Giovedì 25 Aprile 2024

Keppel Richard Craven, il viaggiatore inglese che meravigliato definì Manfredonia in grado di poter “gareggiare con qualunque città europea”

10 0

Nel corso della storia la nostra città ha vissuto continue trasformazioni che l’hanno portata a raggiungere l’attuale aspetto di città nella quale si fondono testimonianze del passato e modernità. Manfredonia negli ultimi 10 anni è diventata protagonista di migliaia di scatti che, dall’alto o ad altezza d’uomo, diventano istantanee che girano sul web ottenendo migliaia di condivisioni in tutto il mondo. La fotografia è nata attorno alla metà del 1800, prima della sua nascita per imprimere l’idea di un posto occorreva riprodurre un’immagine in grado di rievocarlo oppure mettere nero su bianco le impressioni che quel luogo poteva aver suscitato. Tra i tanti scritti che ci restituiscono una “fotografia” storica della città, e del suo aspetto complessivo nei secoli passati, spicca la descrizione che di Manfredonia ci regala un famosissimo viaggiatore inglese. Il suo nome è Keppel Richard Craven, nato in una piccola località del Regno Unito nel 1779; la vita lo portò a lungo in Italia, tanto che morirà a Napoli il 24 giugno del 1851. Proprio in quegli anni ebbe modo di visitare la nostra città, che all’epoca contava poche migliaia di abitanti. Correva l’anno 1821 quando Craven si trovò presso la città del golfo, quell’importantissimo centro del Regno di Napoli che certo non era diventato la Capitale desiderata da re Manfredi ma che, comunque, rappresentava un centro nevralgico per la sua posizione geografia levantina. Sulla città, che del figlio di Federico II prende il nome, il celebre viaggiatore inglese scrisse: “La strada d’accesso a Manfredonia è ampia, perfettamente diritta, a cui fanno da ala degli edifici molto belli; anzi può gareggiare con qualunque città europea, poiché è stata costruita su un piano regolare, non ha mai subito nessuna alterazione, e, malgrado alcuni edifici non ultimati e il decrepito stato di altri, presenta un aspetto grandioso e uniforme molto sorprendente. Tutta circondata da mura, sia dalla parte della terraferma sia da quella del mare; dall’ultimo, una massa rocciosa, quasi tutta sotto l’acqua, separa i suoi bastioni. Una lunga e larga strada attraversa da un capo all’altro la città, collegando le due porte, da cui si diramano altre due verso la terraferma, mentre altre due conducono al porto, che è protetto dal vento del nord da un piccolo molo, e dominato da un poderoso castello, difeso da un fossato con un ponte levatoio. Le mura sono fortificate con larghi bastioni rotondi. Il porto è reputato sicuro; ma essendo poco profondo può accogliere solo piccoli vascelli. […] Parallele a quella principale, vi sono quattro strette strade, alle quali si congiungono, ad angolo retto, altre più strette. Le strade si contraddistinguono per una pulizia che non è facile trovare nei paesi del Sud; anche l’interno delle case delle classi più umili si presenta pulito. La ragione è che le case hanno una larga porta che da sulla strada, e perciò sono esposte agli sguardi di tutti”. Una perfetta fotografia, nero su bianco, di una Manfredonia ottocentesca che un secolo dopo avrebbe subito profondissime trasformazioni; un’immagine positiva che oggi, che Manfredonia vive una delle pagine più buie della sua storia recente, ci piace ricordare e riproporre con le parole di quell’inglese che in Manfredonia vide una città in grado di “gareggiare con qualunque città europea”.

Giovanni Gatta

 

Articolo presente in:
News

Commenti

  • Povera Manfredonia! In quali mani e’ finita!

    teofilo 09/11/2019 23:52 Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

 
 
 
WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com