Mercoledì 24 Aprile 2024

Il ricordo di Matteo Ciociola, artista del Carnevale di Manfredonia

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Creatività, fantasia, originalità, estro, passione, un vulcano di idee, questo è stato Matteo Ciociola. Troppo riduttivo chiudere la sua personalità in pochi aggettivi, tanti i suoi spettacoli teatrali, defilé, partecipazioni al nostro Carnevale; fu lui l’ideatore delle prime majorettes, carri e gruppi originali che nelle loro esibizioni coreografiche denotavano la sua anima dello spettacolo. I gruppi da lui realizzati venivano invitati nelle varie socie più importanti dove si esibivano come ospiti. Ci ha lasciato il 18 Ottobre scorso, in sordina per colpa di questo virus che non ci permette neanche di salutare gli amici nel loro ultimo viaggio. Qualche mese fa ci raccontò di come nacque il carro dei Cavalli Alati, un sogno condiviso con gli amici di sempre, oggi diremmo: detto fatto. Questo era Matteo, concretizzava sempre le sue idee e i suoi sogni.  Matteo ha rappresentato per anni anche una moda esclusiva con capi importanti venduti nella sua boutique nella centralissima Corso Manfredi visitata da clienti facoltosi. Proprio la sua passione per lo spettacolo e per la moda, negli anni ’70 lo portò a realizzare serate di moda dove si poteva incontrare la Manfredonia bene di quegli anni, interessata ai suoi capi esclusivi e originali, anche perché molti abiti venivano creati da lui stesso. La sua vena artistica veniva fuori quando guardava un capo che non rispettava i suoi canoni di moda e allora lui con il suo estro lo modificava dandogli un rinnovato stile. Si racconta che in una sua serata, un giovane Lino Banfi si esibì dimostrando il suo talento rallegrando i presenti con la sua comicità. Ci ha lasciato una persona unica, che ha dato tanto al nostro carnevale, ci ha sempre creduto; decorava sempre il suo balcone in quei giorni, anche se aveva problemi di salute, perchè per lui non partecipare al carnevale era quasi una eresia. Lo abbiamo incontrato quando abbiamo raccolto i suoi ricordi sulla Socia in uno opuscolo, e lui molto sinceramente ci accolse con uno schietto: “Inzichit inzichit tò…mò!!”, mascherando i suoi problemi di salute.

di Antonio Marinaro

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