Venerdì 19 Aprile 2024

“L’illegalità toglie risorse al futuro!”: Il “Galilei- Moro” incontra Padre Franco Moscone

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“La legalità… un’abitudine quotidiana” è il titolo dell’incontro di questa mattina delle classi del bienno del Liceo Scientifico – Classico di Manfredonia con l’Arcivescovo di Manfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo, Padre Franco Moscone. In apertura all’evento la band studentesca ha eseguito la canzone “I cento passi” dei “Modena City Rambles”, brano che parla della storia di Peppino Impastato, facendo riferimento anche all’assassinio di Aldo Moro, come lo stesso Padre Franco ha fatto notare. “Ad Aldo Moro, tra l’altro, è anche dedicata la vostra scuola”. Ricadono oggi 12 Dicembre anche i 50 anni dalla Strage di Piazza Fontana di Milano, a cui seguirono altri eventi, l’assassinio di Aldo Moro e di Falcone e Borsellino, ad opera della mafia.

L’Italia ha reagito con la II Repubblica, anche se questa è una terminologia storica scorretta. Si può parlare di II o addirittura III Repubblica quando si verifica un cambio della Costituzione, ma la Costituzione è sempre quella del 1 Gennaio 1948, ciò che nel frattempo è cambiato è la modalità di eleggere. Siamo perciò nell’unica Repubblica italiana e il nostro compito è quello di conoscere la Costituzione, per viverla e per trovare valori utili alla costruzione della nostra comunità. Più uno conosce, più si innamora. Il sapere dalla testa passa al cuore, l’organo che ci permette di passare all’azione. In questo la scuola gioca un ruolo predominante” afferma Padre Franco.

Da dove deriva la parola scuola? “Dal greco scholè e dal latino otium, inteso come tempo libero, ma da non considerarsi come tempo vuoto, altrimenti la scuola si trasformerebbe in un bidone della spazzatura. Deve invece divenire occasione per costruire la libertà collettiva” – continua “è possibile l’opposizione solamente tra legalità e illegalità, o esistono più forme di legalità? Siamo sempre dentro una legge. Quale legge? Anche la mafia ha una sua legge ben precisa, ma mentre la legge della legalità ci rende liberi, quella  della mafia è determinata  da obblighi, paura, o omertà”

L’incontro è stato occasione anche per instaurare un dibattito con gli studenti e le studentesse. E’ stato chiesto a Padre Franco quale possa essere il ruolo dello studio nel contrasto all’illegalità. “Lo studio deve essere inteso come peso liberante. Approfondendo divento più libero e responsabile e di conseguenza più legale. C’è un libro divenuto bestseller negli anni ’80 che si chiama “Vivere, amare, capirsi”. Possiamo considerarlo al contrario: prima capisco per amare e l’amare mi dà indicazione per vivere. Il segreto è imparare ogni giorno qualcosa di nuovo. Anche io grazie all’incontro con i giovani imparo ad imparare, instaurando un rapporto tra esperienze: le giovani generazioni insieme a quelle anziane per leggere il futuro come un passaggio di eredità, vera ed autentica”.

“Perché i mafiosi sono così religiosi?” – chiede una ragazza – “ Perché la religione è differente dalla fede e dal cristianesimo. La religione può essere usata come un’arma, come uno strumento ad personam, come un’arma, un’imposizione. Questa è una bestemmia. E’ un oltraggio al secondo comandamento: Non nominare il nome di Dio, invano” – dichiara deciso Padre Franco.

In conclusione, alla richiesta del ruolo dei giovani nel rispetto della legalità ha affermato come “l’illegalità toglie risorse al futuro. Bisogna pretendere la legalità! Voi giovani dovete farlo! Che cosa volete ascoltare, gli spari delle pistole e dei fucili, o il suono dell’organo e del violino?”

Al termine dell’evento “Mi fido di te” di Jovanotti eseguita dalla band è stata cantata da tutto l’auditorium.

Angela la Torre

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