Mercoledì 24 Aprile 2024

L’Ospedale di Manfredonia scende in campo a sostegno della lotta al Covid

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Un’epidemia della portata del Covid 19 è un fenomeno complicato da decifrare. Non solo per la politica, come abbiamo visto in tutto il mondo, ma anche per gli epidemiologi più esperti. Un singolo numero non può spiegare cosa sta succedendo, quali sono i problemi e come intervenire. Ecco perché ciò che si alimenta in questi frangenti è la polemica sociale. Qualsiasi provvedimento venga intrapreso, sicuramente scontenterà qualcuno. Oggi tutti abbiamo ragione ma le polemiche rendono solo più complicato il compito di chi deve decidere per una moltitudine di individui con esigenze e bisogni diversi. Tutti abbiamo una gran paura e nessuno si vergogna ad ammetterlo. Se siamo arrivati ad un tale punto di diffusione del Virus, a Manfredonia e in altre parti del mondo, probabilmente è perché non lo abbiamo gestito bene, sottovalutandolo, a differenza di altri paesi, certamente con regimi più rigidi, che hanno contenuto l’epidemia permettendo all’economia di ripartire. Manfredonia conta intorno ai 500 positivi ed oltre 1000 persone si tengono in isolamento per cercare di tutelare soprattutto gli altri. Nella lotta al Covid la Sanità sta mostrando i suoi punti di forza e le sue debolezze. Sta venendo fuori la sanità del Nord e quella del Sud. A curare i pazienti Covid, in provincia di Foggia, sono gli Ospedali Riuniti di Foggia e Casa Sollievo di San Giovanni Rotondo. La Asl di Foggia, per le sue strutture, affida la gestione dei casi Covid a San Severo e a Cerignola, Manfredonia è tirata fuori da questo ruolo che, seppur con grandi responsabilità, porta prestigio e molte risorse economiche. Anche la Casa di Cura San Michele è una struttura adatta ad accogliere pazienti NON affetti da Covid-19. L’Ospedale di Manfredonia è e resta no Covid, anche se qualcosa bolle in pentola e potrebbe far evolvere questa situazione nel giro di pochi giorni. Fino a qualche giorno fa l’ospedale di Manfredonia ha svolto un ruolo quasi fantasma rispetto a questa emergenza, tolto il durissimo lavoro svolto dal Pronto Soccorso. Qualcosa sta cambiando. L’Ospedale di Manfredonia scende in campo a sostegno della lotta al Covid, fornendo un importante contributo a sostegno dei nosocomi provinciali, decongestionandoli dalla cura dei pazienti no Covid, istituzionalizzando un percorso di attività chirurgiche pluridisciplinari ormai non più praticabili a San Severo e a Cerignola: chirurgia generale, urologia, chirurgia senologica e di ginecologia. La struttura ospedaliera che vanta Manfredonia è nota forse solo agli operatori sanitari. In tutti questi anni si è portata avanti una campagna di denigrazione di un ospedale che meritava miglior sorte. Quello che non è riuscita a fare la politica, forse l’ha fatto il Covid. Potrebbe essere un importante punto di ripartenza per permettere ai sanitari che provengono da altre realtà ospedaliere, di considerare l’Ospedale di Manfredonia un luogo dove poter mettere in campo le loro competenze. Rimane, tuttavia, il grande problema della disponibilità di operatori sanitari, risorse umane che scarseggiano e quelli che ci sono meriterebbero maggiore apprezzamento, grossa pecca della Asl di Foggia che non riesce a gestire in modo adeguato. Qualsiasi tipo di azienda, per manifestare la sua efficienza, oltre alle strutture ed ai macchinari, ha bisogno di uno staff affiatato, competente e motivato. La sanità è una necessità, lo stiamo vivendo sulla nostra pelle ed è anche opportunità di sviluppo per il territorio. Dovrebbero comprenderlo una volta per tutte molti medici di base, ma anche l’intera città che dovrebbe dare maggior fiducia al suo ospedale.

di Raffaele di Sabato

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