei famosi Bagni Bonobo. Per alcuni esponenti comunali si annota anche la sola amicizia su Facebook e la relativa interazione. Legame magari di scarso rilievo ma evidenziato e sottolineato dalla commissione. Il consigliere Angelo Salvemini, avvocato, è stato evidenziato poiché difensore di personaggi di spicco della malavita di Vieste. Passati al setaccio uno ad uno i 145 Lavoratori Socialmente Utili LSU, il cui 25% di loro sono risultati con precedenti penale più o meno pesanti. Analizzata anche la Società Gestione Tributi. Non abbastanza. La dirigente Galantino, segretario comunale di Manfredonia, per altro, aveva più volte sollecitato il Sindaco, gli Assessori, la Giunta Comunale ed i Dirigenti del Comune affinché si provvedesse ad indire una nova gara per l’affidamento della gestione della riscossione dei tributi, richiamando l’attenzione di Sindaco e Giunta in qualità del proprio ruolo di “Responsabile della prevenzione della corruzione” e ciò “al fine di evitare comportamenti non in linea con la normativa vigente e rispettosi dei canoni di legittimità e di buona amministrazione”. Dello stesso avviso pure l’Autorità Nazionale Anti-corruzione, che inviava apposito parere alla cortese attenzione del Sindaco Angelo RICCARDI. Solo con l’insediamento del Commissario straordinario si è posto fine al regime di proroga del servizio alla società partecipata, optando per una gestione internalizzata del servizio di riscossione. Annotata la presenza di una presenta di un componente dei Romito in un periodo di vita dell’Agenzia del Turismo. Dettagliato lo studio anche sull’ASE, azienda ecologica specializzata sulla gestione dei rifiuti urbani, tra i cui componenti del settore dirigenziale risulta una persona con condanne di arresto per rapina, estorsione, violenza privata, minacce e lesioni. Tra i dipendenti, circa il 25 % è risultato con la fedina penale sporca alcuni dei quali in modo pesante. La partecipata comunale è stata negli anni infarcita di una congerie di soggetti con precedenti di polizia e, in alcuni casi, riconducibili, per legami famigliari e personali, a soggetti della criminalità organizzata, anche di stampo mafioso. I precedenti riscontrati a carico dei dipendenti o dei loro prossimi congiunti, anche per reati gravissimi e associativi, nonché di spiccato allarme sociale, si intrecciano sino a formare una mappatura sufficientemente esaustiva della storia delinquenziale di questo territorio. L’esame non ha escluso la complessa e perversa gestione del mercato ittico di Manfredonia, occupato abusivamente da diverse società che per diversi anni hanno approfittato della struttura pubblica sfruttando le utenze ed i locali senza riconoscere nulla come controprestazione economica. L’intricata situazione venutasi a creare ha portato all’avvio dell’iter di rimessione della concessione degli spazi mercatali dal Comune all’Autorità Portuale. Tantissime analisi sulla società legate alle concessioni demaniali, gli abusi edilizi. La relazione ha constatato, l’inadeguatezza del vertice politico-amministrativo a svolgere i compiti di vigilanza e di verifica nei confronti degli uffici comunali e dei gestori dei pubblici servizi del Comune, che impongono l’esigenza di intervenire ed apprestare tutte le misure e le risorse necessarie per una effettiva e sostanziale cura e difesa dell’interesse pubblico dalla possibile compromissione derivante da ingerenze estranee riconducibili all’influenza e all’ascendente esercitati da gruppi di criminalità organizzata. Si aggiunga poi quando emerso su alcuni amministratori dell’ente e in particolare sul vice sindaco del Comune di Manfredonia e sui rapporti di quest’ultimo con un personaggio di spicco della criminalità organizzata o anche del consigliere comunale Conoscitore, socio di una società colpita da interdittiva antimafia. Tutti i fatti descritti, forniscono  un quadro che – seppure non fondato su prove ma su elementi  di valenza probatoria più modesta – letti nel loro complesso e in stretta correlazione con la realtà territoriale interessata, costituiscono elementi sintomatici “un giudizio prognostico di verosimiglianza fondato attendibilmente sulla logica del “più probabile che non” che ha portato il Consiglio dei Ministri a sciogliere il Comune di Manfredonia per Mafia.

@redazioneManfredoniaNews.it

 

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Commenti

  • Ma che pagare, qua finisce tutto a tarallucci e vino.Ci vorranno anni di procedimenti penali, e tutto finirà in prescrizione. La vera mafia sono i politici che si fanno eleggere, per poi fare il proprio interesse.

    ANTONIO 01 51 20/10/2019 10:47 Rispondi
  • Il terreno dove si trova il canile municipale di chi è?

    Amante degli animali 19/10/2019 20:57 Rispondi
  • Lo Stato deve passare ora all’incasso facendosi restituire il maltolto da questi signori.
    Va scardinato il sistema delle cooperative su cui si fonda il voto di scambio.

    zak 19/10/2019 17:55 Rispondi
  • Un amministrazione fatta da consiglieri , assessori e dipendenti comunali legati alla malavita locale e di Monte Sant’Angelo,speriamo che questi 18 mesi ripuliscano di questo marciume l’amministrazione.Avete reso una citta’ bella , ad una cosa privatistica,mi chiedo chi controllava chi??? abusi su abusi,Ase con delinquenti che controllano gli operatori,gente che oltre ad avere il posto con prepotenza non lavorava, era un suo diritto.Qualcuno paghera’ all’Ase, vi e’ un consigliere legato all’Ase, a tutti risulta una persona con provenienza UDC .Qualcuno paghera’ per anni e anni , un mercato Ittico occupato, in cui hanno creato bar, usufruendo una struttura, gas ed enel, a spese dei noi cittadini??qualcuno paghera’??? un servizio tributi a livello famigliare degli Ognissanti, il cui servizio veniva reso con spese enormi a carico dei cittadini, qualcnuno paghera’ per questo?? ecco da dove derivano parte degli aumenti di tasse per noi cittadini!! Il sindaco non avra’ colpe dirette, ma non ha fatto il controllore di una macchina amministrativa coinvolta in forze mafiose.Ora paghino tutti e si tolgano dalle balls.Liberate questa citta’ da questa gente indegna.

    Cittadino Onesto 19/10/2019 12:28 Rispondi

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