Venerdì 19 Aprile 2024

Il Museo Archeologico Nazionale nel Castello di Manfredonia, eterno cantiere

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Divampano le proteste di cittadini e studiosi, alle quali fa eco la stampa locale e nazionale per il modus operandi poco ortodosso delle istituzioni in merito alla esecuzione dei lavori di adattamento a Museo Archeologico Nazionale nel Castello svevo-angioino-aragonese di Manfredonia. Ultima, l’aver praticato l’apertura di una piccola parte della torre di nord-ovest per consentire l’accesso all’ascensore. Operazione che non è sfuggita neanche al Ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini, e a Striscia la Notizia. Ma questi ultimi avvenimenti sono, l’epilogo di una nutrita serie d’incomprensioni da parte dello Stato, per la lentezza abissale con cui vengono eseguite le opere necessarie per la definitiva apertura al pubblico del Castello e del Museo di Manfredonia. Sarebbe oltremodo assurdo se dopo ben cinquantasei anni di snervante attesa, uno dei più bei Castelli della Puglia, la cui rilevanza storico-artistica viene affermata da tutte le guide turistiche nazionali ed estere, dovesse continuare ad assumere la modesta e comoda forma di magazzino-deposito di reperti archeologici. Ritardi che nel tempo continuano a causare danni irreversibili all’intera economia turistica della nostra città e del territorio. Infatti, nel 1964, il 10 di gennaio, l’Amministrazione Comunale, sindaco il sen. Nicola Ferrara, avviò la pratica di cessione allo Stato del Castello per l’istituzione nel medesimo di un Museo Archeologico destinato ad accogliere le ormai famose “stele” funerarie, illustrate dal prof. Silvio Ferri, nonché i reperti provenienti da Monte Saraceno, dalle Paludi Sipontine, da Grotta Scaloria-Occhiopinto, Coppa Nevigata e da varie raccolte pubbliche e private. Il 21 giugno 1968, con DPR n.952, l’accettazione della donazione, a favore dello Stato dal Comune di Manfredonia, già disposta dal Notar Matteo Gatta, con atto del 7 marzo 1967, n. 53294 di rep., con l’obbligo di istituirvi il Museo. Il 18 febbraio 1970 veniva stipulato il formale atto di consegna alla Soprintendenza alle Antichità di Taranto. Passati gli anni, il Castello è ancora chiuso per “lavori in corso”. Intanto il ricchissimo e singolare materiale archeologico, buona parte ammassato in un magazzino, e le Stele Daunie, attendono definitiva sistemazione. Nonostante continuino disperatamente le vibrate proteste del Comune di Manfredonia e dell’intera città, lo Stato nicchia.

di Matteo di Sabato

 

Un filmato degli anni ’80 sul Castello di Manfredonia

 

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https://www.manfredonianews.it/2018/10/22/le-stele-della-daunia-la-scoperta/

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