Giovedì 18 Aprile 2024

Filiera etica contro il caporalato: al via la vendita dei prodotti biologici ‘Iamme’ negli oltre 500 supermercati del Gruppo Megamark

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Cinque referenze di conserve di pomodoro disponibili nei supermercati A&O, Dok, Famila, Iperfamila e Sole365 presenti nel Mezzogiorno

Sono sugli scaffali degli oltre 500 punti vendita del Gruppo Megamark di Trani – leader della distribuzione moderna nel Mezzogiorno – i primi prodotti biologici ‘Iamme’, frutto dell’intesa con l’associazione internazionale anticaporalato NO CAP (impegnata nel promuovere e valorizzare le aziende agricole che rispettano la legalità e i diritti dei lavoratori) e Rete Perlaterra (associazione e rete tra imprese che promuovono pratiche agroecologiche di lavoro della terra). Cinque, nello specifico, le referenze ‘Iamme’ disponibili nei supermercati a insegna A&O, Dok, Famila, Iperfamila e Sole365 presenti in Puglia, Campania, Molise, Basilicata e Calabria: la passata di pomodoro biologica, i pelati biologici, la salsa di datterino bio, la salsa di ciliegino bio e, in edizione limitata, la salsa di datterino giallo bio“Ognuno è artefice della propria vita e può essere protagonista di un cambiamento – ricorda il cavaliere del lavoro Giovanni Pomarico, a capo del Gruppo Megamark –. Noi abbiamo creduto in questo cambiamento, tuttavia adesso saranno i clienti dei supermercati, liberi di scegliere prodotti etici, a decretare il successo di questa iniziativa, facendoci capire che anche loro desiderano cambiare le cose e contrastare la piaga del caporalato”. Il progetto mira a contrastare il caporalato e il lavoro irregolare nel settore agricolo, garantendo ai produttori un prezzo giusto per i loro prodotti e ai lavoratori il pieno rispetto dei loro diritti, a partire dall’applicazione dei contratti collettivi del lavoro. Nel protocollo il Gruppo Megamark si è impegnato ad acquistare prodotti etici garantiti dal bollino NoCap, rilasciato alle imprese agricole e di trasformazione dopo apposite verifiche effettuate dagli ispettori dell’Associazione NO CAP e, successivamente, dall’ente di certificazione DQA accreditato presso il Minpaf e Accredia. “Abbiamo lavorato su un sistema di tracciabilità della filiera – dichiara Yvan Sagnet, a capo dell’associazione NO CAP – per portare sul mercato prodotti che rispettano, oltre che la qualità, anche i diritti dei lavoratori. Purtroppo, se i consumatori non si pongono domande sulla provenienza di alcuni prodotti, continueranno ad alimentare inconsapevolmente un sistema malato e dominato dai caporali”. Il progetto si sta svolgendo in diverse aree del Mezzogiorno, tra le quali la Capitanata in Puglia e il Ragusano in Sicilia, dove un centinaio di lavoratori hanno coltivato e raccolto pomodori biologici, pachino, ciliegino e datterino giallo, poi trasformati in salse, pelati e passate. “Vedere i primi prodotti biologici a marchio ‘Iamme’ sugli scaffali – spiega Francesco Pomarico, direttore operativo del Gruppo Megamark – è il coronamento di un sogno lungo un anno, il tempo trascorso da quando abbiamo incontrato Yvan Sagnet, condiviso i risvolti etici di questo progetto e avviata l’organizzazione della macchina produttiva e distributiva passando per la selezione delle aziende agricole e di trasformazione più virtuose”.  Il Gruppo Megamark di Trani è la realtà leader del Mezzogiorno nella distribuzione moderna con 1,6 miliardi di vendite alle casse nel 2018, oltre 5.500 addetti e più di 500 punti vendita serviti a insegna Dok, Famila, Iperfamila, Sole365 e A&O. Attraverso la Fondazione Megamark promuove iniziative in ambito sociale, culturale e ambientale nei territori in cui opera. L’associazione internazionale NO CAP è stata creata da Yvan Sagnet nel 2011 successivamente alla prima protesta di braccianti per le condizioni di vita e di lavoro avvenuta a Nardò, in provincia di Lecce. In prima linea per tutelare la dignità e i diritti dei lavoratori, è attiva nella lotta al caporalato, mette l’essere umano al centro rispetta l’ambiente e valorizza i prodotti del territorio. Rete Perlaterra è un’associazione che, applicando i principi contadini della sovranità alimentare, promuove le pratiche agroecologiche di lavoro della terra e di produzione del cibo buono, con alla base alti contenuti etici e sociali. È anche una rete d’imprese agricole e della trasformazione impegnate a creare economia circolare e garantire con il proprio lavoro una prospettiva di giustizia.

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