Venerdì 29 Marzo 2024

Allevamento di spugne nel Golfo di Manfredonia. L’acquacoltura integrata nell’economia circolare

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Il 7 Novembre 2019 alle ore 11.30 presso gli impianti di maricoltura della Gargano Shell Fish Farm nel Golfo di Manfredonia si è svolto il monitoraggio dell’allevamento di spugne in acquacoltura multitrofica integrata tra specie eduli e non. È il primo caso a livello di Mar Adriatico di sperimentazione tra specie marine destinate all’alimentazione umana e spugne. Il progetto “ASMar” acronimo di “Assessment of Sponge Mariculture potential in polyculture system in Manfredonia gulf” – è finanziato dalla Regione Puglia e dall’Agenzia Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione (ARTI) nell’ambito del progetto europeo Blue_Boost a valere sui fondi del Programma di cooperazione territoriale Interreg ADRION, ed è realizzato in partenariato con il Dipartimento di Biologia dell’Università “Aldo Moro” di Bari. Lo scopo del progetto “ASMar” è quello di testare la sopravvivenza e l’accrescimento di diverse specie di spugne in prossimità di gabbie di maricoltura off-shore nel Golfo di Manfredonia per migliorare la qualità delle acque e diversificare le produzioni realizzando un processo di economia circolare dal mare. “L’idea di allevare le spugne di mare – spiega Alessandro Cariglia, presidente coop Gargano Shell Fish Farm – è nata mettendo insieme ricerca storica e scientifica: il golfo di Manfredonia è da sempre culla di specie marine, comprese le spugne. È un modo di ottimizzare le produzioni migliorandone qualità ed ambiente circostante massimizzando gli impianti”.

La collaborazione tra Università e impresa nel progetto “ASMar” è nata da un’hackaton organizzata dalla Regione Puglia ed ARTI nell’ambito del progetto europeo Blue_Boost e cerca di fornire una risposta alle nuove esigenze produttive e di conservazione dell’ambiente naturale applicando i criteri dell’IMTA (Integrated Multi-Trophic Acquaculture), la pratica che combina, in proporzioni appropriate, l’allevamento di specie eduli proprie dell’acquacoltura con specie “nuove”, per esempio invertebrati filtratoti quali poriferi, policheti, ascidie ed alghe, in grado di estrarre dal sistema di allevamento parte del carico organico ed inorganico in modo da creare sistemi bilanciati per sostenere l’ambiente con il biorisanamento, l’economia con la diversificazione dei prodotti e la riduzione del rischio, favorire infine un’integrazione sociale con il miglioramento delle pratiche di gestione. “L’allevamento di spugne nelle vicinanze degli impianti ittici off-shore può avere diversi vantaggi: – spiega Caterina Longo, zoologa marina e Responsabile Scientifico del Dipartimento di Biologia dell’Università di Bari – può ad esempio ridurre l’eventuale carico microbiologico derivante dall’allevamento ittico ed ottenere una diversificazione delle produzioni in acquacoltura fino ad arrivare a contribuire al ripopolamento dei banchi naturali ed alla riduzione dello sforzo di pesca. Le spugne, inoltre, sono invertebrati marini con un notevole potenziale commerciale, utilizzabili in diversi settori, come ad esempio il ben noto ambito cosmetico (spugne da bagno), quello ricreativo (acquariologia), o come fonte di prodotti naturali marini utili nel settore nutraceutico e/o farmacologico, oltre che nella bioremediation.”

di Giuliana Scaramuzzi

 

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ManfredoniaNewsTV · News

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