Giovedì 25 Aprile 2024

Manfredonia e Monte Sant’Angelo il futuro passa dalle energie rinnovabili

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Le fattorie energetiche di terra e mare da Macchia al Lago Salso

La Puglia produce più energia di quanta ne consumi. Lo sappiamo dal 2015, quando è stato approvato il PPRT da parte della Regione Puglia. Il Piano delinea la possibilità di generare reddito ed occupazione attraverso la valorizzazione dei sistemi di produzione come occasione per convertire risorse nel miglioramento delle aree produttive, delle periferie, della campagna urbanizzata creando le giuste sinergie tra crescita del settore energetico, valorizzazione del paesaggio e salvaguardia dei suoi caratteri identitari. L’area di Manfredonia e Monte Sant’Angelo che comprende tutto il bacino, da Macchia fino al Lago Salso, è un immenso territorio, con mille caratterizzazioni nessuna delle quali definite, che può naturalmente candidarsi a diventare distretto energetico proprio in attuazione del PPTR che indica la concentrazione degli impianti eolici e fotovoltaici e delle centrali a biomassa nelle aree produttive pianificate in cui il nostro territorio rientra. La Regione Puglia ha approvato la DGR 364 del 6 Aprile scorso con cui si candida a diventare stando alle parole dell’assessora all’Ambiente Maria Grazia Maraschio: “Centro Nazionale di Alta Tecnologia per l’idrogeno dando impulso in maniera strutturale al percorso che porterà la Puglia ad un ruolo primario nello sviluppo dell’utilizzo dell’idrogeno come vettore principale nel processo di decarbonizzazione avviato nell’ambito politiche ambientali ed energetiche del Governo Emiliano”. La delibera prevede un ruolo centrale all’area dell’Alto Salento/Brindisino per la realizzazione della Hydrogen Valley di Puglia. Ma indica anche Foggia e Taranto come aree nevralgiche. Nel 2020, in pieno lockdown, il Comune di Monte Sant’Angelo ha proposto un progetto pilota per la creazione di una fattoria energetica per l’area industriale che comprende anche una centrale ad idrogeno per la produzione di acqua potabile a beneficio dell’intera area. Prima della Delibera della Giunta e prima delle indicazioni del Recovery Fund. Partendo da quel progetto, una forma lungimirante di collaborazione tra istituzioni ed imprese, in cui i fondi pubblici rappresentano la minima parte dell’investimento, è possibile che l’intera area industriale possa diventare una Energy Farm polivalente: eolico, fotovoltaico, idrogeno e biomasse, anche quelle provenienti dall’immensa produzione agricola della Capitanata, attivando i circuiti virtuosi dell’economia circolare. Le aree sono estese e si prestano alla transizione energetica partendo dalla terra e dal mare e in grado di generare benessere a lungo termine per far fronte alla domanda di energie ed acqua del territorio ma anche per cederlo e diventare glocalmente produttivi. E’ tempo che la politica locale faccia sistema, sul serio, superando i campanilismi e le circoscrizioni elettorali perché è necessario costruire un percorso condiviso subito. Entro il 30 Aprile l’Italia è chiamata a depositare il Piano per accedere al Recovery Fund e l’ottimizzazione delle nostre risorse esistenti e la valorizzazione pulita del territorio sono un punto di forza unico. Ed è ora e qui che va operata la scelta: diventare sostenibili, innovativi, creando valore da ciò che c’è senza violenza oppure continuare la degenerazione, alimentare disperazione e fuga di cervelli e persone? Non c’è tempo di aspettare la campagna elettorale. E non ripassa il treno. Inteligenti pauca.

Michela Cariglia

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