ANCHE se le due date non combaciano, hanno tuttavia una correlazione che apre scenari edificanti per il settore ittico. Il fermo biologico è terminato e i pescatori sono pronti per tornare in mare per le consuete battute di pesca. Anche il mercato ittico generale si appresta a svolgere il suo ruolo fondamentale nella filiera ittica sipontina. Ufficialmente è stato riaperto, ma non è ancora in grado di espletare le sue funzioni di servizio in via di ristrutturazione e riqualificazione dopo la lunga forzata chiusura. La riattivazione dei servizi mercatali ritarderanno di alcuni giorni necessari per il completamento della messa in opera della struttura secondo quanto annunciato nella conferenza tecnica inaugurale tenuta nei locali del mercato rimesso completamente a nuovo, dai responsabili della società cooperativa “Produttori ittici Manfredonia”: un punto fermo foriero di grandi novità operative in un settore nel quale gestioni avventurose e del tutto fuori dal contesto marinaro, hanno determinato il fallimento di quell’importante presidio operativo della pesca con conseguente chiusura protrattasi per circa quattro anni.
A RIPRENDERE le fila di un discorso che non poteva rimanere troncato, un gruppo di produttori ittici che si sono assunti il non facile compito di riqualificare il mercato ittico all’ingrosso e rilanciarlo nel contesto della commercializzazione del pescato nelle moderne modalità. «Sappiamo bene – ha rilevato il presidente della società cooperativa PIM, Luigi Di Nuovo – che non sarà impresa facile, ma siamo anche certi che è una impresa possibile». Il settore peschereccio di Manfredonia è ancora di straordinario livello: 140 motopesche della piccola pesca e oltre 40 della grande pesca, che producono giornalmente circa 60 tonnellate di pescato distribuiti in 11mila cassette. Un potenziale notevole non valorizzato commercialmente come meriterebbe. Secondo stime attendibili, è di almeno il 20 per cento il deprezzamento subito. Un gap che la nuova gestione del mercato si prefigge di recuperare e di andare oltre con una commercializzazione che contemperi le esigenze dell’intera filiera dal produttore, al commerciante, fino al consumatore.
MOMENTO cruciale è l’asta del prodotto appena sbarcato dalle motopesche. «Abbiamo previsto la progettazione più efficiente della gestione del ciclo di vita delle operazioni d’asta impostate secondo i più avanzati sistemi telematici che saranno introdotti gradualmente man mano che l’attività del mercato entrerà nel vivo delle sue variegate potenzialità» ha relazionato il direttore del mercato Pasquale Pappalardo che ha illustrato il sistema di gestione integrato che garantirà la corretta commercializzazione dei prodotti ittici.
«UN AMMODERNAMENTO avanzato della struttura – ha spiegato Pappalardo – completamente informatizzata: automazione del nastro trasportatore; pesatura automatica con applicazione di tare e soglie; sistema di vendita multipla, ordine di acquisto e di asta online; processo di etichettatura e tracciabilità; informazioni sui prezzi in tempo reale; interoperabilità con dispositivo di acquisto a radiofonia mobile e online; accesso ad un sistema di commercio remoto mediante sito web integrato». L’intento è quello di favorire la commercializzazione del prodotto “made in Manfredonia” su nuove piazze e mercati fuori regione e dunque valorizzare al meglio i prodotti del nostro mare ed emancipare una attività tra le più tradizionali.
PROCESSO complesso che ha il suo punto di forza nella partecipazione massiva dei pescatori che dovranno non solo sostenere il sistema, ma anche adeguarsi alle nuove tecnologie. Anche per i pescatori di Manfredonia è tempo di dare forza e contenuti alla categoria evolvendosi in operatori tecnologici per aggiungere un altro decisivo tassello a quel mestiere antico come il mondo, ma sempre al passo dei tempi.
Michele Apollonio