Giovedì 25 Aprile 2024

I terreni contesi dell’Oasi Lago Salso. E intanto quel pregevole comprensorio naturalistico va alla deriva

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L’OASI lago salso è quel meraviglioso comprensorio demaniale del comune di Manfredonia dal quale dista a un tiro di schioppo, più noto, hainoi, per le tante e diverse diatribe inerenti più che altro alla sua gestione, che per le sue straordinarie prerogative di area ambientale primordiale. Dispute a più voci che hanno finito per depauperare fortemente quel patrimonio di memoria paesaggistica e di speciale presidio turistico. L’ultima querelle in ordine di tempo, riguarda l’utilizzazione di 150 ettari di terreni, dei 500 disponibili, che secondo una denuncia della WWF e della Federazione nazionale Pro natura, sarebbero stati indebitamente trasformati in aree coltivate dall’Ente Parco del Gargano che ha la gestione dell’Oasi. L’assessora regionale all’ambiente Anna Grazia Maraschio ha rinviato ad un incontro col presidente del Parco e col comune di Manfredonia, «per gli opportuni approfondimenti e focalizzare le azioni e le omissioni che hanno portato a ingenti danni ambientali ed economici e dunque ristabilire una corretta gestione del sito».

SULLA QUESTIONE è intervenuto il presidente provinciale dell’associazione pesca caccia e ambiente, Matteo Trotta, che puntualizza la natura giuridica dei 150 ettari di terreni circostanti al lago salso, di «terre demaniali di uso civico facenti parte del Demanio Candelaro, intestato al comune di Manfredonia». Rilevato che il classamento di quei terreni «da vecchia data è a seminativo» il presidente Trotta afferma che «il classamento a seminativo delle terre circostanti le paludi ex Daunia Risi, non compromette il mantenimento della biodiversità afferente alla fauna locale; quindi va da sé che ogni coltivazione evita lo svilupparsi di incendi dovuti alla terra incolta ed è perciò preferibile che sia effettuata una coltivazione funzionale all’habitat stesso».

TROTTA ricorda che «le terre gravate da uso civico non possono essere sottoposte a mutamenti di destinazione se non previa autorizzazione dell’amministrazione regionale» e che «il vincolo a pascolo di quei terreni seminativi, venne concesso dall’amministrazione comunale di Manfredonia a seguito della sanatoria avutasi a seguito della condanna da parte dell’Unione Europea per l’utilizzo di aree vincolate ambientali, ovviando in tal modo ed in termini temporali al classamento legale originario che pertanto non poteva essere disatteso».

NON MANCA il presidente provinciale di CPA, di segnalare «i provvedimenti legislativi susseguitisi in merito alla tutelanda situazione del lago salso senza dimenticare che ancor prima della istituzione del Parco del Gargano, negli Anni sessanta, quel comprensorio venne valorizzato e reso produttivo dalla Daunia Risi tanto da costituire un immenso patrimonio agricolo, venatorio, ambientale, culturale e occupazionale. Una risorsa di grande valore sociale ed economico che il comune di Manfredonia non seppe conservare. Oggi – rileva Trotta – l’Oasi lago salso e la concomitante palude Frattarolo, sono due realtà fallimentari ben lontane dalle loro originarie funzioni, oggetto di speculazioni ambientali sulle quali occorrerebbe porre ordine e attenzione».

Michele Apollonio

 

 

 

 

 

 

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