Venerdì 29 Marzo 2024

Mobilità lenta. Campo: “Trasformare le linee ferroviarie dismesse in ciclovie turistiche con i fondi del PNRR. Partiamo dalla Rocchetta Sant’Antonio-Gioia del Colle e dalla Transgarganica”

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Dichiarazione del presidente della V Commissione – Ambiente, Paolo Campo

La linea ferroviaria Rocchetta Sant’Antonio-Gioia del Colle ha tutte le caratteristiche per diventare uno dei percorsi cicloturistici più importanti e interessanti del Sud Italia utilizzando le opportunità offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Le permanenti difficoltà tecniche che ostacolano la riattivazione della connessione con treni storici, riemerse nel corso dell’audizione svolta questa mattina nella Commissione V – Ambiente con la partecipazione dell’assessore regionale ai Trasporti Anita Maurodinoia, suggeriscono di riorientare la riqualificazione funzionale dell’infrastruttura verso la realizzazione di un percorso cicloturistico.

Nel PNRR del Governo Draghi sono appostati 400 milioni di euro per la realizzazione di 1.200 chilometri di percorsi ciclabili extraurbani: un tesoretto da cui attingere i fondi necessari a trasformare una delle tratte ferroviarie più antiche d’Italia, inaugurata nel 1891, in una stretegica infrastruttura turistica interregionale.

La linea Rocchetta-Gioia, ancora oggi gestita da RFI, parte dalla Daunia e attraversa il territorio della Basilicata, toccando i comuni di San Nicola di Melfi e Venosa, prima di rientrare in Puglia, nel territorio di Spinazzola: un suggestivo percorso ricco di storia, punteggiato da attrattori culturali, ambientali ed enogastronomici oggi segmentati e poco valorizzati.

La via cicloturistica potrebbe avere una lunghezza di 140 chilometri e congiungere i monti della Daunia a quelli della Murgia, offrendo un’opportunità di sviluppo alla filiera turistica fondata sulla lentezza e il buon vivere, sempre più attrattiva per i viaggiatori esperienziali italiani e stranieri.

Analoga soluzione è stata ipotizzata dal Consiglio comunale di Apricena per il tratto dismesso della linea ferroviaria garganica: 21 chilometri che si dipanano tra vigneti, campi di grano, cave dismesse. Un’altra occasione di valorizzazione per un territorio rimasto ai margini del turistismo balneare e che potrebbe trovare una via autonoma allo sviluppo della filiera turistica culturale, ambientale ed enogastronomica.

È una programmazione su cui chiederò un confronto con l’assessore al Turismo, Massimo Bray, con l’obiettivo di incrementare sostanzialmente la mobilità sostenibile e il turismo slow in Puglia.

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